Porto di Genova
| Porto di Genova | |
|---|---|
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Comune | |
| Mare | Mar Ligure |
| Tipo | container, officine navali, traghetti, crociere |
| Passeggeri | circa 2 094 701 (2021) |
| Traffico merci | circa 48831000 t (2021) |
| Coordinate | 44°24′00″N 8°55′12″E |
Il porto di Genova (in sigla GOA) è il più grande porto italiano, con un’estensione di 7 000 000 mq riguardo agli spazi a terra e 500 hm² di specchi acquei, e 22 km di banchine, sia in ragione al numero di linee di navigazione[1] sia per movimentazione container con destinazione finale (e più in generale per volume di merce varia) sia per profilo occupazionale (più di diecimila lavoratori diretti, circa trentamila considerando l'indotto).
Inoltre, è stato anche primo per volumi movimentati fino al 2013, anno in cui il porto di Trieste lo ha superato (principalmente in ragione di un sostanzioso incremento delle movimentazioni di rinfuse liquide presso l'oleodotto SIOT).
Il porto di Genova vanta anche pescaggi a filo banchina dagli otto metri delle calate passeggeri ai quindici metri dei grandi terminal contenitori del PSA Genova - Pra' e del SECH.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Posizione strategica
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Sbocco naturale al mare delle regioni del Nord-Ovest italiano e situato in posizione strategica verso l'hinterland economico e commerciale europeo, il porto di Genova ha una storia e una tradizione antichissime.[2][3]

Si sviluppa, partendo da levante verso ponente, dal bacino delle Grazie (l'area dove sorgono i cantieri e le officine delle riparazioni navali), poco distante dal quartiere fieristico della Foce e dal porticciolo turistico Duca degli Abruzzi, fino ai moderni terminal per la movimentazione delle merci varie poco discosti dalla Lanterna.[4]
Lo scalo – che ha il suo naturale completamento nel porto petroli di Multedo, vicino a Pegli, e nel terminal container di Pra' – comprende al suo interno, lungo i circa sei chilometri di strada sopraelevata che definiscono anche visivamente l'area del rinnovato porto antico.[5]
Nel tratto di costa fra Cornigliano e Sestri Ponente alcuni moli sono riservati ai cantieri di costruzioni di nuove imbarcazioni della Fincantieri.
In sostanza, il porto di Genova restituisce alla città un valore simbolico aggiunto che va oltre il significato strettamente funzionale: il porto è infatti la città stessa e ne costituisce buona parte della storia.[6]
Ma una tale storia è composta anche di dure vertenze sindacali, registratesi specialmente in anni più recenti, come quella che contrappose a fine anni ottanta i responsabili dei lavoratori portuali – i camalli eredi dei vecchi caravana addetti al carico/scarico dei piroscafi a tre alberi ormeggiati alle vecchie banchine e ai sili granari – e l'autorità portuale messa di fronte alla necessità di un radicale rinnovamento indispensabile per fronteggiare la concorrenza che si faceva sempre maggiormente pressante dei porti del nord Europa.
Dopo il crollo del Ponte Morandi, si è intensificato il dibattito per la realizzazione mediante contributi dell'Unione europea di un interporto in provincia di Alessandria, di un varco doganale per le merci internazionali sulla sponda destra del torrente Polcevera e per l’apertura h24 dei terminal, fatto che permetterebbe di spostare 4 000 mezzi pesanti fuori dal traffico cittadino nelle ore di punta, e di recuperare il gap di competitività stimato nel breve termine.[7]
L’area portuale è inoltre caratterizzata da un’elevata accessibilità passeggeri e traghetti, con collegamenti diretti alle principali reti autostradali, ferroviarie e aeroportuali.[8]
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L'area del porto storico in un'acquatinta di Ambroise Louis Garneray del 1810 circa. In primo piano si notano le tall ship in entrata e uscita dal bacino. A sinistra, la Lanterna e, sulla destra, le antiche mura
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Il porto di Genova nel 1846. Immagine celebrativa dell’8º congresso degli scienziati italiani, Genova settembre 1846.
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Litografia della metà del XIX secolo
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Opera di ricostruzione del porto dopo i bombardamenti del 1945, foto di Federico Patellani
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I Magazzini del Cotone visti dall'ascensore panoramico
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Panorama sul porto al tramonto
Sezioni del porto
[modifica | modifica wikitesto]Da ponente a levante il porto di Genova comprende le seguenti sezioni principali:
- Porto di Pra': localizzato nella delegazione ed ex-comune di Pra' è il maggiore terminal container del porto con una capacità di 1,5 milioni di TEUs all'anno. Vi opera il PSA Genova - Pra'. Fu inaugurato nel luglio del 1992.[9]
- Bacino di Multedo – Sestri Ponente:
- Porto Petroli: importante porto petrolifero a livello europeo situato davanti al quartiere di Multedo.
