La medicina estetica entra nell'era della non età, diventando sempre più discreta e raffinata. Mette in equilibrio, non cambia e non riempie. L'età diventa sempre più indecifrabile, così come il tipo di trattamento eseguito. Ma non è finzione travestita da naturalezza?
Oggi parlare di ringiovanimento potrebbe suonare quasi stonato. Tutto, del resto, sembra andare verso un'era meno definita e giudicante, almeno così si crede. Dalle creme per pelli mature è quasi scomparsa la dicitura anti-age e a quell'amica che non vediamo da un po', non diremmo più: “Ma come sei ringiovanita”, piuttosto un: “Come sei luminosa”, la parola del momento che nasconde, ovviamente, il desiderio di sapere che cosa ha fatto per avere un aspetto così fresco e senza segni di stanchezza. Ma dov'è l'inganno di questa nuova narrazione della bellezza?
La medicina estetica sta cambiando volto per entrare nell'era della non età: non stravolge e vuole essere sempre più sottile, discreta. L'intento è trasmettere un'idea di autenticità recepita come tale, ma costruita su misura. Il risultato sperato è di trascendere il tempo ed entrare nell'era della non età, quella della “forever 35 face” come è stata definita durante l'ultimo congresso di medicina estetica Agorà, di cui aveva parlato anche The Cut con un articolo uscito a inizio settembre. È sempre più difficile, infatti, riuscire a indovinare l'età anagrafica delle persone che sembrano invece propendere per un’età sospesa. “Non il congelamento artificiale di un volto senza espressioni, né l’arrendevolezza a rughe profonde e segni dell’età, ma una condizione intermedia: naturale, credibile, armoniosa”, raccontano dall'Osservatorio Agorà. Questa età sospesa non aspira ai vent'anni, ma si colloca in quello spazio compreso tra i 35 e i 50, facendoli diventare i migliori anni della nostra vita.
Secondo l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS), nel 2024 sono state eseguite oltre 38 milioni di procedure estetiche nel mondo e per la prima volta la blefaroplastica ha superato la liposuzione, diventando quella più eseguita, con 2.108.846 interventi. In parallelo cresce la medicina estetica rigenerativa, mentre il botulino resta il ritocco non chirurgico più popolare, con circa 7,8 milioni di iniezioni, seguito dai filler all’acido ialuronico. E a richiederlo di più è proprio la fascia 35-50 anni. In Italia, sostengono sempre gli esperti dell'osservatorio Agorà, il gusto è più raffinato rispetto agli Stati Uniti e, nel segno della tradizione neoclassica di Canova, si preferisce un ritocco più soft dove la vera bellezza risiede nell'equilibrio tra le parti. Quell'armonia che il cervello riconosce come bello e piacevole. Non basta, quindi, avere le labbra voluminose o il naso all'insù, serve la coerenza visiva per creare bellezza. “I risultati invisibili – quelli che sembrano non esserci – sono proprio quelli che funzionano meglio, perché rispettano i criteri percettivi innati del nostro cervello: proporzione, coerenza e continuità delle forme”, ha spiegato Maurizio Cavallini, chirurgo plastico e presidente di Agorà. Ecco, quindi, che non conta più solo il proprio gusto personale, sempre in bilico tra ideali collettivi interiorizzati e identità individuale, ma anche il senso estetico del medico scelto, aspetto da non sottovalutare tanto quanto la sicurezza.
Non si vuole riempire, ma neanche cambiare forma, si cerca di essere semplicemente più credibili, come a dire è la naturalezza il vero lusso estetico del nostro tempo. Lo affermano anche i medici: i pazienti chiedono risultati armonici e naturali. Ma dietro quelle frasi “non voglio che si veda”, “vorrei sembrare solo un po’ più riposata” si nasconde davvero il bisogno di apparire più veri o è l'ennesimo trucco, solo un po' più sofisticato, che ci raccontiamo allo specchio dopo aver visto quei visi luminosi dall'età indecifrabile?
Per anni abbiamo assistito ai “prima” e ai “dopo” finché non sono arrivati i makeover impercettibili, quelli che ogni volta che una star si mostra in pubblico con un viso più ”fresco" danno il via al toto intervento sui social media. Tra questi, c'è sicuramente il lifting che al momento divide i chirurghi tra i sostenitori del deep plane e gli old school della tecnica Smas, ma in fondo è la bontà del risultato che conta. Sta di fatto che da Kris Jenner a Emma Stone, da Lindsay Lohan a Donatella Versace, ci si chiede cosa abbiano fatto per apparire la migliore versione di sé stesse… E in effetti l'età non sembra contare più e, forse, non ha neanche più senso chiederla.
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