Pietro III d'Aragona
| Pietro III d'Aragona | |
|---|---|
| Re della Corona d'Aragona | |
| In carica | 27 luglio 1276 – 11 novembre 1285 |
| Predecessore | Giacomo I |
| Successore | Alfonso III |
| Re di Sicilia come Pietro I | |
| In carica | 26 settembre 1282 – 11 novembre 1285 (con Costanza II) |
| Predecessore | Carlo I |
| Successore | Giacomo I |
| Nome completo | Pietro di Giacomo |
| Altri titoli | Re di Valencia, Conte di Barcellona, di Berga, Besalú, Gerona e Osona, di Empúries e Urgell, di Pallars Jussà e Pallars Sobirà, di Rossiglione e Cerdagna, Marchese di Lleida e Tortosa e Signore di Val d'Aran |
| Nascita | Valencia, 1239 |
| Morte | Vilafranca del Penedès, 11 novembre 1285 |
| Sepoltura | Monastero di Santes Creus |
| Casa reale | Casa d'Aragona |
| Padre | Giacomo I |
| Madre | Iolanda d'Ungheria |
| Consorte | Costanza II di Sicilia |
| Figli | Alfonso Giacomo Isabella Federico Violante Pietro, legittimi altri sette, illegittimi |
| Religione | Cattolicesimo |
Pietro III d'Aragona, detto il Grande (Pere el Gran in catalano, Pero el Grande in aragonese) (Valencia, 1239 – Vilafranca del Penedès, 11 novembre 1285), è stato re di Aragona e di Valencia, conte di Barcellona e delle altre contee catalane (1276-1285) e re di Sicilia (1282-1285, come Pietro I), insieme alla consorte Costanza II di Sicilia.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Pietro, secondo la Cronaca piniatense[1] era il figlio maschio primogenito del re di Aragona e conte di Barcellona, re di Valencia e di Maiorca, signore di Montpellier, del Carladès e di altri feudi dell'Occitania Giacomo I e della seconda moglie la principessa ungherese Iolanda[2], che ancora secondo la Cronaca piniatense era figlia del re di Ungheria Andrea II e nipote dell'imperatore di Costantinopoli (la madre era Iolanda di Courtenay, figlia di Pietro II di Courtenay, imperatore latino di Costantinopoli)[3].[4][5][6].
Giacomo I era figlio del re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, Pietro II il Cattolico e della signora di Montpellier, Maria, sia secondo la Cronaca piniatense[7], che secondo Alberico delle Tre Fontane[8].


Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ancora secondo la Cronaca Piniatense Pietro era il figlio secondogenito, in quanto il primogenito di Giacomo I il Conquistatore era Alfonso, fratellastro di Pietro, figlio della prima moglie di Giacomo I, Eleonora di Castiglia (1202-1244)[9] mentre Giacomo e Sancho erano fratelli di Pietro, figli di Giacomo I e della sua seconda moglie, Violante[10].
Nel 1241, secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia a Pietro furono destinati i regni di Valencia e Maiorca e tutte le signorie al nord dei Pirenei[11], mentre al primogenito Alfonso andava il regno d'Aragona.
Nel 1242, alla morte di Nuño Sánchez d'Aragona senza discendenza, come conferma la Ex Gestis Comitum Barcinonensium[12], Pietro divenne Conte di Cerdanya e Conte di Rossiglione.
Un nuovo progetto di spartizione del regno (Corona d'Aragona), del 1243, come riporta la Gran enciclopedia catalana prevedeva che Pietro, alla morte del padre, ottenesse anche tutte le contee di Catalogna[13].
Nel 1257, mentre Alfonso era governatore d'Aragona, il padre, Giacomo I, lo nominò procuratore per la Catalogna[11], e Pietro iniziò ad usare il titolo di erede della Catalogna[13] in tale veste partecipò alle campagne contro i nobili ribelli catalani, nel periodo tra il 1258 e il 1261, combattendo con rigore l'anarchia feudale[13].
Il suo fratellastro, Alfonso, morì, senza eredi, a Calatayud nel Marzo 1260, pochi giorni dopo essersi sposato con Costanza di Béarn e fu inumato nel monastero di Santa María de Veruela, come riportano gli Anales de la corona de Aragon[14].
