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Paolo Giustiniani

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Beato Paolo Giustiniani
 

Monaco

 
NascitaVenezia, 15 giugno 1476
MorteMonte Soratte, 25 giugno 1528 (52 anni)
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza25 giugno
Attributilibro
Patrono diEremiti camaldolesi di Monte Corona

Paolo Giustiniani, nato Tommaso (Venezia, 15 giugno 1476Monte Soratte, 25 giugno 1528), è stato un religioso e monaco cristiano italiano, fondatore dell'ordine degli Eremiti camaldolesi di Monte Corona.

Tommaso Giustiniani nacque il 15 giugno 1476 a Venezia all'interno della nobile famiglia dei Giustiniani. Suo padre, Francesco Giustiniani, era un ricchissimo mercante, mentre la madre, Paola Malipiero, proveniva da una delle famiglie veneziane più potenti dell'epoca, i Malipiero.[1] Grazie al prestigio e al cospicuo denaro posseduto dalla famiglia, Tommaso Giustiniani poté frequentare l'Università di Padova, ove studiò teologia e filosofia. Dopo aver completato gli studi universitari, Giustiniani decise di compiere, nel 1507, un pellegrinaggio in Terra Santa e, al suo ritorno, sentì il desiderio di abbandonare la vita mondana e intraprendere il cammino monastico. Nel 1510, infatti, decise di entrare nella Congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto, all'interno della quale emise la professione l'8 agosto 1512 ribattezzandosi con il nome di Paolo in onore di san Paolo apostolo e della sua conversione.[2]

Riforma della Congregazione camaldolese

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Notando l'intransigenza e il rigore morale di Giustiniani, il priore generale dell'epoca, Pietro Dolfin, lo convocò per incaricarlo di porre fine agli abusi di potere e alle irregolarità praticate in alcune comunità della congregazione e principalmente causate dalla larga autonomia di queste ultime e dalla scarsa influenza delle disposizioni del priore stesso.[1] In effetti, principalmente il ramo conventuale della congregazione era accusato di essere divenuto lassista nell'applicazione della regola stessa. Nel 1513, Giustiniani riuscì a recarsi a Roma e a incontrare il papa, all'epoca Leone X, convincendolo a convocare un capitolo generale con l'obbiettivo di riformare la Congregazione camaldolese. In tale assemblea, si decise di dividere temporaneamente la congregazione in due rami distinti ma non del tutto divisi.[1] Il primo, la Congregazione del Sacro Eremo, racchiudeva in sé la sezione eremitica camaldolese, il secondo, la Congregazione di San Michele di Murano, rappresentava la componente conventuale. Entrambe le due congregazione avrebbero avuto priori generali propri, il cui incarico era temporaneo e il cui compito era quello di riformare le rispettive congregazione mantenendo tra di esse un certo equilibrio.[3]

Nel 1516, Paolo Giustiniani fu eletto priore della Congregazione del Sacro Eremo, mentre nel 1518 fu ordinato sacerdote.

Fondazione degli eremiti camaldolesi di Monte Corona

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Tuttavia, nonostante tale divisione, la corruzione e la non osservanza della regola e degli insegnamenti di san Romualdo all'interno delle due congregazioni continuavano a esistere. Paolo Giustiani, allora, si convinse che ormai la Congregazione camaldolese era troppo corrotta e decise di fondare il proprio ordine monastico. Recatosi nuovamente a Roma per richiedere il beneplacito del papa per fondare una nuova congregazione esente dalla giurisdizione di quella camaldolese e con delle proprie costituzioni. Leone X accolse favorevolmente le richieste di Giustiniani, il quale nel 1520, dopo essersi dimesso da priore della Congregazione del Sacro Eremo, fondò la Compagnia degli Eremiti di San Romualdo.[3]

