Andrea Donati
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1. Daniele Ricciarelli, Ritratto di Michelangelo
Buonarrotti. New York, Metropolitan Museum of
Art.
Andrea Donati
Il Ritratto di Filippo Strozzi di Jacopino del Conte
Quando Jacopino del Conte (1515- rosi ritratti, ma cita esplicitamente solo due etichette sul retro, grazie alle quali
1598)1 si trasferì definitivamente da Fi- quelli di Paolo III Farnese e di Filippo ho potuto ricostruire la provenienza.
renze a Roma, a partire dal 1537-1538, Strozzi (1489-1538). Inoltre, mentre Prima di affrontare questo argomento,
divenne uno dei maestri della “manie- parla in maniera generica dei ritratti vorrei presentare il ritratto di Filippo
ra” moderna. Si sposò in prime nozze Colonna e Orsini, tra i numerosi ritrat- Strozzi e il suo contesto storico. Il di-
con la sorella dell’architetto Nanni di ti di donne nomina solo quello di Livia pinto è in buono stato, il disegno abil-
Baccio Bigio (Giovanni di Bartolomeo Colonna. mente tracciato, il colore pieno e viva-
Lippi, circa 1513-1568), poi con Livia Ho identificato il ritratto di Paolo III ce nonostante sia giocato su una gam-
Biondi, una parente forse di Camilla con quello conservato nella sagrestia di ma prevalente di bruni. Il personaggio
Nunzi, che a sua volta, il 27 gennaio Santa Francesca Romana, chiesa dei ha un aspetto monumentale. Il cappel-
1560, aveva sposato il pittore lombardo Benedettini Olivetani a Roma (olio su lo nero e la pelliccia sono segni di no-
Marcello Venusti (1510-1579)2. Du- tavola, cm 120 x 102) (fig. 2). Di que- biltà e di ricchezza. Gesticola con le
rante tutto il periodo della sua lunga sto dipinto esiste una copia antica nel- mani come se fosse in piena conversa-
permanenza a Roma, Jacopino visse l’abbazia di Monteoliveto Maggiore zione, con espressione grave del volto,
nello stesso ambiente artistico e sociale (Siena). Il papa vi è ritratto a figura in- sguardo acuto e intelligente. Si vede be-
di Michelangelo Buonarroti (1475- tera con il cardinale Ercole Gonzaga al ne che Jacopino traboccava di simpatia
1564). Ciò nonostante, come ho avuto suo fianco5. Ho pubblicato anche un per il defunto capo dei “fuoriusciti” fio-
modo di dimostrare altrove, non fu lui altro ritratto di Paolo III, conservato al rentini. Filippo Strozzi era stato il prin-
l’autore del più importante ritratto di Museo Fesch di Ajaccio (olio su tavola, cipale antagonista dei Medici e uno de-
Michelangelo, bensì Daniele Ricciarel- cm 69 x 48, inv. n. 852.1.652) (fig. 3), gli uomini più ricchi d’Italia. Aveva fi-
li, e quel dipinto si trova oggi a New che è stato riconosciuto in maniera in- nanziato la campagna militare contro
York, Metropolitan Museum (olio su dipendente come opera di Jacopino da Cosimo I finché non era stato fatto pri-
tavola, cm 88,3 x 64,1, inv. n. Philippe Costamagna. Qui il papa è a gioniero dalle truppe del duca di Firen-
1977.384.1, Clarence Dillon Gift)3 mezzo busto, in abito pontificale, con ze. Dopo la battaglia di Montemurlo fu
(fig. 1). In effetti, per motivi d’invidia e la famosa tiara che fu costretto a dare in tenuto prigioniero nella fortezza da
di concorrenza, nel 1547 Michelangelo pegno per finanziare la guerra contro il Basso e poi condannato a morte, il 18
interruppe bruscamente i suoi rapporti Turco6. dicembre 1538. Sulla morte violenta
con Jacopino accusando lui e il cogna- Ho riconosciuto anche il ritratto di Li- esistono due versioni storiche contrad-
to Nanni di essere due «vilissimi fur- via Colonna (1522-1554), figlia di dittorie. Secondo il suo diario, Strozzi
fanti contadini». Marcantonio I e Lucrezia Gara della si sarebbe suicidato in prigione. Secon-
A cominciare da Giorgio Vasari e Gio- Rovere (committente a sua volta di do Guicciardini invece, sarebbe stato
vanni Baglione, è ammesso dalla mag- Ricciarelli in Santissima Trinità dei decapitato «in sulla piazza di San Puli-
gior parte della letteratura critica che Monti) nel quadro della Galleria Bor- nari»9.
