lutto

Addio a Ornella Vanoni: aveva 91 anni. Arresto cardiocircolatorio per la Signora della canzone italiana

La cantante si è spenta a causa di un malore nella sua casa di Milano: si stima che in carriera abbia venduto oltre 65 milioni di dischi

Francesco Rizzo
Giornalista
Italian singer Ornella Vanoni performs on stage at the Ariston theatre during the 73rd Sanremo Italian Song Festival, in Sanremo, Italy, 11 February 2023. The music festival will run from 07 to 11 February 2023.  ANSA/ETTORE FERRARI

In un venerdì sera di novembre se ne va un pezzo di Milano e se ne va un pezzo della storia della musica italiana: addio a Ornella Vanoni, cantante, attrice pure al cinema, voce inconfondibile e regina dell’autoironia, la donna che diceva "in un tempo triste e nevrotico ci salverà solo la risata. La morte? Troverò il modo di andarmene con eleganza". L’ha trovato, in un certo senso, congedandosi ieri sera, all’ora in cui la gente esce dai teatri, proprio lei che li ha frequentati da interprete: Ornella, 91 anni, è stata colpita da un arresto cardiocircolatorio nella sua casa di Milano. Lascia una discografia cominciata nel 1961 e conclusa pochissimi anni fa, con una ventina di tournee e una carriera ricchissima, nata - lei, figlia di un industriale farmaceutico - nel 1953, all’Accademia di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano. Nasce lì il primo grande amore, quello per Giorgio Strehler, tra le pagine di un Sei personaggi in cerca d’autore: ma è già tempo di “canzoni della mala” - un capitolo centrale della sua avventura artistica - e del legame con Gino Paoli, nel 1960. L’uomo che - ricordava lei - "all’epoca non aveva nemmeno i soldi per il tram e io gli trotterellavo dietro con i tacchi".

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Brasile

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Nasce, così, la Vanoni cantante, quella che parteciperà a otto Sanremo fra il 1965 e il 2018, portando brani come Io ti darò di più, La musica è finita e Casa Bianca, nasce - dall’amore con Paoli, che all’epoca era sposato - una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, Senza fine, anche se la relazione con lui finisce, pur restando una amicizia e l’emozione dei loro concerti insieme. Da quel momento, entrata nell’universo della canzone, Ornella trova un registro espressivo unico, lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare dalle cover di Roberto Carlos, L’appuntamento, a quelle della Piaf, in L’albergo a ore o di Tammy Wynette, Domani è un altro giorno fino a quell’intuizione geniale di Sergio Bardotti che le fa incidere La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque, un album storico che ha contribuito, a metà anni 70, alla diffusione della musica brasiliana in Italia.

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La sua sensualità e la sua eleganza raffinata nutrono la creazione di un’interprete dalle caratteristiche uniche nel nostro panorama, un’artista inimitabile, naturalmente votata a un respiro internazionale e che ha collaborato praticamente con tutti i più grandi autori di casa nostra, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè compresi e che è stata anche la prima donna a vincere il Premio Tenco per il “miglior cantautore”, avendo nel frattempo anche cominciato a scrivere le canzoni. La prova di una creatività fuori dagli schemi tradizionali è Ornella &, un album registrato a metà anni ‘80 a New York, dopo che aveva più volte collaborato con Gerry Mulligan, con artisti del calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, i fratelli Michael e Randy Brecker, Ron Carter e che rappresenta un’altra pagina memorabile della discografia italiana, insieme a un canzoniere che fa parte della memoria collettiva. E poi, ecco il palcoscenico tv degli ultimi anni, la Vanoni icona pop, («Fu Mike Bongiorno ad affibbiarmi il soprannome di “Signora della musica” ma in casa giro in mutande», solo per citare un esempio).

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Ieri in tanti hanno subito omaggiato Ornella: da "Addio regina" di Enrico Mentana a "Tesora mia adorata" di Luciana Littizzetto, mentre Fazio si dice "impreparato a dire qualsiasi cosa", fino a colleghe come Annalisa che ricorda "Ornella immensa in ogni sua manifestazione artistica". E poi la politica, da Giuli a Salvini ("Mi sono occupata di politica quando ero innamorata di Pietro Nenni", raccontò una volta lei...) a nomi del teatro come Emma Dante, che commenta: "Con lei se ne vanno voce, ironia, curiosità, sfacciataggine, melodia, curiosità". E un pezzetto dell’anima di Milano, la città dove - cantava Ornella - sapessi come è strano/sentirsi innamorati/che pazzia/che pazzia.