Nel 1262, il padre, Giacomo I, fece un testamento[15], in cui nominava Pietro suo erede principale, destinandogli i regni d'Aragona e Valencia e le contee catalane, mentre al fratello Giacomo destinava il regno di Maiorca, le Contee di Rossiglione e di Cerdagna e le altre signorie al nord dei Pirenei[11], che Pietro non accolse troppo favorevolmente, ma accettò con un certo rancore[13].
Il 15 luglio 1262, a Montpellier, come riportato nelle Cronache catalane del secolo xiii e xiv, di R. Muntaner, Volume 1, Pietro sposò Costanza II di Sicilia[16][17], figlia del re di Sicilia Manfredi[18] e di Beatrice di Savoia (1223-1259), come riporta anche la Bartholomæi de Neocastro Historia Sicula[19].
Pietro partecipò alla campagna di Murcia, soprattutto nella sua prima parte (1265 e inizio 1266)[13].
Nel 1272, suo padre, Giacomo I, fece testamento, riportato nello Spicilegium sive collectio veterum aliquot scriptorum, Volume 3, dove conferma la volontà di dividere il regno tra Pietro e Giacomo come già espresso nel 1262[20]; forse fu la causa che lo allontanò dal padre per cui fu privato di ogni carica e reddito, finché non si riconciliò con lui l'anno successivo[13].
Nel 1275 partecipò alla repressione della rivolta del fratellastro Ferran Sanxis barone di Castro e di altri nobili[13] e Pietro ordinò l'uccisione del fratellastro riportata dalla Descripción de Pomar de Cinca y de la muerte de Don Fernán Sánchez de Castro, hijo ilegítimo de Jaime I el Conquistador[21].
Dopo un regno di sessantatré anni morì a Valencia il 27 luglio 1276, suo padre, Giacomo I[22], in cui, secondo i due testamenti citati, lasciava a Pietro, i Regni di Aragona e di Valencia e le contee catalane, mentre all'altro figlio, Giacomo ereditò il Regno di Maiorca, che comprendeva anche Minorca (Isole Baleari), Ibiza e Formentera (isole Pitiuse) e la signoria di Montpellier[23].
In novembre Pietro fu incoronato a Saragozza, come Pietro III[11][13].
Appena salito al trono, Pietro dovette domare le rivolte dei moriscos del regno di Valencia che si conclusero nel 1277, con la conquista della città di Montesa[13].
In quel periodo, dopo la morte (1275) dell'erede al trono di Castiglia Ferdinando de la Cerda, figlio di Alfonso X e di sua sorella Violante, quest'ultima chiese al re di proteggere e custodire in Aragona, nella fortezza di Xàtiva, i figli di Ferdinando, gli "Infanti de la Cerda", Alfonso e Ferdinando, cosa che Pietro fece, mentre la vedova e madre degli infanti, Bianca di Francia, riparava invece presso il fratello Filippo l'Ardito, re di Francia, come riporta la storica britannica, Hilda Johnstone[24].
A seguito dell'imposizione dell'imposta sul bestiame, i nobili catalani si ribellarono: la rivolta si infiammò soprattutto nelle contee di Urgell, di Foix, di Pallars e di Cardona, oltre che nella Baronia di Erill, e condusse nel 1280 all'assedio di Balaguer, alla cui caduta l'opposizione feudale catalana fu definitivamente sconfitta[13], anche con l'aiuto del fratello Giacomo II, secondo La web de las biografias[25].
Pietro III, che mirava a riconquistare alla moglie il regno di Sicilia, grazie a Giovanni da Procida, trovò un ricco alleato in Michele VIII, come riporta lo storico medievalista britannico, Charles Previté-Orton[26], e, siccome, anche Papa Niccolò III non vedeva di buon occhio la crescita del potere di Carlo I d'Angiò in Italia e anche nobili e uomini di spicco siciliani erano in contatto e tramavano a favore di Pietro che preparò una grande spedizione marittima (la cui destinazione era sconosciuta)[13].