Jacopino fu allievo di Andrea del Sarto ghese di Roma, ufficialmente ritenuto La commissione del ritratto corrispon-
(1486-1530). È assai probabile però il ritratto di Vittoria Farnese (olio su de al desiderio dei figli ed eredi di tra-
che avesse frequentato anche la bottega ardesia, cm 106 x 78, inv. n. 100)7 (fig. smettere la memoria del padre. Gli
di Baccio Bandinelli, dal quale avrebbe 4) che invece ha tutt’altra fisionomia. Strozzi, potenti banchieri internaziona-
appreso il disegno – anche se l’opera Infine ho ritrovato il ritratto di Filippo li, esercitarono una grande influenza
grafica di Jacopino resta ancora un Strozzi (olio su tavola, cm 61 x 67) (fig. politica e finanziaria sugli esiliati italia-
punto oscuro della sua opera – e la bot- 5) al tempo in cui preparavo un volu- ni, sul papato e sulla Francia, dal regno
tega di Ridolfo del Ghirlandaio (1483- me di saggi su Michelangelo e il ma- di Francesco I a quello di Enrico III.
1561), che gli avrebbe insegnato l’arte nierismo toscoromano. Nel 2010, in- Avevano residenze a Roma, Venezia,
del ritratto4. Infine Vasari scrive nel fatti, il quadro riapparve sul mercato Lione, Parigi. La loro reputazione e il
1568 che Jacopino «essendo stato in fin antiquario milanese come opera di loro prestigio sono attestati anche dai
dalla sua giovanezza molto inclinato a anonimo fiorentino8. Riconobbi im- ritratti eseguiti da François Clouet (cir-
ritrarre di naturale, ha voluto che que- mediatamente che era il dipinto di Ja- ca 1515-1572) e da Tiziano Vecellio
sta sia stata sua principale professione copino citato da Vasari, ma allora non (circa 1483/1485-1576).
[…] da giovinetto disegnava tanto be- ebbi modo di fare una ricerca ap- Dopo la morte di Filippo, il figlio mag-
ne che diede speranza se avesse seguita- profondita. Acquisito successivamente giore Piero Strozzi (1510-1558)10 di-
to, di farsi eccellentissimo». Vasari inol- dalla Galerie Kugel ed esaminato diret- venne il capo dei fuoriusciti fiorentini,
tre ricorda che Jacopino realizzò nume- tamente a Parigi, il quadro presenta il braccio armato della fazione militare 207
Andrea Donati
similmente più fedele all’originale per-
duto, perché il capo dei fuoriusciti fio-
rentini porta l’insegna del Maresciallo
di Francia e il collare dell’Ordine di
San Michele13. Quando Enrico II fu in-
coronato a Reims, il 25-26 luglio 1547,
Piero Strozzi fu il solo a ricevere la più
alta onorificenza francese insieme con
Gaspar de Coligny II (1519-1572), fu-
turo capo degli Ugonotti. Jacopino ha
saputo cogliere il carattere del perso-
naggio, che Benedetto Varchi descrive
come «d’animo grande, arrisicato e ap-
petente la gloria, ma borioso, testerec-
cio e superbo fuor di misura»14. Le due
copie del ritratto di Piero Strozzi sono
in stretta analogia con un altro ritratto
di condottiero a tre quarti di figura con
Firenze sullo sfondo, di provenienza
Panciatichi (olio su tavola, cm 118 x
93, già Stoccolma, collezione Bukow-
ski, 1934)15.
Roberto Strozzi fu esiliato da Firenze
nel 1538. La sua storia è determinante
per la vicenda del ritratto del padre.
