Alle Calende di giugno, il primo giorno del mese, ricorreva l’anniversario della dedica del tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio, avvenuto nel 344 a.C. ad opera di Lucio Furio Camillo.

L’appellativo di “Moneta” (colei che avverte) venne attribuito a Giunone come ringraziamento per aver allertato nel 390 – con lo strepito delle oche sacre alla dea che vivevano nel recinto del suo tempio – i Romani asserragliati sul Campidoglio del tentativo notturno dei Galli di Brenno di penetrare nella rocca dopo aver già saccheggiato la città. In seguito, gli edifici annessi al tempio ospitarono la zecca (ad Monetam), dando origine all’attribuzione alla parola “moneta” del significato moderno di denaro.

La regola generale prevedeva che la data di fondazione di tutti i templi dedicati a Giunone cadesse nel primo giorno del mese perché, nella religione romana, le calende di ogni mese erano consacrate a Giunone (Macrobio, Saturnalia, I, 15, 18); infatti, col suo appellativo di Lucina, Giunone era anche dea del parto, e quindi presiedeva simbolicamente alla nascita di ogni mese.

In tutte le Calende, un pontefice minore sacrificava a Giunone nella Curia Calabra, mentre la regina sacrorum, moglie del rex sacrorum, immolava alla dea nella Regia una scrofa o un’agnella.