- Porticciolo turistico di Sestri Ponente: a seguito della riqualifica del bacino interno ricavato dalla penisola aeroportuale, con la costruzione della Marina di Genova Aeroporto, la capacità del porticciolo è stata portata fino a circa 2 000 posti barca con la disponibilità di ormeggio anche per grandi yacht fino a 90 metri.
- Aeroporto di Genova-Sestri
- Bacino di Sampierdarena: importantissima zona del porto nel quale sono concentrati numerosi terminal dediti al commercio navale di merci varie (come il Terminal Frutta e il Genoa Metal Terminal), di container (Terminal Messina) e di rinfuse (Terminal Rinfuse, SAAR); qui, ai piedi della Lanterna si trova anche una centrale termoelettrica dell'Enel, dismessa nel 2017.[10]
- SECH – Southern European Container Hub[11]: è un altro importante terminal container gestito da Terminal Contenitori Porto di Genova S.p.A. situato tra il Porto Antico e il Bacino di Sampierdarena.
- Stazioni Marittime: area del porto gestita da Stazioni Marittime S.p.A. che controlla il trasporto dei passeggeri tramite vari terminali per concessione statale fino al 2040.
- Porto antico: è l'area dove sorsero le prime attività portuali di Genova. In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell'America l'intera area del Porto antico è stata totalmente riqualificata su progetto dell'architetto Renzo Piano nel 1992.
- Area di Levante: zona perlopiù dedita alle riparazioni navali. A levante di quest'area, presso il quartiere della Foce si trova l'area della Fiera, all'interno della quale ogni anno nel mese di ottobre si svolge il Salone nautico di Genova, mostra espositiva di imbarcazioni con rilevanza internazionale.
Il porto in cifre
[modifica | modifica wikitesto]Situato geograficamente nella parte più settentrionale del mar Ligure, lo scalo genovese occupa circa cinquecento ettari di superficie a terra e altrettanti sullo specchio acqueo.
Le opere marittime su cui si basa si estendono per quarantasette chilometri di lunghezza cui trenta chilometri per i soli pontili operativi; la profondità dei fondali varia dai nove ai quindici metri, con punte di cinquanta.
Due sono i fari principali: oltre a quello conosciuto universalmente come la Lanterna, che sorge sulla collina di San Benigno, nella zona di Sampierdarena, vi è quello, minore e dedicato alle superpetroliere, ubicato a Punta Vagno, nella zona residenziale di corso Italia.
Nel marzo 2024 è stato avviato il cantiere per la realizzazione del primo tunnel sottomarino italiano, il primo in Europa per dimensioni e il quarto al mondo per diametro esterno. Il progetto prevede la costruzione di due tunnel, uno per ogni senso di marcia, per un totale di 3.4 chilometri in galleria fino a una profondità massima di 45 metri e con un diametro esterno di 16. La fine dei lavori è prevista per il 2029.[12] Il 6 marzo Toti ha affermato che era doveroso dedicare l'opera alle vittime del crollo del Ponte Morandi.[13]
Analisi dei traffici
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Generalità
[modifica | modifica wikitesto]La movimentazione delle merci nel porto di Genova è quanto mai variegata e ugualmente articolato è il traffico dei passeggeri che usufruiscono della Stazione marittima del terminal crociere e del moderno terminal traghetti con linee per le maggiori località del mar Mediterraneo. In passato questa zona del porto serviva anche come base per l'imbarco sui transatlantici della Società Italia e di altre compagnie di navigazione di linea.
Il porto di Genova com'era nel Settecento
Dopo aver conosciuto un lungo periodo di crisi – susseguente al ristagno economico degli anni settanta e anni ottanta, ma dovuto anche a un inasprimento della conflittualità per le condizioni di lavoro e remunerazione delle maestranze portuali – i famosi camalli – lo scalo ha ripreso nuovo vigore negli anni novanta riportando la propria quota di mercato su valori di eccellenza.
Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale (ovvero nei primi quattro decenni del Novecento) il volume di merci movimentate a Genova era cresciuto da circa cinque a otto milioni di tonnellate di merci movimentate.
È negli stessi anni che lo scalo portuale ligure ha incominciato una crescita soprattutto in direzione del ponente, ovvero oltre il bacino della Lanterna, con la realizzazione del nuovo porto di Sampierdarena e l'edificazione – di fatto strappando territorio al mare – del moderno terminal container di Pra', operativo dagli anni novanta.