Roberto visse tra Roma, Venezia e la
Francia. Si conoscono tre suoi ritratti
da giovane, quando faceva la spola tra
Roma e Venezia. Due ritratti sono di
Jacopino (Firenze, Palazzo Vecchio; già
Berlino, collezione Schäffer), il terzo,
come ho avuto modo di dimostrare, è
di Francesco Salviati (olio su marmo,
New York, collezione Marco Grassi)16
(fig. 6). Il 19 aprile 1547 Roberto
Strozzi fece parte del servizio d’ordine
di Francesco I a San Luigi dei Francesi.
che si opponeva al regime di Cosimo I, Davis Bequest, 1915/1982, Lasciò Roma per sempre nel maggio
il più fedele alleato della Francia e di 30.95.236)11. La “nazione dei Fiorenti- 1556, durante il saccheggio del cardi-
papa Farnese. Quanto a Roberto Stroz- ni” a Roma era molto potente e dava nale Carlo Carafa. A quell’epoca risale
zi, succedette al padre nell’amministra- luogo a commissioni di prestigio ben il suo terzo ritratto di Jacopino, che lo
zione della banca di famiglia, seguendo remunerate. Mi riferisco in particolare mostra ormai in età avanzata, secondo
gli affari tra l’Italia e la Francia. all’oratorio di San Giovanni Decollato lo schema del ritratto di Paolo III con il
Il ritratto postumo di Filippo Strozzi in cui Jacopino lavorò a diverse riprese, nipote Ottavio Farnese (olio su tavola,
prova il legame di Jacopino con questa circa dal 1537/1538 al 1555.12 È al pe- cm 131 x 99, già Firenze, Giuseppa
potente famiglia fiorentina e la sua sim- riodo romano che risalgono le princi- Quaratesi Frescobaldi)17. Durante gli
patia per il partito oligarchico dei dissi- pali richieste di ritratti, compresi i ri- anni romani e veneziani, nel 1542, Ro-
denti repubblicani fiorentini residenti a tratti Strozzi. In effetti Jacopino ritras- berto Strozzi commise a Tiziano il ri-
Roma. Costoro potevano contare in se anche Piero e Roberto. Il ritratto di tratto della figlia Clarisse, che in segui-
Curia sul sostegno dei cardinali Gio- Piero, tuttavia, è conosciuto solamente to sposò Cristoforo Savelli a Roma nel
vanni Salviati, Giovanni Gaddi e so- attraverso due copie conservate a Firen- 1544 (Berlino, Staatliche Museen zu
prattutto Nicolò Ridolfi, decano del ze nei depositi della Galleria Palatina Berlin, Kat.-Nr. 160A)18.
Sacro Collegio. Questi ultimi due era- (olio su tavola, cm 65 x 51, inv. n. Paragonare Jacopino con Tiziano è
no stati ritratti da Jacopino. Il quadro 2511; cm 66 x 45, inv. n. 2514). Tali estremamente interessante, perché Ja-
Gaddi è conservato a Vienna, Kunsthi- copie riflettono uno o due originali ri- copino fu il primo pittore fiorentino a
storisches Museum (Kat.-Nr. 3380), salenti alla metà del Cinquecento. Pie- Roma a seguire la tipologia di ritratto
quello Ridolfi a New York, The Metro- ro Strozzi è rappresentato a mezzo bu- di corte proposta da Tiziano per l’im-
208 politan Museum of Art (Theodore M. sto in armatura. La prima copia è vero- peratore Carlo V. Fu grazie a un’esigen-
2. Jacopino del Conte, Paolo III e il cardinale Er-
cole Gonzaga. Roma, chiesa di Santa Francesca
Romana.
Il Ritratto di Filippo Strozzi di Jacopino del Conte
Strozzi chiesero un ritratto che ricor-
dasse orgogliosamente il capofamiglia
agli occhi del mondo.
