
Ex premier britannico Cameron curato per un cancro alla prostata
David Cameron, 59 anni, annuncia di avere un tumore alla prostata. L’ex primo ministro del Regno Unito racconta di essersi sottoposto a un controllo su insistenza della moglie Samantha: un semplice test del PSA ha evidenziato valori anomali, portandolo alla biopsia che ha confermato la presenza della malattia. “Speri sempre per l’esito migliore. Poi arriva il risultato: hai il cancro. Ho sempre avuto paura di sentire quelle parole”, dice in un’intervista al Guardian.
Cameron spiega che il tumore è stato individuato in fase molto precoce e che la prognosi è considerata favorevole. Conferma anche che sarà sottoposto a un intervento chirurgico. “Non amo parlare dei miei problemi di salute, ma credo di doverlo fare. Siamo onesti. Noi uomini non siamo bravi a parlare di salute: tendiamo a prendere tempo”, aggiunge, richiamando una difficoltà culturale comune.
Nel 2024 Re Carlo aveva condiviso di essersi sottoposto a una procedura per un problema alla prostata. La voce del sovrano è stata determinante nel rendere pubblico un tema spesso ignorato, contribuendo a un netto aumento delle richieste di controlli.
Cameron oggi è impegnato in una campagna che intende introdurre un programma nazionale di prevenzione e screening mirato. La proposta che sostiene punta a un sistema di controlli più efficace per gli uomini considerati maggiormente a rischio: over 50, persone con familiarità e uomini afro-britannici, che presentano un’incidenza più alta della malattia.
L’annuncio arriva in un momento in cui il dibattito sulla salute maschile segna un cambiamento positivo e le parole dell’ex ministro britannico toccano il cuore dell’iniziativa Movember, che proprio nel mese di novembre desidera sensibilizzare rispetto al tumore alla prostata e al disagio mentale, ma, soprattutto alla difficoltà di comunicazione.
Nato in Australia nei primi anni Duemila, il movimento Movember ha l’obiettivo di rendere più visibile la salute maschile e di superare quel silenzio culturale che spesso porta a ritardi nei controlli e nella diagnosi. Parlare apertamente della propria salute non è solo un gesto di trasparenza: è una strategia concreta che può salvare vite, perché spinge altri uomini a fare prevenzione.