Fortemente danneggiato dai bombardamenti del 1942 e del 1943 durante la seconda guerra mondiale, il porto riuscì nell'immediato dopoguerra a riconquistare una quota di otto milioni di tonnellate di merci manipolate, eguagliando il dato storico ante-guerra.
Negli anni sessanta, per fronteggiare la secolare congestione del porto[14] acuita dal vertiginoso aumento dei traffici, su iniziativa di Giacomino Costa[15] con un faticoso e contrastato coordinamento delle parti in causa[16], fu realizzato il "porto secco"[17] di Genova a Rivalta Scrivia nei pressi di Tortona, il primo interporto del genere in Italia e oggi collegato tramite ferrovia[18].
A metà degli anni settanta il traffico merci annuo era aumentato di oltre sette volte, superando i sessantadue milioni di tonnellate.
Durante gli anni ottanta, si è avuta una nuova contrazione che ha riportato il tasso di attività a valori modesti (circa quaranta milioni di tonnellate di merci movimentate), ma con la ripresa di fine anni novanta il volume delle merci trattate è tornato a superare i 50 milioni di tonnellate l'anno.
Uguale tendenza ha seguito il movimento di passeggeri – traghetti e crociere – che, nel 2003 ha superato la quota annua record di 3,35 milioni di passeggeri transitati dallo scalo genovese.
Merci imbarcate e sbarcate dall'anno 1900 all'anno 2006
[modifica | modifica wikitesto]Merci imbarcate e sbarcate tramite container dall'anno 1969 all'anno 2006
[modifica | modifica wikitesto]| Anno | Merci sbarcate in container (t) | % sul totale sbarco | Merci imbarcate in container (t) | % sul totale imbarco | Totale movimento containerizzato (t) | % sul totale movimento |
|---|---|---|---|---|---|---|
| 1969 | 301 283 | 0,6 | ||||
| 1970 | 788 691 | 1,4 | ||||
| 1971 | 992 632 | 1,7 | ||||
| 1972 | 1 282 435 | 2,2 | ||||
| 1973 | 1 488 183 | 2,4 | ||||
| 1974 | 1 541 688 | 2,6 | ||||
| 1975 | 1 524 694 | 2,9 | ||||
| 1976 | 1 804 740 | 3,5 | ||||
| 1977 | 1 944 797 | 3,9 | ||||
| 1978 | 2 036 785 | 4,0 | ||||
| 1979 | 2 396 502 | 4,3 | ||||
| 1980 | 1 175 527 | 2,6 | 1 321 580 | 21,6 | 2 497 107 | 4,9 |
| 1981 | 999 192 | 2,4 | 1 403 706 | 23,7 | 2 402 898 | 5,0 |
| 1982 | 982 977 | 2,5 | 1 292 392 | 22,0 | 2 275 369 | 5,0 |
| 1983 | 926 067 | 2,5 | 1 463 100 | 24,4 | 2 389 167 | 5,5 |
| 1984 | 1 019 377 | 2,6 | 1 975 672 | 31,6 | 2 995 049 | 6,6 |
| 1985 | 1 220 682 | 3,3 | 2 000 115 | 31,0 | 3 220 797 | 7,3 |
| 1986 | 1 312 492 | 3,3 | 1 879 305 | 30,3 | 3 191 797 | 6,9 |
| 1987 | 1 276 617 | 3,1 | 1 580 886 | 28,9 | 2 857 503 | 6,2 |
| 1988 | 1 526 272 | 4,0 | 1 806 916 | 34,3 | 3 333 188 | 7,6 |
| 1989 | 1 177 566 | 3,1 | 1 317 985 | 28,4 | 2 495 551 | 5,9 |
| 1990 | 2 989 501 | 6,9 | ||||
| 1991 | 1 552 000 | 4,2 | 1 722 690 | 33,7 | 3 274 690 | 7,8 |
| 1992 | 1 482 347 | 4,0 | 1 738 090 | 33,7 | 3 220 437 | 7,6 |
| 1993 | 1 204 543 | 3,5 | 1 967 974 | 30,4 | 3 172 517 | 7,7 |
| 1994 | 1 487 097 | 4,1 | 2 757 429 | 37,4 | 4 244 526 | 9,8 |
| 1995 | 2 069 254 | 5,3 | 3 302 244 | 42,1 | 5 371 498 | 11,5 |
| 1996 | 2 931 326 | 7,8 | 4 402 143 | 48,2 | 7 333 469 | 15,7 |
| 1997 | 4 266 009 | 13,6 | 6 441 738 | 54,4 | 10 707 747 | 24,7 |
| 1998 | 5 197 571 | 15,6 | 7 082 863 | 56,9 | 12 280 434 | 26,8 |