A questo punto vorrei analizzare la
questione della provenienza del quadro
Strozzi. La prima etichetta sul retro in-
dica che apparteneva a Eleonora Anti-
nori Corsini (1861-1947). L’anno
1915, indicato dall’etichetta, si riferisce
alla divisione dell’eredità, dopo la mor-
te del marito Ludovico Antinori
(1860-1939). Eleonora, tuttavia, aveva
ereditato il dipinto dal padre, Tomma-
so Corsini (1835-1919), che aveva spo-
sato Anna Colonna Barberini (1840-
1911). Di conseguenza, come dimostra
la seconda etichetta di cui parlerò a
breve, il dipinto proviene dal ramo dei
Principi di Carbognano. In effetti fu il
bisnonno di Anna, cioè don Carlo
(1735-1819) VII principe di Palestrina,
ad assumere il nome Colonna Barberi-
ni. Le due grandi famiglie si erano uni-
te nel 1627 con il matrimonio tra An-
na Colonna (1601-1658) e Taddeo
Barberini (1603-1647), nipote di Ur-
bano VIII. Taddeo era fratello dei cardi-
nali Francesco (1597-1679) e Antonio
Barberini (1608-1671), due fra i più
celebri collezionisti della Roma del Sei-
cento, e padre del cardinale Carlo Bar-
berini (1630-1704), anche lui grande
amatore d’arte. Quest’ultimo ereditò
con la “primogenitura” il titolo di prin-
cipe di Palestrina e la carica di prefetto
di Roma; poi però dovette rinunciare
allo stato laicale e prendere la porpora,
divenendo cardinale di San Cesareo, il
23 giugno 1653, mantenendo tuttavia
za di papa Farnese che Jacopino adattò berini, inv. n. 1923, già Colonna Sciar- la carica prefettizia. Questo fu il prezzo
il modulo tizianesco alla “maniera” to- ra). Sia Jacopino che Siciolante tennero che dovette pagare – si fa per dire – af-
scoromana. Gli Strozzi furono i primi a conto del ritratto di Stefano IV Colonna, finché i Barberini20 ottenessero il per-
Roma, con i Farnese, a rivolgersi a Ti- dipinto dal Bronzino a Firenze nel dono d’Innocenzo x Pamphilj. Nel
ziano a Venezia. Il ritratto del giovane 1546 (olio su tavola, cm 96 x 115,5, 1656 Anna lasciò una grande fortuna e
Ranuccio Farnese è contemporaneo a Galleria Nazionale di Palazzo Barberi- Carlo divenne il garante del fidecom-
quello di Clarissa Strozzi. La pittura di ni, inv. n. 1434)19. misso Barberiniv. La seconda etichetta
Jacopino, tuttavia, rimane fedele allo Dopo la morte di Sebastiano del Piom- sul retro del dipinto reca le iniziali
stile fiorentino. Nel caso specifico di bo, Tiziano si affermò in Italia e in Eu- “CCB”. Questo indica che il dipinto
Filippo Strozzi, lo stile è molto vicino a ropa come il più celebre ritrattista in- era appartenuto in precedenza al cardi-
quello di Vasari, Salviati, Michele Tosi- ternazionale. Per questo divenne un nale Carlo Barberini. Esaminerò in se-
ni (Michele di Ridolfo del Ghirlan- punto di riferimento obbligatorio per guito la storia di questo passaggio di
daio). Riguardo all’invenzione, con la Jacopino, che aspirava a soddisfare il proprietà.
posa in diagonale, anticipa quella del gusto dei Farnese e dei loro successori. A questo punto però, vorrei tornare
ritratto di Piero Strozzi (Litta) ed è Tra le famiglie fiorentine filo-farnesia- sull’origine del dipinto e ricordare che
comparabile al Francesco II Colonna di- ne in esilio a Roma, gli Altoviti e gli nella copia dell’inventario dei beni di
pinto da Siciolante da Sermoneta nel Strozzi erano le più ricche e influenti. Roberto Strozzi, compilato nel 1566,
1560 (olio su tavola, cm 126 x 94, Ro- Per cancellare il ricordo della morte risulta «Un quadro grande del ritratto
ma, Galleria Nazionale di Palazzo Bar- violenta del padre, i figli di Filippo del Sig. Filippo bona memoria in tavo- 209
3. Jacopino del Conte, Paolo III. Ajaccio, Musée
Fesch.
Andrea Donati
nio Barberini. Quando morì, nel 1636,
la sua residenza non era nel palazzo del
fu Leone a Sant’Andrea della Valle (nel-
la chiesa dei Teatini la cappella Strozzi
sta proprio di fronte a quella Barberi-
ni), ma in via Giulia, dagli Acquaviva
d’Aragona, nel palazzo Sacchetti (in
origine dei Ricci, poi dei Ceoli). In
quel momento il dipinto di Jacopino
del Conte fu registrato nell’inventario
in maniera distinta dai beni fiorentini
degli Strozzi, ed è descritto così: «Un
quadro d’un ritratto di Filippo Strozzi
con cornice filettata d’oro con fogliami
a torno dorati grandi»23. Più tardi non
c’è più alcuna menzione del quadro ne-
gli inventari degli eredi di Giovan Bat-
tista Strozzi, perché evidentemente nel
frattempo era passato al cardinale Car-
lo Barberini.