Nonostante la morte di Niccolò III, sostituito da Martino IV (1281), un francese che doveva la sua elezione a Carlo d'Angiò, Pietro continuò e il 6 giugno 1282 l'armata lasciò Portfangós, presso Tortosa, due mesi dopo i Vespri siciliani. La spedizione fece scalo al porto di Maó, da dove avrebbe dovuto dirigersi verso la costa tunisina, in aiuto di Ibn al-Wazīr, signore di Costantina. Ma, mentre la flotta era in navigazione, Ibn al-Wazīr fu decapitato. Nonostante questo contrattempo, Pietro II sbarcò a Collo e vi si fortificò; inviò un'ambasceria al papa chiedendo sussidi per intraprendere una crociata contro i Mori, che gli fu negata[13].
Nel 1282, dopo che i siciliani avevano inutilmente offerto al papa la loro confederazione repubblicana di liberi comuni in feudo al Papa[27], inviarono una delegazione in Nordafrica che, di fronte all'assedio di Carlo d'Angiò a Messina, offrì a Pietro l'ambita corona del Regno di Sicilia, in quanto marito di Costanza, legittima erede del regno normanno. Pietro accettò ed il 31 agosto sbarcò a Trapani, con 600 armigeri e 8.000 almugaveri (fanteria da guerriglia che sarebbe divenuta famosa per coraggio e crudeltà); Carlo I d'Angiò, che il 25 luglio aveva messo l'assedio alla città di Messina, dopo lo sbarco aragonese tentò un ultimo vano assalto a Messina e poi si ritirò.[28].
All'occupazione della Sicilia da parte di re Pietro seguì quella di Malta, Gozo e Gerba[13].
Pietro il 26 settembre sbarcò in Calabria, dove gli almugaveri, anche siciliani, fecero solo azioni di guerriglia senza reali conquiste territoriali[28]. Alla fine dell'anno si era determinato uno spaccamento del Regno di Sicilia in due parti, la Sicilia (l'isola) in mano agli Aragonesi ed il resto del regno, sul continente, in mano agli Angioini.
Dopo essersi proclamato re di Sicilia[4] (con l'antico titolo federiciano Pietro I Rex Siciliae, ducatus Apuliae et principatus Capuae) nominò, sempre nel 1282, Ruggiero di Lauria capo della flotta e Giovanni da Procida Gran Cancelliere del regno aragonese di Sicilia. Al contempo, promise che la successione tra regno aragonese e regno siciliana sarebbe stata separata[27].
A seguito di tutto ciò, nel novembre dello stesso anno, fu scomunicato dal papa Martino IV[4], che non lo riconobbe re di Sicilia, anzi lo dichiarò decaduto anche dal regno di Aragona che offrì al futuro conte di Valois, Carlo terzogenito (secondogenito vivente) del re di Francia, Filippo l'Ardito[29].
Pietro, allora lasciata la moglie Costanza in Sicilia come reggente, nel maggio del 1283, rientrò in Aragona[13], anche per preparare una tenzone da in territorio neutrale (Bordeaux, che apparteneva al re d'Inghilterra), che prevedeva 100 cavalieri per parte (che non si fece mai), con Carlo I d'Angiò[11].
Nel luglio del 1283 gli Angioini tentarono un'invasione della Sicilia, concentrando una flotta a Malta, ma l'ammiraglio Ruggiero di Lauria sventò il tentativo sorprendendola e distruggendone una parte[30].
Nel 1284 il papa Martino IV, oltre all'assistenza spirituale (scomunica e crociata contro la Sicilia) diede una consistente somma di denaro a Carlo I d'Angiò che preparò una flotta in Provenza che avrebbe dovuto unirsi a parte della flotta che l'attendeva nel porto di Napoli e poi incontrarsi ad Ustica con il resto della flotta composto da trenta galere con l'armata italo-angioina, proveniente da Brindisi. Ma il 5 giugno la flotta siciliano-aragonese, sotto il comando di Lauria si presentò dinanzi al porto di Napoli e il principe di Salerno, il figlio di Carlo I, Carlo lo Zoppo, disobbedendo all'ordine del padre di non muoversi, prima del suo arrivo dalla Provenza, uscì dal porto con la sua flotta napoletana, per combattere il Lauria che lo sconfisse e fece prigioniero lui e parecchi nobili napoletani. Quando Carlo I arrivò a Gaeta e seppe della sconfitta maledisse il figlio, ma dovette rinunciare all'invasione della Sicilia, assediò invano Reggio e poi, per riorganizzarsi, si ritirò in Puglia dove, a Foggia, il 7 gennaio 1285, morì[30].