| 1999 | 5 017 128 | 14,7 | 6 867 106 | 54,4 | 11 884 234 | 25,5 |
| 2000 | 5 969 822 | 16,3 | 8 301 210 | 55,3 | 14 271 032 | 27,6 |
| 2001 | 5 919 764 | 16,4 | 8 150 006 | 53,8 | 14 069 770 | 27,5 |
| 2002 | 5 939 583 | 15,8 | 8 212 058 | 53,6 | 14 151 641 | 26,8 |
| 2003 | 6 544 178 | 17,0 | 8 526 981 | 52,1 | 15 071 159 | 27,4 |
| 2004 | 7 106 868 | 17,8 | 8 806 811 | 51,2 | 15 913 679 | 27,9 |
| 2005 | 8 801 441 | 22,5 | 7 273 303 | 42,2 | 16 074 744 | 28,5 |
| 2006 | 8 842 272 | 22,5 | 7 704 702 | 45,1 | 16 546 974 | 29,4 |
| Fonte: I numeri e la storia del Porto di Genova, Genova Statistica 2004, Genova Statistica 2005 e Genova Statistica 2006, pubblicazioni dell'Unità Organizzativa Statistica del Comune di Genova[19] | ||||||
| Anno | Sbarco + Imbarco (TEU) | Anno | Sbarco + Imbarco (TEU) | Anno | Sbarco + Imbarco (TEU) | Anno | Sbarco + Imbarco (TEU) |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1969 | 34 000 | 1979 | 251 694 | 1989 | 238 205 | 1999 | 1 233 817 |
| 1970 | 88 000 | 1980 | 257 624 | 1990 | 310 217 | 2000 | 1 500 632 |
| 1971 | 127 000 | 1981 | 248 139 | 1991 | 344 353 | 2001 | 1 526 526 |
| 1972 | 155 000 | 1982 | 229 589 | 1992 | 337 624 | 2002 | 1 531 254 |
| 1973 | 164 000 | 1983 | 237 549 | 1993 | 343 479 | 2003 | 1 605 946 |
| 1974 | 164 000 | 1984 | 296 247 | 1994 | 512 098 | 2004 | 1 628 594 |
| 1975 | 162 000 | 1985 | 324 506 | 1995 | 615 242 | 2005 | 1 624 964 |
| 1976 | 183 000 | 1986 | 316 223 | 1996 | 825 752 | 2006 | 1 657 113 |
| 1977 | 203 490 | 1987 | 264 871 | 1997 | 1 179 954 | ||
| 1978 | 222 151 | 1988 | 325 119 | 1998 | 1 265 593 | ||
| Fonte: I numeri e la storia del Porto di Genova, Genova Statistica 2004, Genova Statistica 2005 e Genova Statistica 2006, pubblicazioni dell'Unità Organizzativa Statistica del Comune di Genova[19] | |||||||
Al 2023 il 60% delle merci movimentate in Italia transita fra al porto di Livorno e quello di Genova.[20]
Traffico passeggeri e crocieristi dall'anno 1919 all'anno 2006
[modifica | modifica wikitesto]| Anno | Totale arrivi e partenze | Anno | Totale arrivi e partenze | Crocieristi | % crocieristi sul totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 1919 | 80 729 | 1969 | 881 643 | 166 212 | 18,9 |
| 1920 | 82 029 | 1970 | 939 323 | 155 471 | 16,6 |
| 1921 | 96 342 | 1971 | 975 134 | 140 502 | 14,4 |
| 1922 | 91 013 | 1972 | 1 073 565 | 143 910 | 13,4 |
| 1923 | 94 972 | 1973 | 1 097 807 | 150 815 | 13,7 |
| 1924 | 106 507 | 1974 | 1 080 295 | 153 951 | 14,3 |
| 1925 | 136 064 | 1975 | 1 096 658 | 168 521 | 15,4 |
| 1926 | 149 583 | 1976 | 1 120 872 | 225 389 | 20,1 |
| 1927 | 182 879 | 1977 | 1 167 154 | 222 685 | 19,1 |
| 1928 | 166 403 | 1978 | 1 264 911 | 135 190 | 10,7 |
| 1929 | 179 967 | 1979 | 1 379 819 | 270 865 | 19,6 |
| 1930 | 171 549 | 1980 | 1 553 685 | 202 324 | 13,0 |
| 1931 | 140 279 | 1981 | 1 646 091 | 195 437 | 11,9 |
| 1932 | 126 699 | 1982 | 1 655 768 | 206 598 | 12,5 |
| 1933 | 150 890 | 1983 | 1 623 115 | 207 715 | 12,8 |
| 1934 | 144 974 | 1984 | 1 666 276 | 191 778 | 11,5 |
| 1935 | 125 593 | 1985 | 1 696 509 | 197 067 | 11,6 |
| 1936 | 130 711 | 1986 | 1 763 777 | 175 979 | 10,0 |