Erede principale di Giovan Battista
Strozzi fu suo figlio Luigi (1623-1705),
che ebbe una vita piuttosto movimen-
tata. Sposatosi due volte, alla fine, ri-
masto vedovo, decise di farsi prete. Sua
madre, Maria Martelli, aveva fatto spo-
sare le due figlie femmine con nobili
fiorentini. Nel 1637 Caterina Strozzi
convolò a nozze con Antonio Salviati
alla presenza dei cardinali Francesco e
Antonio Barberini, ma nel 1699 morì
vedova e senza eredi; nel 1641, invece,
Elisabetta Strozzi si unì a Bartolomeo
Corsini, cui diede un figlio, Lorenzo,
futuro papa Clemente xII. Maria Mar-
telli morì a Roma nel 1671, lasciando
in eredità la casa e alcuni dipinti ai ni-
poti Ferdinando e Leone, figli di Luigi.
Alla fine restò erede universale la nipo-
te, Maria Teresa Strozzi (1682-1748),
che aveva sposato un parente fiorenti-
la»21. È proprio il dipinto di Jacopino il figlio Roberto nel 1581 – i beni pas- no, Lorenzo Francesco Strozzi (1674-
del Conte. Nell’inventario del figlio ed sarono a un altro ramo degli Strozzi di 1742), figlio di Giovan Battista e di
erede Leone Strozzi (1555-1632) – in- Firenze. A partire dal 1608 Leone Francesca Altoviti. Era stato proprio il
ventario «fatto d’ordine di Mons. Go- Strozzi aveva nominato erede un lonta- nonno Luigi Strozzi, divenuto nel frat-
vernatore delle robe restate in Casa del- no parente, Giovan Battista, figlio di tempo monsignore, a celebrare il ma-
l’Ill.mo Sig.r Leone Strozzi in Roma» – Filippo e di Caterina Strozzi. Nel 1632 trimonio.
malgrado non si possa identificarlo con costui si era trasferito a Roma per pren- L’erede successivo di questo grande pa-
certezza, il nostro potrebbe trovarsi tra dere possesso dell’eredità, non senza trimonio fu Filippo Strozzi (1700-
gli «otto quadri di retratti di diversi una disputa legale con i Frangipane. 1763), figlio di Lorenzo Francesco e
Sig.ri di casa Strozzi» che stavano nella Per causa loro, infatti, Giovan Battista Maria Teresa Strozzi. Costui si trasferì a
camera da letto del defunto22 (fig. 7). Strozzi aveva cercato la protezione del- Roma «qual erede di monsignor Leone
Dopo la morte di Leone di Roberto la famiglia del papa regnante. E infatti Strozzi» (Litta, 1839, xxII), rilevando il
Strozzi, rimasto senza eredi – poiché Urbano VIII lo favorì contro quei pa- titolo di duca di Bagnolo e marchese di
sua moglie Sofonisba di Onorio Savel- renti romani che reclamavano l’eredità. Forano. Nel 1727 sposò in prime noz-
li, che gli aveva portato in dote il ca- È significativo che Giovan Battista ze Isabella Acquaviva, poi, nel 1728, in
stello di Forano, elevato a titolo di mar- Strozzi avesse messo i suoi figli sotto la seconde Ottavia di Filippo Corsini.
210 chesato nel 1633, era morta nel 1618 e tutela dei cardinali Francesco e Anto- Tuttavia il quadro di Jacopino non pro-
4. Jacopino del Conte, Livia Colonna. Roma,
Galleria Borghese.