Sempre nel 1284 il signore di Albarracín Juan Núñez I de Lara si alleò con il re di Francia Filippo e si ribellò all'autorità di Pietro III, che però lo sconfisse, stroncando la ribellione[13].
Nel 1285 il papa Martino IV, dopo che i maggiorenti francesi ne avevano discusso alle assemblee di Bourges (novembre 1283) e Parigi (febbraio 1284), aveva proclamato la crociata contro il regno d'Aragona, a cui avevano aderito con entusiasmo sia Carlo I d'Angiò che Filippo III di Francia, cognato di Pietro III, avendone sposato la sorella, Isabella d'Aragona. La crociata partì nel marzo del 1285, sotto una cattiva stella, per la morte del papa, il 28 marzo a Perugia, dopo che a gennaio era già morto Carlo I d'Angiò; Filippo III era accompagnato dai due figli, Filippo il Bello e Carlo e dal legato del papa. I crociati, un esercito imponente, attraversato il Rossiglione (appartenente al re di Maiorca, Giacomo II, che, dopo i Vespri siciliani, nella contesa che oppose il fratello Pietro III al papa Martino IV, si era schierato dalla parte del Papa e, quando quest'ultimo esautorò Pietro e indisse la crociata contro l'Aragona, appoggiò il re di Francia, Filippo III l'Ardito, nell'invasione della Catalogna[31]), dove seminarono terribili atrocità, e i Pirenei posero l'assedio a Gerona che cadde dopo dieci settimane, il 7 settembre[32].
Però dato che la flotta di appoggio francese, che assicurava i rifornimenti ai crociati, tra la fine di agosto e i primi di settembre subì una terribile disfatta da parte della flotta siciliana-aragonese, comandate da Lauria[4], dopo una settimana gli invasori, in preda alle malattie dovute al gran caldo, si dovettero ritirare e, durante la ritirata, Filippo III il 5 ottobre morì a Perpignano[32].
Pietro III allora ordinò al figlio Alfonso di conquistare il regno di Maiorca. Prima di iniziare l'impresa, nel novembre del 1285, Alfonso succedette al padre Pietro sul trono d'Aragona (con il nome di Alfonso III). Nel corso del 1286 Alfonso portò a termine l'incarico ricevuto dal padre, depose lo zio Giacomo II[31].
Pietro III era morto a Vilafranca del Penedès, l'11 novembre 1285 (lo stesso anno del suo avversario Carlo I d'Angiò e circa un mese dopo il cognato Filippo III), lasciando i regni di Aragona e di Valencia, le contee catalane (inclusa Barcellona) al figlio primogenito, Alfonso mentre, per rappacificarsi con la chiesa, lasciò il Regno di Sicilia al figlio secondogenito, Giacomo[33] (quando Alfonso III morì (1291), Giacomo II ereditò il trono di Aragona, senza però rinunciare alla corona di Sicilia); la morte di Pietro III e la divisone del regno è riportata nella Cronaca piniatense, che riporta anche che Pietro III fu inumato nel monastero della Santa Croce, nelle vicinanze di Aiguamúrcia[34].
Pietro III e la letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Il suo atteggiamento nei confronti delle questioni occitane, chiaramente favorevole ai nemici della Francia e in contrasto con la prudenza del padre, gli valse la simpatia di molti trovatori che vedevano in lui la loro ultima speranza.
Protesse il trovatore Cerverí de Girona, che compose per la sua corte dal 1267, difendendone le opinioni e giustificandone le azioni.
Il suo coraggio e il suo spirito cavalleresco furono elogiati da Dante nel Purgatorio e il suo intervento in Sicilia in occasione dei Vespri fu ricordato in due novelle del Decameron[13].

Divina Commedia
[modifica | modifica wikitesto]Nella Divina Commedia, Dante cita Pietro III nel settimo canto del Purgatorio: lo incontra accanto ai figli Alfonso III, detto "il Liberale", e Giacomo II, detto "il Giusto", oltre a Carlo I d'Angiò e Filippo III di Francia, fuori dai cancelli del Purgatorio, nella Valletta dei Principi dell'Antipurgatorio, per la continua lotta che li oppose, insieme agli altri monarchi da lui ritenuti colpevoli per la disastrosa situazione politica nell'Europa del XIII secolo.