| 1937 | 175 648 | 1987 | 1 900 689 | 198 246 | 10,4 |
| 1938 | 211 950 | 1988 | 1 912 854 | 176 473 | 9,2 |
| 1939 | 180 833 | 1989 | 1 870 462 | 182 425 | 9,8 |
| 1940 | 52 589 | 1990 | 2 176 471 | 178 630 | 8,2 |
| 1941 | 260 | 1991 | 2 134 938 | 150 716 | 7,1 |
| 1942 | 3 959 | 1992 | 2 188 770 | 183 588 | 8,4 |
| 1943 | — | 1993 | 2 147 220 | 209 052 | 9,7 |
| 1944 | — | 1994 | 2 338 258 | 293 982 | 12,6 |
| 1945 | 1 457 | 1995 | 2 339 407 | 310 528 | 13,3 |
| 1946 | 35 212 | 1996 | 2 467 025 | 399 227 | 16,2 |
| 1947 | 114 035 | 1997 | 2 433 363 | 353 566 | 14,5 |
| 1948 | 181 384 | 1998 | 2 210 769 | 364 647 | 16,5 |
| 1949 | 193 234 | 1999 | 2 687 343 | 569 124 | 21,2 |
| 1950 | 200 750 | 2000 | 2 765 668 | 397 516 | 14,4 |
| 1951 | 196 225 | 2001 | 2 881 347 | 471 245 | 16,4 |
| 1952 | 221 603 | 2002 | 3 207 356 | 567 506 | 17,7 |
| 1953 | 201 144 | 2003 | 3 350 081 | 615 800 | 18,4 |
| 1954 | 220 424 | 2004 | 3 015 365 | 287 863 | 9,5 |
| 1955 | 245 388 | 2005 | 3 037 979 | 395 797 | 13,0 |
| 1956 | 228 711 | 2006 | 3 113 448 | 475 134 | 15,5 |
| 1957 | 288 639 | ||||
| 1958 | 287 326 | ||||
| 1959 | 284 737 | ||||
| 1960 | 363 445 | ||||
| 1961 | 437 253 | ||||
| 1962 | 455 538 | ||||
| 1963 | 522 239 | ||||
| 1964 | 537 214 | ||||
| 1965 | 525 595 | ||||
| 1966 | 578 595 | ||||
| 1967 | 589 617 | ||||
| 1968 | 767 509 | ||||
| Fonte: I numeri e la storia del Porto di Genova, Genova Statistica 2004, Genova Statistica 2005 e Genova Statistica 2006, pubblicazioni dell'Unità Organizzativa Statistica del Comune di Genova[19] | |||||
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Antichità e Medioevo
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L'area del Porto Antico era già abitata nel Neolitico.[21] A partire dal 500 a.C. vi sorse un insediamento fortificato, che fu probabilmente fondato e abitato da una popolazione mista di Liguri, Etruschi e Greci. Durante la Seconda guerra punica, l'insediamento alleato con Roma fu distrutto, ma ricostruito intorno al 200 a.C.. Da questo momento si sviluppò in un centro commerciale regionale.[22] Non si sa quasi nulla della conformazione e dell'utilizzo del porto naturale dell'epoca.
Durante il periodo delle Invasioni barbariche e nell'Alto Medioevo, le vie di comunicazione risalenti all'epoca romana caddero in rovina. A partire dal IX secolo, il piccolo centro portuale fu ripetutamente attaccato dai Saraceni, il che portò alla formazione delle forze navali genovesi, che giocarono un ruolo significativo nel Mediterraneo nei secoli successivi.[23] Nell'XI secolo parteciparono alla liberazione della Sardegna e della Corsica, nonché alla Prima crociata, creando così le basi per le colonie genovesi.[24] Il porto di Genova divenne così sia una base per la flotta militare, sia un importante porto commerciale. La Repubblica di Genova riuscì ad eliminare la rivale Pisa nel 1284 nella Battaglia della Meloria,[25] e a contenere la concorrente Venezia nel 1298 nella Battaglia di Curzola,[26] assicurandosi così la posizione nel Mar Nero. Queste condizioni quadro molto positive per Genova tra l'XI e il XV secolo spiegano l'eccezionale importanza del porto in quel periodo.