Il Ritratto di Filippo Strozzi di Jacopino del Conte
viene da questa unione, poiché, come
ho già fatto notare, nel frattempo era
passato ai Barberini. Filippo Strozzi la-
sciò in eredità titoli e beni al fratello
Ferdinando (1719-1769). Dal matri-
monio di quest’ultimo con Giulia di
Piero Strozzi nacque Lorenzo Strozzi
(1748-1802). Nella sua collezione fio-
rentina compare un ritratto a mezzo
busto di Filippo Strozzi il banchiere,
inciso da Gaetano Vascellini a Firenze
nel 176624. L’immagine ricompare nel
frontespizio della tragedia Filippo
Strozzi del poeta fiorentino Giambatti-
sta Niccolini (1847). Dunque il dipin-
to inciso da Vascellini si riferisce a
un’immagine ricordo, in possesso degli
Strozzi di Firenze (secondo un dipinto
perduto), la quale deriva verosimilmen-
te dall’originale di Jacopino del Conte,
passato, come abbiamo visto, dagli ere-
di di Roberto di Filippo Strozzi al car-
dinale Carlo Barberini. Questo passag-
gio di proprietà, pur non essendo do-
cumentabile, è deducibile dalle vicende
storiche analizzate. Carlo Barberini po-
trebbe aver acquistato o ricevuto in do-
no il dipinto Strozzi. Una cosa però è
certa. Nonostante i legami di amicizia
con Giovan Battista Strozzi e i suoi fi-
gli, il quadro di Jacopino non fece mai
parte della collezione del cardinale
Francesco Barberini. A ben vedere, il
dipinto in questione è citato nell’inven-
tario del cardinale Carlo Barberini tra i
suoi beni personali ed è distinto da
quelli provenienti dall’eredità dello zio,
cardinale Francesco. Poiché il dipinto
non è citato nel testamento di Anna
Colonna Barberini, né nell’inventario
redatto dopo la sua morte, si può legit-
timamente pensare che Carlo Barberini
abbia acquisito personalmente il dipin- tistico, delineata nella prima parte di cisioni pubblicate da Litta nel 1839 e
to. In effetti il dipinto si trovava nella questo studio. Nell’inventario di Gio- dalle copie in Palazzo Vecchio a Firen-
quarta stanza del suo appartamento, si- van Battista Strozzi, marchese di Fora- ze. Nell’illustrazione del Litta è eviden-
to al primo piano del palazzo alle no (1636), erede di Leone di Roberto te che il ritratto in piedi di Piero Stroz-
Quattro Fontane, ed era esposto a fian- Strozzi, si trovano solamente tre dipin- zi, riferito a Bronzino, molto probabil-
co del proprio ritratto, dipinto da Car- ti riferiti a Tiziano: un ritratto di Piero mente era di mano di Jacopino del
lo Maratta. Nella redazione finale del- Strozzi «misura d’imperatore», un altro Conte (fig. 8). Sarebbe sorprendente
l’inventario di beni del cardinale Carlo di Clarissa Strozzi su tavola (la «Putti- che Bronzino, pittore ufficiale della
Barberini il dipinto in questione non na») e la sua replica su tela26. Sono di corte di Cosimo I, avesse lavorato per il
fu riconosciuto né per il soggetto né seguito menzionati altri ritratti identi- capo dei fuoriusciti nemico giurato del
per l’autore, ma rimase confuso come ficabili con il banchiere Filippo Strozzi, duca di Firenze. Inoltre, nel Litta lascia
«un ritratto di huomo con pelliccia al : suo figlio il cardinale Lorenzo e il suo perplessa l’illustrazione di un ritratto,
p.mi : 51 :3 : cornice nera di Titiano»25. primogenito Piero, maresciallo di Fran- identificato come Filippo Strozzi e at-
La confusione tra Jacopino del Conte e cia. Secondo l’inventario del 1707 si tribuito a Tiziano, appartenuto alla col-
Tiziano non ha altra spiegazione che trattava di ritratti «al naturale in piedi». lezione dell’arciduca Leopoldo Gugliel-
quella generale, di carattere storico ar- Possiamo averne un’idea grazie alle in- mo d’Austria (inv. 1659, n. 5, come 211
5. Jacopino del Conte, Ritratto di Filippo Stroz-
zi. Parigi, Galerie Kugel.
«Tintoretto»). Conservato oggi a Vien-
na (olio su tela, cm 115,8 x 89, Kun-
sthistorisches Museum, Gemäldegale-
rie, Kat.-Nr. GG 76) e datato circa
1560, questo quadro non è un origina-
le di Tiziano, né raffigura Filippo
Strozzi.
Quanto all’eredità Barberini, mantenu-
tasi intatta grazie al fidecommisso fino
all’inizio del xVIII secolo, fu oggetto di
un lungo contenzioso, che ebbe fine
nel 181127. Il quadro di Jacopino del
Conte pervenne in eredità a Cornelia
Costanza Barberini (1716-1797), figlia
di Urbano III principe di Palestrina, e di
Maria Teresa Boncompagni. Nel 1728
Cornelia Costanza sposò Giulio Cesare
Colonna di Sciarra (1702-1787), V
principe di Carbognano28. La coppia
abitò nell’appartamento al terzo piano
dell’ala sud del palazzo alle Quattro
Fontane. Cornelia Costanza, ultima
erede del maggiorasco Barberini, fu co-
stretta a vendere molte opere per paga-
re i debiti del marito. Per trovare una
soluzione al contenzioso ereditario tra
Barberini e Colonna, furono fatti degli
scambi. Il quadro di Jacopino passò
prima ad Anna Colonna Barberini, poi
a Eleonora Antinori Corsini. Ed eccoci
giunti al termine.