Dante cita ancora Giacomo "il Giusto" nel terzo canto del Purgatorio, dove menziona anche il fratello Federico, nelle parole di suo nonno Manfredi di Sicilia, che si trova fuori dai cancelli del Purgatorio, nel primo ripiano dell'Antipurgatorio.
Decameron
[modifica | modifica wikitesto]Pietro d'Aragona (Re Piero di Raona) è l'oggetto del perduto amore di Lisa Puccini nella novella narrata da Pampinea durante la decima giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio[35]. Si tratta della sopravvivenza di un'eco distante, della passione turbolenta (a quanto pare, non ricambiata) che l'avventuriera siciliana Macalda di Scaletta nutriva per il sovrano aragonese[36]. Questa vicenda storica ci è nota, con diversi tenori, dalle cronache coeve, tra cui spicca la narrazione «velenosa»[37] dell'Historia Sicula di Bartolomeo di Neocastro.
Enorme è però la disparità di accenti che separa la malevola narrazione di Neocastro dall'episodio boccaccesco, che colloca l'eco di quell'episodio in un ben più rarefatto contesto cortese e cavalleresco[36].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Pietro e Costanza ebbero sei figli[4][5][38]:
- Alfonso (1265-1291), detto "il Liberale", fu re di Aragona(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, righe 698 e 699 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>;
- Giacomo (1267-1327), detto "il Giusto", fu re di Sardegna, re di Sicilia e re di Aragona(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, righe 699 e 700 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>;
- Isabella (1271- 1336), detta "la Santa", fu regina di Portogallo(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, righe 703 e 704 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>;
- Federico (1273-1337), fu re di Sicilia o di Trinacria(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, riga 701 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>;
- Costanza (1273-1302), sposata nel 1297 con Roberto d'Angiò(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, righe 704 - 706 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>;
- Pietro (1275-1296), fu principe d'Aragona e di Sicilia(ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pag. 114, riga 702 (PDF), su ifc.dpz.es.</ref>.
Pietro ebbe anche figli illegittimi da sei amanti[4][5]:
La prima, secondo Monarcas infieles di Stefano Maria Cingolani fu Juana, di cui non si conoscono gli ascendenti, e dalla quale ebbe due figli[39]:
- Alfonso Perez
- Teresa Perez
La seconda fu Maria Nicolosa, dalla quale ebbe tre figli[40]:
- Giacomo (?-dopo il 1285), che sposò Sancha Fernandez, da cui ebbe una figlia: Costanza;
- Giovanni;
- Beatrice che sposò Raimondo di Cardona.
Da Ines Zapata ebbe quattro figli[41]:
- Fernando, signore di Albarracín;
- Pietro, che sposò una nobile portoghese, Costanza Mendes Pelita de Silva, che gli diede quattro figli:
- Pietro
- Fernando, che sposò Maria Núñez
- Costanza, che sposò Gonzalo Annes Pimentel
- Teresa, che sposò Gonzalo Mendez Vasconcellos
- Sancho, castellano di Amposta
- Teresa, che si sposò tre volte: prima con Garcia Romeu [III], figlio di Garcia Romeu [II]; poi con Artal de Alagón Signore di Sástago e Pinada cui discende il ramo che si trasferì in Sardegna; infine con Pedro López de Oteiza.
Le altre tre amanti furono occasionali[42].
Da Muñina, de Daroca ebbe un figlio:
- Juan Benet de Daroca[43].
Da un'amante siciliana ebbe un figlio:
- Meliadús[44].
Da un’ignota amante ebbe un figlio:
- Sancio d'Aragona, signore di Militello, e capostipite di una linea cadetta[45].