La fondazione dell'attuale (vecchio) porto può essere ricondotta alla fortificazione di Genova nel pieno Medioevo[27] e alla creazione dell'ufficio dei cosiddetti Consoli del Mare, che dirigevano o supervisionavano l'espansione e l'attività del porto. Intorno al 1128 fu costruito un primo faro sul promontorio di San Benigno.[28] Intorno al 1250, lo sperone roccioso situato sul lato orientale del porto naturale fu prolungato tramite riempimenti fino a formare un molo, che dal XVI secolo fu chiamato Molo Vecchio o "Antico Molo", in contrasto con il Molo Nuovo, che all'epoca fu costruito sul lato opposto della baia, ai piedi del faro. La baia interna formata dal Molo Vecchio divenne l'ormeggio per innumerevoli imbarcazioni, che probabilmente venivano chiamate Mandria o "Gregge". Il termine Mandracchio, che in italiano designa oggi i piccoli porti pescherecci o anche le marine, si basa probabilmente sulla parola Mandria; a Genova, tuttavia, il nome di questa baia è diverso: Mandraccio. Secondo altre spiegazioni, il termine deriva dal greco Mandràki, con il significato di Recinto, o dall'area araba.[29]
Insieme al Molo Vecchio, furono costruiti, tra l'altro, un Arsenale marittimo e anche il Palazzo del Mare, in seguito chiamato Palazzo San Giorgio.[30] Dopo essere stato utilizzato come sede del governo, il palazzo divenne la sede principale dell'istituto finanziario di straordinaria importanza per la Repubblica di Genova, il Banco di San Giorgio. Oggi nell'edificio si trova l'Autorità Portuale. Accanto al Molo Vecchio, molto vicino al Palazzo San Giorgio, si trovavano sei ponti di sbarco in legno, che prendevano il nome dalle merci che vi venivano movimentate o dalle famiglie importanti che vi avevano le loro case (tra cui Spinola, Grimaldi). Questi ponti furono sostituiti nel XV secolo da moli permanenti.[31][32] A metà del XVI secolo, il Molo Vecchio raggiunse una lunghezza di quasi 500 metri. La città di Genova e anche il suo porto furono allora plasmati in modo significativo dall'architetto Galeazzo Alessi. Sotto la sua direzione, l'espansione del (vecchio) porto giunse a compimento.
Età moderna e contemporanea
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Iniziò quindi il declino politico, militare, economico e sociale di Genova (e dell'Italia), durato quasi tre secoli, che raggiunse il suo punto più basso nel 1797 con l'occupazione napoleonica e la fine della Repubblica di Genova. Una ragione essenziale del declino fu la (ri)scoperta dell'America da parte del navigatore genovese Cristoforo Colombo e il conseguente spostamento del baricentro della navigazione dal Mediterraneo all'Oceano Atlantico. Emblematico della debolezza della Repubblica fu il bombardamento di Genova da parte della Marina francese nel 1684, durante la Guerra delle riunioni (Genova intendeva sostenere la Spagna). Napoleone Bonaparte, che abolì la Repubblica di Genova nel 1797, proveniva dalla Corsica, un'isola che Genova aveva governato male e sfruttato senza scrupoli per lungo tempo.
Oltre ai già citati Consoli del Mare e ai padri della città denominati Salvatores Portus et Moduli a partire dal XIV secolo, c'era un gruppo di persone di fondamentale importanza per il porto di Genova: gli Scaricatori di porto e facchini, chiamati Camalli. Essi si unirono nel 1340 nella corporazione Compagnia dei Caravana, che esistette per oltre 500 anni. Dopo la fondazione del Partito Socialista Italiano a Genova nel 1892, nel porto sorsero rappresentanze dei portuali orientate in base alle merci movimentate, che attraverso gli scioperi ottennero diritti che furono riconosciuti dal Consorzio Autonomo del Porto, istituito nel 1903, e inseriti nel diritto del lavoro codificato. Nel 1946 queste organizzazioni si unirono nella cosiddetta Compagnia Unica.
A seguito della Restaurazione, la Repubblica di Genova non fu ripristinata nel 1814, ma fu annessa al Regno di Sardegna, i cui sovrani del Casato di Savoia erano stati ostili a Genova per diversi secoli. Sebbene il sistema governativo e amministrativo piemontese non fosse orientato alle esigenze del commercio marittimo genovese, il governo di Torino si adoperò per la riattivazione del porto. Sotto Giorgio Des Geneys vi fu ricostruita una marina da guerra e istituita un'accademia navale. La flotta fu trasferita a La Spezia a partire dal 1861, e l'accademia a Livorno nel 1881.