È una curiosa coincidenza storica che il
1042 di C, barrato in nero; acquistato dal cardi- 13
ritratto di Filippo Strozzi sia passato ai Correspondance des nonces en France, Dandino,
nale Fesch nel 1839; donato alla città di Ajaccio della Torre et Trivulzio (1546-1551), Paris 1966.
Barberini, poiché Antonio Barberini nel 1839; transazione tra il Conte di Survilliers 14
B. Varchi, Storie, xIII, Firenze 1844, III p. 6; G.
(1494-1559), per aver sostenuto la cau- (Joseph Bonaparte) e la città d’Ajaccio nel 1842; B. Adriani, Istoria, Firenze 1583, p. 452.
preso in carico dalla città nel 1852. Fotografia 15
sa dei fuoriusciti, morì assassinato per L. Mortari, Francesco Salviati, Roma 1992, p.
PP207 RMN. Ringrazio Philippe Costamagna e il 165, n. 214 (tra le opere respinte).
mano dei sicari di Cosimo I, nemico Musée Fesch per l’assistenza nella ricerca. Altra fo- 16
Il quadro Schäffer, citato come Annibal Caro
comune delle due antiche casate fioren- to a Villa I Tatti, come «Scipione Pulzone». Una nella lista di Jacopino stilata da Venturi (1933), fu
tine29. copia di Cristofano dell’Altissimo è agli Uffizi identificato come Roberto Strozzi grazie alla tela di
(olio su tavola, cm 60 x 34, inv. 1890, n. 2992), Palazzo Vecchio dalla Cheney (1963 e 1970), la cui
cfr. M. Micheletti, in Gli Uffizi, Firenze 1979, p. tesi di dottorato però non fu presa in considerazio-
648; A. Donati, in L. Puppi e A. Donati, Tiziano ne da Zeri (1978), il quale parla dei due quadri co-
e Paolo III. Il pittore e il suo modello, Roma 2012, me dei «ritratti di Filippo Strozzi»: cfr. A. Donati,
1 pp. 56-57, fig. 18.
Su Jacopino del Conte cfr. A. Donati, Michelan- Michelangelo Buonarroti… cit., p. 152, fig. 204;
7
gelo Buonarroti, Jacopino del Conte, Daniele Riccia- A. Donati, Michelangelo Buonarroti… cit., pp. Id., in Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona…
relli: ritratto e figura nel manierismo a Roma, San 158-159, fig. 210, con bibliografia. cit., p. 108, fig. 31.
8 17
Marino 2010, pp. 116-163, 164-257, con fonti e Sotheby’s, Milano, 8 giugno 2010, n. 36, come L. Mortari, Francesco Salviati… cit., p. 156, n.
bibliografia. «scuola toscana, 1ª metà secolo xVI». 153.
2 9 18
Su Venusti ho in corso di preparazione il catalo- G. B. Niccolini, Filippo Strozzi, Firenze 1847, pp. Aretino, Lettere, ed. cit. Roma 1998, II p. 398, n.
go ragionato. CxVII-CxIx; F. Guicciardini, Storie, Firenze 1945, p. 395, lettera a Tiziano del 6 luglio 1542.
3 79. 19
L’attribuzione a Ricciarelli, avanzata da me nel A. Donati, Michelangelo Buonarroti… cit., pp.
10
2010, è stata accolta dal Metropolitan Museum, Su Piero Strozzi e i fuoriusciti cfr. A. Donati, in 152-153, figg. 235-236.