Iconografia
[modifica | modifica wikitesto]-
Ritratto su vetro di Pietro III
-
Pietro III d'Aragona sbarca a Trapani - dal manoscritto chigiano della Cronica di Villani, Biblioteca Vaticana
-
Croat coniata a Barcellona con l'effigie di Pietro III
-
Battaglia del golfo di Napoli (Carlo II d'Angiò si arrende a Ruggiero di Lauria), di Ramon Tusquets i Maignon, 1885
-
Pietro III al Colle di Panissars, di Mariano Barbasán, 1889
-
Pietro III è ferito durante la crociata del 1285
-
Pietro III riceve due monaci inviati dal papa durante la conquista della Sicilia
-
La morte di Pietro III, di Claudi Lorenzale i Sugrañes (1870), Vilafranca del Penedès
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Cronaca piniatense è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno di Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona)
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, riga 62, pag. 87 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, righe 59 - 62, pag. 87 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ a b c d e f (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : KINGS of ARAGON 1137-1410 - Infante don PEDRO de Aragón
- ^ a b c (EN) Genealogy : Barcelona 2 - King PEDRO III "el Grande" of Aragon, su genealogy.euweb.cz.
- ^ (DE) Giacomo I d'Aragona genealogie mittelalter, su mittelalter-genealogie.de (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2010).
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXIV, righe 26 - 29, pag. 80 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ (LA) MGH SS 23, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, anno 1213, pag. 898, su dmgh.de.
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, riga 54, pag. 87 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, riga 54, pag. 87 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ a b c d e (ES) Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Pedro III de Aragón, su historia-hispanica.rah.es.
- ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, Tomus XII, Ex Gestis Comitum Barcinonensium, cap. 17, pag 377, su gallica.bnf.fr.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (ES) Gran enciclopedia catalana - Pere II de Catalunya-Aragó, su enciclopedia.cat.
- ^ (ES) Anales de la corona de Aragon, Tome I, libro III, cap. LX, pagg. 174 e 175, su books.google.it.
- ^ (LA) Spicilegium, Volume 3, pagg. 638 - 641, su books.google.it.
- ^ Costanza di Hohenstaufen anche detta "di Sicilia", non deve essere confusa con Costanza d'Altavilla, anch'essa detta di Sicilia, bisnonna di Costanza di Hohenstaufen.
- ^ Cronache catalane del secolo xiii e xiv, di R. Muntaner, Volume 1, cap. XI, pag. 76, su books.google.it.
- ^ Manfredi era figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia e zio del precedente re di Sicilia, Corradino di Svevia, che, otto anni prima, aveva spodestato.
Nel 1266 Manfredi, alla battaglia di Benevento contro Carlo I d'Angiò, oltre che il regno perse la vita, mentre le più influenti famiglie siciliane come i Lauria, i Lanza e i Procida si rifugiarono in Aragona. - ^ (LA) Bartholomæi de Neocastro Historia Sicula, pagg. 414 e 415, su archive.org.
- ^ (LA) Spicilegium sive collectio veterum aliquot scriptorum, Volume 3, pagg. 673 - 677, su books.google.it.
- ^ (ES) Descripción de Pomar de Cinca y de la muerte de Don Fernán Sánchez de Castro, hijo ilegítimo de Jaime I el Conquistador, pag. 135 (PDF), su cdigital.dgb.uanl.mx.
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, righe 310 - 312, pag. 95, nota 12 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ (LA) Spicilegium sive collectio veterum aliquot scriptorum, Volume 3, pag. 675, su books.google.it.
- ^ Hilda Johnstone, "Francia: gli ultimi capetingi", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pag. 573
- ^ (ES) La web de las biografias - Pedro III, Rey de Aragón (1239-1285). El monarca que consolidó un reino en guerra y expansión, su mcnbiografias.com.
- ^ C.W. Previté-Orton, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 237
- ^ a b Benigno e Giarrizzo, Storia della Sicilia, cit., p. 1.
- ^ a b C.W. Previté-Orton, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 238
- ^ Hilda Johnstone, Inghilterra: Edoardo I e Edoardo II, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp.682
- ^ a b C.W. Previté-Orton, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 239
- ^ a b (ES) Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Jaime II de Mallorca, su enciclopedia.cat.
- ^ a b Hilda Johnstone, Francia: gli ultimi capetingi in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pag. 574
- ^ C.W. Previté-Orton, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 240
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXVI, pagg. 114 e 115 (PDF), su ifc.dpz.es.