Intorno al 1820, il porto di Genova aveva banchine degradate con moli troppo piccoli, e il bacino portuale era troppo poco profondo per le navi dell'epoca. Il più delle volte, esse ancoravano al centro del bacino e venivano poi caricate e scaricate con l'aiuto di chiatte, rendendo il porto antieconomico. Tra il 1820 e il 1860, non solo il porto fu modernizzato ed ampliato, ma anche il centro storico fu parzialmente ristrutturato e i collegamenti di trasporto migliorati. Degno di nota è soprattutto la costruzione di uno dei primi bacini di carenaggio italiani, aperto nel 1851, nonché il collegamento ferroviario, tramite il quale il porto fu collegato nel 1854 a Torino, nel 1861 alla Lombardia, nel 1872 a Ventimiglia e alla Francia, e nel 1874 a La Spezia e alla Toscana. Tuttavia, gli sforzi di ammodernamento rimasero insufficienti sia prima che dopo l'Unità d'Italia nel 1861: rispetto al porto di Genova, il porto di Marsiglia ricevette all'epoca dieci volte tanto in finanziamenti statali. Questa circostanza spinse il nobile genovese Luigi Raffaele De Ferrari a una donazione molto generosa, per la quale ricevette l'Ordine supremo della Santissima Annunziata. Grazie alla donazione e ad altri fondi statali, si riuscì a portare le strutture portuali a un livello adeguato entro la fine del secolo. Successivamente, i lavori di ampliamento, finanziati anche da investitori tedeschi e britannici, non riuscirono a tenere il passo con l'aumento della movimentazione delle merci e del numero di passeggeri. Il porto naturale presto non offrì più possibilità di espansione, motivo per cui si prese in considerazione un ampliamento in direzione ovest lungo la costa di Sampierdarena. Fattori significativi per lo sviluppo positivo del porto furono l'apertura del Canale di Suez nel 1869, che pose fine all'isolamento del Mediterraneo, e le massicce ondate migratorie italiane verso l'America.
Per secoli, la città e il porto furono noti per la loro posizione idilliaca in un Anfiteatro naturale formato dall'Appennino Ligure circostante. Tra Genova e il comune autonomo di Sampierdarena (un tempo San Pier d’Arena), fino al 1926, si trovava la lunga collina o rilievo di San Benigno, che costituiva la parte occidentale dell'anfiteatro e costringeva la città di Genova in gran parte nella parte orientale della baia. La Lanterna fu un tempo costruita sull'isolata punta della collina (Capo del Faro). Sulla collina furono costruiti il monastero benedettino di San Benigno nel XII secolo, poi una cinta muraria (Mura nuove) nel XVII secolo, e a metà del XIX secolo, sul sito del monastero abbandonato, un vastissimo complesso di caserme e postazioni di Artiglieria costiera. I lavori di ampliamento del porto iniziati in direzione ovest includevano gallerie stradali e ferroviarie attraverso la collina. Infine, la collina fu in gran parte rimossa negli anni '20 e '30 e il materiale roccioso e terroso fu utilizzato per la costruzione del nuovo porto industriale attorno alla Lanterna e di fronte a Sampierdarena, nonché per il nuovo molo portuale Diga foranea. Gli ultimi resti della collina scomparvero dopo la Seconda Guerra Mondiale durante la ricostruzione dell'acciaieria di Cornigliano, la costruzione dell'aeroporto a Sestri Ponente e la realizzazione del porto petroli a Multedo.
Durante la Seconda guerra mondiale, Genova subì 86 bombardamenti che distrussero gravemente la città e resero il porto inutilizzabile. Le strutture portuali erano gravemente danneggiate, il bacino portuale pesantemente minato e gli ingressi del porto bloccati da navi affondate. La ricostruzione fu affrontata con grande energia e lo Stato, nonostante la situazione di emergenza, stanziò somme considerevoli, cosicché i danni di guerra nel porto furono in gran parte eliminati entro la fine del 1948.
Nel 1969 fu aperto a Sampierdarena il primo terminal container del Mediterraneo. Fu costruito un nuovo terminal carboni per l'acciaieria di Cornigliano. Un'ulteriore espansione del porto fu temporaneamente interrotta dalla crisi dell'acciaio e dalla crisi petrolifera. Si decise un'ulteriore specializzazione delle diverse aree portuali e si preparò il ritiro di tutte le attività industriali dal Porto Antico e il suo utilizzo esclusivo per il traffico passeggeri e traghetti, nonché per scopi turistici. Inoltre, iniziò la costruzione del nuovo terminal container a Prà e Voltri. La riorganizzazione del porto fu completata in occasione del cosiddetto Anno Colombiano 1992, cioè 500 anni dopo la scoperta dell'America.
Le compagnie di navigazione
[modifica | modifica wikitesto]Le compagnie operanti viaggi con traghetti che partono (e arrivano) da Genova sono:
CTN: Tunisi.
Grandi Navi Veloci: Tunisi, Tangeri, Barcellona, Palermo. Stagionale: Porto Torres, Olbia.
Moby Lines: Stagionale: Olbia, Bastia.