che ha proceduto a far restaurare il dipinto. Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona: pittori 20
F. Guglielmi, Anna Colonna Barberini e il mona-
4 veneziani in Puglia e fuoriusciti napoletani in Fran-
G. Vasari, Vite, 1568, ed. Milanesi, Firenze 1906, stero di Regina Caeli, in “Alma Roma” xxxII, mag-
V p. 58, VII pp. 575-577; G. Baglione, Vite, 1642, cia, Foggia 2012, con bibliografia. gio-agosto 1991, 3-4, pp. 51-87; per il testamento
11
pp. 75-76, e note di Hess-Röttgen, Città del Vati- A. Donati, Michelangelo Buonarroti… cit., p. di Anna Colonna Barberini, ivi, pp. 70-87; per gli
cano 1995, III pp. 571-577. 152, fig. 202 (Ridolfi) – una copia (replica?) su te- inventari cfr. Id., La successione di Anna Colonna
5 la, cm 109,9 x 93,4, è a Boston, Museum of Fine
A. Donati, Michelangelo Buonarroti… cit., pp. Barberini, in “Alma Roma” xxxIII, maggio-agosto
155-156, fig. 221; e Id., in Il Rinascimento a Roma. Arts (già Stanley Moss Collection) – e pp. 160- 1992, 3-4, pp. 75-96. Il fondo Barberini, deposi-
Nel segno di Michelangelo, Milano 2011, p. 215, ill. 161, fig. 122 (Gaddi). tato in ASV, è ancora in corso di studio, special-
12
e p. 304, n. 110, con bibliografia. Sulla cronologia, oltre al mio libro del 2010, cfr. mente i documenti relativi al cardinale Carlo Bar-
6 D. E. Valente, Nuovi documenti per l’oratorio di San
Esposto nelle sale del Musée Fesch dal 5 luglio berini, sul quale cfr. F. Barberini, Artisti e artigiani
2011; iscrizione di Peraldi, 1892; vecchio numero Giovanni Decollato a Roma, in “Bollettino d’Arte” al servizio del cardinal Carlo Barberini per le solenni
212 692 in nero, barrato in verde; 334 in verde; N.° 98, 2013, 19/20, pp. 51-72. esequie di Giacomo II Stuart, in “Miscellanea Bi-
6. Francesco Salviati, Ritratto di Roberto Stroz-
zi. New York, Marco Grassi.
Il Ritratto di Filippo Strozzi di Jacopino del Conte
bliotecae Apostolicae Vaticanae” xVIII, 2011, pp. 7- 28
Il titolo di principe di Palestrina fu concesso a
26. Giulio Cesare Colonna da papa Pio V nel 1571,
21 ASF, Carte Strozzi, V, 790, fasc. 51, f. 159v: cfr.
mentre il feudo di Carbognano fu la ricompensa
M. B. Guerrieri Borsoi, Gli Strozzi a Roma… cit., per suo figlio, Francesco III Colonna, quando ce-
Roma 2004, pp. 249-248, Appendice IV (cit. p. dette Palestrina a Carlo Barberini, fratello del papa
248). Urbano VIII: cfr. Litta, 1837, VIII e x.
22 ASF, Carte Strozzi, V, 786, III, fasc. 3: cfr. M. B. 29
P. Pecchiai, Un assassinio politico a Roma nel Cin-
Guerrieri Borsoi, Gli Strozzi a Roma… cit., p. 248, quecento, Roma 1956.
Appendice IV.1. Sulla carriera militare di Leone
Strozzi cfr. G. Brunelli, «Prima maestro, che scola-
re». Nobiltà romana e carriere militari nel Cinque e
Seicento, in La nobiltà romana in età moderna…,
Roma 2001, pp. 89-132 (p. 104).
23
ASR, Notai Capitolini, D. Burattus, vol. 1369, f.
1025v: cfr. M. B. Guerrieri Borsoi, Gli Strozzi a
Roma… cit., p. 249, Appendice IV.2.
24
A. Donati, Michelangelo Buonarroti… cit., p.
152.
25
ASV, Archivio Barberini, Arm. 155, f. 198r (n.
90): i quadri appartenuti al cardinale Carlo Barbe-
rini corrispondono ai ff. 192r-209: cfr. M. Aron-
berg Lavin, Seventeenth-Century Barberini Docu-
ments and Inventories of Art, New York 1975, p.
431.
26
M. B. Guerrieri Borsoi, Gli Strozzi a Roma…
cit., pp. 201-202.
27
M. G. Barberini, La galleria dei ritratti nel mez-
zanino di palazzo Barberini… cit., in I Barberini…
cit., Roma 2007, pp. 605-618; L. Mochi Onori, Le
vendite di Cornelia Costanza e le copie dei dipinti,
ivi, pp. 629-636 (p. 630). Gli inventari Barberini
dei secoli xVIII- xIx, compreso quello stampato nel
1810 (BAV, RG DIR III 1350), sono annunciati
come di prossima pubblicazione. 213
7. Cristofano dell’Altissimo, attr. (Jacopino del
Conte?), Ritratto di Leone Strozzi, dal Litta, 8. Bronzino, attr. (Jacopino del Conte?), Ritratto
1839. di Piero Strozzi, dal Litta, 1839.