Il 22 maggio 337, nel trentunesimo anno di regno, durante la festa di Pentecoste, Flavio Valerio Costantino moriva, per una improvvisa malattia, in una residenza imperiale nel sobborgo di Achyrona ¹, nei pressi di Nicomedia. Pochi giorni prima, sentendo l’approssimarsi della morte, aveva deciso di farsi battezzare dal vescovo ariano della città, Eusebio, che negli ultimi tempi era diventato il suo consigliere in materia ecclesiastica. Per chi credeva ai presagi, la sua morte venne preannunciata dall’apparizione di una cometa di insolita grandezza, che fu visibile in cielo per diverso tempo ².
La morte colse Costantino mentre era intento ai preparativi per una guerra contro i Persiani di Sapore II, che nel 336 aveva invaso e annesso l’Armenia, alleata dei romani, e minacciava i territori della Mesopotamia.

Costantino, che intendeva guidare personalmente l’offensiva contro i Persiani, si ammalò mentre con la flotta si dirigeva da Costantinopoli verso la Siria. Fece allora rotta su Pythia Terma, sperando che le rinomate acque termali del luogo gli recassero giovamento. Quando le sue condizioni di salute peggiorarono ancora, si diresse a Elenopoli, in Bitinia, la città che aveva dedicato alla memoria di sua madre, per pregare sulle tombe dei martiri. A Elenopoli, Costantino comprese di essere quasi alla fine dei suoi giorni e si recò in direzione della vicina Nicomedia. Giunto nei pressi della città, convocò i vescovi e chiese di essere battezzato.
All’epoca, non era insolito ricevere il battesimo in punto di morte, allo scopo di garantirsi la vita eterna; infatti, molto pragmaticamente, col sacramento si otteneva la cancellazione di tutti i peccati e si era sicuri di non avere più il tempo di commetterne altri. Costantino, che in vecchiaia si era avvicinato sempre di più alla dottrina di Ario, respinta dal Concilio di Nicea nel 325, venne battezzato dal vescovo ariano Eusebio nella villa imperiale in cui sostava col suo seguito; poco prima aveva anche partecipato, per la prima volta nella sua vita, alla veglia Pasquale. Dopo il battesimo, Costantino indossò le vesti imperiali, ma di colore bianco anziché di porpora, e si mise a letto ad attendere la morte, che sopraggiunse a mezzogiorno, dopo che l’imperatore aveva ultimato anche la redazione del testamento.
Costantino aveva previsto di ripartire, dopo la sua morte, la gestione dell’impero tra quattro Cesari, i suoi tre figli Costantino II, Costanzo II e Costante e il nipote Dalmazio, ai quali si affiancava per l’Armenia e il Ponto, col titolo di Rex regum et Ponticarum gentium (Re dei re e delle genti del Ponto) l’altro nipote Annibaliano.

Le cose andarono però diversamente e, poco tempo dopo, nell’estate del 337, in un bagno di sangue probabilmente ordito da Costanzo II, i soldati trucidarono tutto il ramo cadetto della famiglia composto dai fratellastri di Costantino e dai due nipoti Dalmazio e Annibaliano, consegnando l’impero nelle mani dei suoi tre figli, Costantino II, Costanzo II e Costante, che il 9 settembre 337 furono acclamati Augusti dall’esercito.
Dopo la morte, Costantino venne divinizzato con il consueto rito della consecratio ³, com’era consuetudine con gli imperatori pagani, e l’evento fu celebrato anche con alcune monete che lo mostrano avvolto in un mantello mentre vola verso il cielo su una quadriga. Il corpo, con indosso le insegne imperiali, la porpora e il diadema, fu trasportato a Costantinopoli in una bara d’oro. Il secondogenito Costanzo II fu il solo dei figli che riuscì a recarsi a Costantinopoli a presenziare ai funerali.
Costantino aveva dato disposizione di essere sepolto a Costantinopoli, nella basilica dedicata ai Santi Apostoli, da lui stesso edificata a questo scopo, dove aveva fatto collocare in cerchio dodici cenotafi dedicati agli apostoli, al cui centro c’era un sarcofago di porfido riservato a lui. Non sappiamo se con questa sistemazione Costantino intendeva suggerire di considerarsi isoapostolo, cioè alla pari dei dodici apostoli, o addirittura un nuovo Cristo.

Costantino, che era nato il 27 febbraio del 272 o 273 a Naissus, in Mesia, fu il primo imperatore romano morto dopo aver ricevuto il battesimo cristiano. Nel Medioevo, ebbe grande fortuna una curiosa leggenda, secondo cui l’imperatore si sarebbe fatto battezzare a Roma da Papa Silvestro, perché in sogno i santi Pietro e Paolo gli dissero che solo in quel modo sarebbe potuto guarire dalla lebbra che lo aveva colpito.
Ugualmente priva di fondamento è la versione, riportata da Zosimo ⁴, secondo cui la conversione al Cristianesimo di Costantino fu dovuta al tentativo di purificarsi dalla colpa di aver fatto uccidere la sua seconda moglie Fausta e il figlio primogenito Crispo; poiché i sacerdoti pagani affermavano che nessuna cerimonia di purificazione poteva cancellare una simile empietà, Costantino si sarebbe rivolto all’unica religione che garantiva il perdono di tutti i peccati.
NOTE
¹ Aurelio Vittore (De Caesaribus, XLI, 15)
² Eutropio (Breviarium, X, 8, 3)
³ Eutropio (Breviarium, X, 8, 3)
⁴ Zosimo (Storia Nuova, II, 29, 3)