Tirrenia – CIN: Porto Torres, Olbia, Arbatax.
Algérie Ferries: Stagionale: Skikida.
La stazione marittima
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La Stazione marittima di Genova è il principale punto di imbarco per il traffico crocieristico del porto di Genova. È situato a ponte dei Mille, poco distante dall'area del porto antico, dalla Darsena, dal complesso universitario della facoltà di economia e commercio e dal Galata − Museo del mare.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Copia archiviata, su assoporti.it. URL consultato il 20 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
- ^ Il Porto di Genova – Focus ambientale 2012 (PDF), su isprambiente.gov.it, ISPRA, 2012. URL consultato il 3 novembre 2025.«Il porto di Genova è situato in una posizione geografica strategica che ne ha favorito lo sviluppo al centro dell’importante area industriale e commerciale del Nord Italia e del sud Europa»
- ^ Sempre più nevralgico il porto di Genova: prospettive di crescita nonostante la crisi, su rainews.it, Rai News Liguria, giugno 2025. URL consultato il 3 novembre 2025.«La posizione geografica e la capacità imprenditoriale hanno reso Genova un porto strategico nel Mar Mediterraneo»
- ^ Il Porto di Genova – Focus ambientale 2012 (PDF), su isprambiente.gov.it, ISPRA, 2012. URL consultato il 3 novembre 2025.«Il porto si estende per più di 20 km lungo la costa occidentale di Genova, con terminal polivalenti e collegamenti su diverse direttrici principali»
- ^ Genova: portualità, logistica, innovazione e blue economy, su promositalia.camcom.it, Promos Italia, 2023. URL consultato il 3 novembre 2025.«Lo scalo divenne elemento di fondamentale importanza per lo sviluppo industriale del Nord Italia e punto di collegamento tra il centro del Mediterraneo e l’Europa lungo il corridoio Rhine-Alpine»
- ^ Piano di sviluppo strategico del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale (PDF), su politichecoesione.governo.it, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di Coesione, 2024. URL consultato il 3 novembre 2025.«Il sistema portuale del Mar Ligure Occidentale intercetta oltre il 60% del traffico extra UE del sistema economico del Nord Ovest»
- ^ Nuovo varco, Genova a caccia dei fondi Ue, su themeditelegraph.com, The Medi Telegraph, 23 ottobre 2018. URL consultato il 24 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2018).
- ^ Ubicazione – Stazioni Marittime di Genova, su stazionimarittimegenova.com, Stazioni Marittime S.p.A.. URL consultato il 3 novembre 2025.«Il porto di Genova è la porta sul mare di molti paesi europei ed è situato in posizione logistica favorevole, con autostrade, ferrovia e aeroporto a pochi chilometri»
- ^ Il PSA Genova Pra' Terminal sul sito dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
- ^ "La centrale termoelettrica del porto di Genova, sì al vincolo", articolo sul sito archeologiaindustriale.net
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- ^ "Sarà il più grande d'Europa", al via a Genova i lavori del primo tunnel sottomarino italiano, su ilGiornale.it, 4 marzo 2024. URL consultato il 6 marzo 2024.
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- ^ 741esimo anniversario della Battaglia della Meloria, su Comune di Genova.
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- ^ Luoghi Tematici (PDF) (PDF), su La Dimora GDR. URL consultato il 25 novembre 2025.
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Elena Tranelli, Nero Fumo – Storie di camalli – Sagep, 2003
- Enzo Marciante, Storia del Porto di Genova – Consorzio Autonomo del Porto, 2004
- Jacopo Brancati, Pilota a bordo! Uomini e navi del porto di Genova - Erga 2004
- Bruno Giontoni and Franca Balletti. Alle origini di una città industriale: Genova e i Comuni del Ponente dalla metà dell'Ottocento agli anni Trenta. Genova: Erga Edizioni, 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Porti d'Italia
- Porti d'Italia per flusso di passeggeri
- Porti d'Italia per flusso di merci
- Camallo
- Caravana
- Compagnia unica del porto di Genova
- Genova
- Porto antico di Genova
- Langer Heinrich
Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni sul porto di Genova
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul porto di Genova
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su portsofgenoa.com.
- Quotidiano on-line di informazioni marittime con sede a Genova, su informare.it.
- Approfondimento sul sito della Regione Liguria, su regione.liguria.it. URL consultato il 17 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2006).
- Paolo Fusero / Paesaggi urbani - Genova, su planum.net. URL consultato il 17 aprile 2006 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).
- Cartografia nautica - note storiche, su sullacrestadellonda.it. URL consultato il 17 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2006).
- Rielaborazioni e visualizzazioni delle statistiche di traffico dell'Autorità Portuale, su stefanosabatini.eu.
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