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Vittima

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Paolo e Francesca (G. Previati, 1887 ca.)

Citazioni sulla vittima.

Citazioni

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  • Chi è nonviolento è portato ad avere simpatia particolare con le vittime della realtà attuale, i colpiti dalle ingiustizie, dalle malattie, dalla morte, gli umiliati, gli offesi, gli storpiati, i miti e i silenziosi, e perciò tende a compensare queste persone ed esseri (anche il gatto malato e sfuggito) con maggiore attenzione e affetto, contro la falsa armonia del mondo ottenuta buttando via le vittime. (Aldo Capitini)
  • È antica osservazione che in ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere. (Primo Levi)
  • L'onore della vittima è di non essere l'assassino. (Khalil Gibran)
  • Li hai visti quei bambini, no? Ognuno di loro è vittima di una delle tante guerre che insanguinano il mondo. E ciascuno di essi sarà un ottimo soldato nelle guerre che verranno! Iniziare una guerra, gettare benzina sul fuoco dell'odio, provocare vittime... E poi salvarle, addestrarle e trasformarle in soldati per il prossimo conflitto. Questo è il ciclo infinito della guerra! (Metal Gear 2: Solid Snake)
  • Preferisco essere una vittima piuttosto che un assassino. (Duello al sole)
  • Sono la piaga e il coltello! | Lo schiaffo e la guancia! | Le membra e la ruota, | la vittima e il carnefice! (Charles Baudelaire)
  • Tutti coloro che vivono soggetti alle leggi altrui sono vittime. (Tom Robbins)
  • Come i nostri progenitori del Quattrocento erano ossessionati dalla creazione di santi e i nostri antenati dell'Ottocento dalla produzione di eroi (da Cristoforo Colombo a George Washington), così in noi c'è l'assillo di individuare, celebrare e, se occorre, fabbricare vittime che abbiano un unico tratto comune: la negazione della parità con la Bestia Bionda dell'immaginazione sentimentale, il maschio bianco eterosessuale benestante. L'assortimento di vittime disponibile una decina d'anni fa - negri, chicanos, indiani, donne, omosessuali - è venuto allargandosi fino a comprendere ogni combinazione di ciechi, zoppi, paralitici e bassi di statura o, per usare i termini corretti, di non vedenti, non deambulanti e verticalmente svantaggiati. Mai, nel corso della storia umana, tante perifrasi hanno inseguito un'identità.
  • Intanto, la nuova ortodossia del femminismo sta abbandonando l'immagine della donna autonoma ed esistenzialmente responsabile a favore della donna vista come vittima inerme dell'oppressione maschile; trattarla da eguale di fronte alla legge significa aggravare la sua condizione di vittima.
  • La diffusa rivendicazione del rango di vittima corona la cultura terapeutica, da tempo cara all'America. Mostrarsi forti può celare semplicemente una traballante impalcatura di denegazione, ma essere vulnerabili è garanzia di invincibilità. La doglianza dà potere - anche se è solo il potere del ricatto emotivo, che crea un tasso di sensi di colpa sociali mai registrato in precedenza.
  • [...] veniamo creando un'infantilistica cultura del piagnisteo, dove c'è sempre un Padre-padrone a cui dare la colpa e dove l'ampliamento dei diritti procede senza l'altra faccia della società civile: il vincolo degli obblighi e dei doveri. L'atteggiamento infantile è un modo regressivo di far fronte allo stress della cultura aziendale: non calpestarmi, sono fragile. L'accento cade sulla soggettività: le sensazioni che proviamo, anziché ciò che pensiamo o siamo in grado di sapere.
  • La vittima prende sempre parte al delitto. E per di più negativa.
  • Non tutti hanno la fortuna di essere vittima, alcuni devono accontentarsi della sorte di carnefice.
  • Quanto più pulite le vittime, tanto più sporche le mani degli assassini.

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