- ^ a b Boccaccio, Decameron (X, 7)
- ^ a b c (CA) Stefano Maria Cingolani, Historiografía, propaganda i comunicació al segle XIII: Bernat Desclot i les dues redaccions de la seva crònica, Institut d'Estudis Catalans, 2006 ISBN 978-84-7283-841-3 (p. 433)
- ^ Marinella Fiume, Siciliane. Dizionario biografico, E. Romeo, 2006 ISBN 978-88-7428-057-5 (p. 175)
- ^ (DE) Pietro III d'Aragona genealogie mittelalter, su mittelalter-genealogie.de (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2009).
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pag 271
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pag 272
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pagg. 271 e 272
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pagg. 272 - 274
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pagg. 272 e 273
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pag. 273
- ^ (ES) #ES Monarcas infieles, pagg. 273 e 274
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Spicilegium, Volume 3.
- (ES) #ES Crónica de San Juan de la Peña (PDF), su ifc.dpz.es.
- (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tome XII..
- (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIII..
- (ES) Anales de la Corona de Aragon. Compuestos por Geronymo Çurita, Volume 1.
- (PT) #ES Nobiliario de D. Pedro Conde de Bracelos.
- (IT) #ES Cronache catalane del secolo xiii e xiv, una di R. Muntaner, Volume 1.
Letteratura storiografica
[modifica | modifica wikitesto]- C.W. Previté-Orton, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp.198–244
- Hilda Johnstone, Francia: gli ultimi capetingi, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp.569–607
- Hilda Johnstone, Inghilterra: Edoardo I e Edoardo II, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp.673–717
- Francesco Benigno e Giuseppe Giarrizzo, Storia della Sicilia, vol. 3, ed. Laterza, Roma-Bari, 1999, ISBN 88-421-0535-X
- (EN) A History Of The Crusades Vol-iii (1954), su archive.org.
- (ES) Monarcas infieles.
- (ES) Las Dinastías Reales de España en la Edad Media, su boe.es.
- (ES) Descripción de Pomar de Cinca y de la muerte de Don Fernán Sánchez de Castro, hijo ilegítimo de Jaime I el Conquistador (PDF), su cdigital.dgb.uanl.mx.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Costanza di Hohenstaufen
- Sovrani d'Aragona
- Storia della Spagna
- Tabella cronologica dei regni della penisola iberica
- Vespri siciliani
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pietro III di Aragona
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pietro III Re di Aragona, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Piètro III (re d'Aragona, II di Catalogna, I di Sicilia), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Peter III, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Pietro III d'Aragona, in Jewish Encyclopedia, Funk and Wagnalls.
- Pietro Corrao, PIETRO I di Sicilia, III d'Aragona, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- (ES) Pietro III d'Aragona, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
- Opere di Pietro III d'Aragona, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Pietro III d'Aragona / Pietro III d'Aragona (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Pietro III d'Aragona, su Goodreads.
- (ES) La web de las biografias - Pedro III, Rey de Aragón (1239-1285). El monarca que consolidó un reino en guerra y expansión, su mcnbiografias.com.
- (CA) Gran enciclopedia catalana - Pere II de Catalunya-Aragó, su enciclopedia.cat.
- (EN) Foundation for Medieval Genealogy : KINGS of ARAGON 1137-1410 - Infante don PEDRO de Aragón, su fmg.ac.
- (EN) Foundation for Medieval Genealogy : KINGS of ARAGON 1137-1410 - Infante don PEDRO de Aragón, su fmg.ac.
- (EN) Genealogy : Barcelona 2 - King PEDRO III "el Grande" of Aragon, su genealogy.euweb.cz.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 262108099 · SBN UBOV034504 · BAV 495/125376 · CERL cnp00396083 · Europeana agent/base/147118 · LCCN (EN) n80160064 · GND (DE) 118592939 · BNF (FR) cb12551779s (data) · J9U (EN, HE) 987007313155005171 |
|---|
- Sovrani del XIII secolo
- Nati nel 1239
- Morti nel 1285
- Morti l'11 novembre
- Nati a Valencia
- Morti a Vilafranca del Penedès
- Aragonesi
- Aragonesi (Sicilia)
- Conti di Barcellona
- Persone legate ai Vespri siciliani
- Trovatori in lingua occitana
- Trovatori spagnoli
- Personaggi citati nella Divina Commedia (Purgatorio)
- Personaggi del Decameron
- Persone della Reconquista
- Re d'Aragona
- Re di Valencia
- Re di Sicilia
- Sovrani incoronati nella cattedrale di Palermo

