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Teti (Nereide)

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Teti
Teti, scultura di William Henry
Nome orig.Θέτις (Thétis)
Lingua orig.greco antico
Caratteristiche immaginarie
Specienereide
Sessofemmina
Professionedivinità del mare
Affiliazionedei olimpici

Teti o Tetide (in greco antico: Θέτις?, Thétis), è un personaggio della mitologia greca. Fu la più bella delle Nereidi.

In greco il suo nome (in greco antico: Θέτις?, Thétis) si differenzia chiaramente da quello della titanide Teti (in greco antico: Τηθύς?, Tēthýs) anche se, probabilmente, entrambe le divinità derivano da un'unica divinità delle acque di un culto più antico.

Figlia di Nereo[1][2] e di Doride,[1][2] sposò Peleo[3][4] che la rese madre di Achille.[3][4]

Secondo Tolomeo Efestione Achille fu il settimo ed ultimo figlio di Peleo e Teti.[5] Gli altri sei sono innominati.

Teti vinse una gara di bellezza che la vide opposta a Medea ed a cui prese parte, come giudice, Idomeneo.[6]

Un mito che non c'è

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Si dice che fu Teti ad immergere Achille nel fiume Stige sorreggendolo per un tallone e che questo unico punto fu l'unica zona della sua pelle a non diventare invulnerabile, ma in realtà nessuno scritto antico a noi pervenuto racconta di questa leggenda e ci resta così solo il comune pensiero del tallone di Achille.

Teti immerge Achille nel fiume Stige, Antoine Borel.

Omero nell'Iliade fa continui riferimenti alla vulnerabilità di Achille ma alla fine scrive solo che Achille morì perché Paride lo trafisse al tallone con una freccia.[7]

Teti cercò invece di rendere Achille immortale immergendolo ogni notte nelle fiamme di un fuoco ed ungendolo con ambrosia durante il giorno ma quando fu scoperta dal marito Peleo, questi urlò di terrore e Teti si spaventò abbandonando il bambino e scomparendo nel mare.[8]

Tolomeo Efestione sostiene che Teti avesse bruciato in segreto altri sei figli (innominati) e che furono bruciati prima che fosse scoperta da Peleo che, la scoprì invece, mentre bruciava l'ultimo nato (Achille). Peleo lo strappò dalle fiamme quando aveva soltanto un piede bruciato e lo diede a Chirone e quest'ultimo riesumò il corpo del gigante Damiso per prendere il suo astragalo che inserì al posto dal tallone bruciato di Achille.[5]

Teti ed i suoi pretendenti

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Se alcuni dicono che Zeus e Poseidone furono rivali per la sua mano e che si ritirarono dopo che Temi profetizzò che avrebbe generato un figlio in grado di divenutare più potente del padre, altri sostengono che Prometeo li avvisò che il bambino sarebbe diventato il signore del cielo. Altri ancora sostengono che Teti non avrebbe mai accettato Zeus perché fu allevata da Era (la moglie di Zeus) e che fu per questo motivo che Zeus stesso l'avrebbe data in sposa ad un mortale.[9]

Peleo seguì un consiglio di Chirone, che gli suggerì di afferrarla e tenerla ferma (nonostante Teti fosse in grado di trasformarsi in fuoco, acqua o bestia) e di non lasciarla andare fino a quando non riprendesse la sua forma umana. E si sposarono sul Monte Pelio e gli stessi dei celebrarono le nozze con feste e canti.[9]

Il banchetto degli dei alle nozze di Peleo e Teti, Hendrick de Clerck (XVII secolo).

Teti, Achille ed Efesto

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Teti, temendo che dell'imminente guerra di Troia potesse coinvolgere suo figlio Achille, decise di agire per proteggerlo chiedendo a Poseidone di far naufragare le navi di Paride, ma il dio del mare le rispose che il destino non poteva essere cambiato. Teti allora si recò da Chirone dove poi, quando fu raggiunta dal figlio, nella notte lo prese con sé e lo portò sull'isola di Sciro, dove lo travestì da donna e lo affidò alle cure del re Licomede che lo accolse e lo nascose tra le sue figlie.[10]Achille visse così travestito da donna e fu soprannominato Pirra per il colore dei suoi capelli.[11]

Molto tempo prima Teti ed Eurinome si presero cura del piccolo Efesto (dopo che questi fu gettato giù dall'Olimpo da Zeus), ed Efesto fu sempre grato alle due divintà. Quando avvenne la guerra di Troia, successe che Patroclo, pensando di spaventare i troiani, indossò l'armatura e le armi di Achille e sfidò Ettore. Patroclo però perì nella sfida ed Ettore gli prese le armi. Achille, furioso per la perdita dell'amico e delle armi fu udito da Teti che, giunta in suo soccorso, chiese ad Efesto di forgiarne di nuove e lui, pieno di graitudine le forgiò.[12]

Vaso attico a figure nere rappresentante Teti che consegna al figlio le armi forgiate da Efesto.
  1. ^ a b (EN) Nereo, su theoi.com, su theoi.com.
  2. ^ a b (EN) Esiodo, 'Teogunia', 240, su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.
  3. ^ a b (EN) Apollodoro, 'Biblioteca', libro 3.13.6, su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.
  4. ^ a b (EN) Igino, 'Fabulae', 270, su topostext.org. URL consultato il 18 settembre 2025.
  5. ^ a b (EN) Damiso su, 'Theoi.com', su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.
  6. ^ Tolomeo Efestione, libro V.
  7. ^ Omero, Iliade
  8. ^ (EN) Apollonio Rodio, 'Argonautica', libro 4.835, su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.
  9. ^ a b (EN) Apollodoro, 'Biblioteca', libro 3.13.5, su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.
  10. ^ Publio Papinio Stazio, 'Achilleide', capitolo 1, su sunelweb.net. URL consultato il 18 settembre 2025.
  11. ^ (EN) Igino, 'Fabulae', 15, su topostext.org. URL consultato il 18 settembre 2025.
  12. ^ (EN) Omero, 'Iliade', libro XVIII 349-613, su theoi.com. URL consultato il 18 settembre 2025.

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