Infatti, al ritorno da Roma, Giustiniani si dimise dal suo incarico di priore e, insieme a un fedele frate con il quale aveva stretto una forte amicizia, Oliviero da Cortona, si mise in cammino per recarsi presso il Monte Corona, vicino a Perugia, ove viveva un famoso eremita conosciuto per la sua spiritualità. Insieme a quest'ultimo, che rimase molto colpito dai propositi di Giustiniani, e un frate domenicano, anch'egli ammiratore del futuro beato, incontrato durante il cammino, si recarono a Pascelupo, una piccola e isolata località sugli Appennini. In questo luogo, abitarono inizialmente in una cappella ormai in disuso da molti anni e, nel 1521, iniziarono a costruirvi intorno un piccolo eremo.[3] Tuttavia, dal momento che l'eremita e il frate domenicano non manifestavano l'intenzione di seguire gli insegnamenti di san Romualdo, rimasero ben presto presso l'eremo soltanto Giustiniani e Oliviero da Cortona. Ciononostante, della vita eremitica di questi due monaci se ne sparse la voce molto rapidamente e, nel 1522, alcuni frati camaldolesi contattarono Giustiniani comunicandogli di volersi unire alla sua compagnia e suggerendogli di spostare il proprio eremo presso il paese di Massaccio, dal momento che il luogo era più spazioso e poteva accogliere un maggior numero di religiosi. Rapidamente, vennero a formarsi anche altri eremi che seguivano l'esortazione di Giustiniani, come quello di San Leonardo al Volubrio e quello di San Benedetto di Monte Conero, situato vicino ad Ancona.[1]

Sempre nel 1522, Giustiniani redasse le prime costituzioni religiose della nuova congregazione, nelle quali stabilì l'applicazione rigorosa della regola benedettina e degli insegnamenti di san Romualdo e modificò l'abito dei monaci, accorciando la tunica e lo scapolare.

L'anno successivo, l'Ordine benedettino riconobbe la Congregazione di Monte Corona (così Paolo Giustiniani aveva rinominato la Compagnia degli Eremiti di San Romualdo) come istituzione indipendente, mentre, nel 1524, ebbe luogo il primo capitolo generale della congregazione, nel quale si elesse proprio Giustiniani come priore generale. Sempre nello stesso anno, papa Clemente VII approvò ufficialmente la Congregazione di Monte Corona con il nome di Eremiti camaldolesi di Monte Corona.[3]

Nel 1527, Giustiniani si recò a Roma per stabilire alcune questioni relative al nuovo ordine, tuttavia venne catturato come prigioniero nel maggio di quell'anno dai soldati dell'esercito di Carlo V che occupavano la città durante il suo sacco. Dopo essere stato rinchiuso in un carcere, fu posto nella stessa cella insieme a san Gaetano da Thiene, fondatore dei Chierici regolari teatini e anch'egli prigioniero.[3] Entrambi furono torturati dalle guardie, tuttavia, non rappresentando un vero pericolo per la sicurezza dell'esercito asburgico, furono liberati. Giustiniani, a questo punto, tornò prima a Venezia e poi all'eremo di Massaccio, per far curare le ferite riportate ai frati lì presenti. L'anno dopo, tornò nuovamente a Roma, dove riuscì finalmente a far visita al papa e a ottenere la conferma di alcuni privilegi di cui l'ordine godeva.[3]

Durante il viaggio di ritorno, durante una sosta a Viterbo, Giustiniani contrasse la peste e decise di farsi curare presso l'eremo di San Silvestro del Monte Soratte, un'ex abbazia benedettina ormai affidata ai coronesi. Nonostante le cure, Paolo Giustiniani morì il 25 giugno 1528, lasciando le guide dell'ordine ad Agostino di Basciano.[1]

Dopo la sua morte, i frati lo seppellirono presso l'eremo San Silvestro del Monte Soratte, tuttavia, quando il luogo venne abbandonato, le sue spoglie andarono perdute e furono riscoperte soltanto nel 1932. Sebbene non sia stato formalmente beatificato dalla Chiesa cattolica, dalla sua morte è venerato, secondo il principio vox populi, vox Dei, come tale all'interno del suo ordine, che ne celebra la memoria liturgica il 25 giugno.[3]

  1. ^ a b c d e Libellus ad Leonem X, su play.google.com. URL consultato il 13 gennaio 2015.
  2. ^ Directorio sobre la piedad popular y la liturgia, su vatican.va. URL consultato il 13 gennaio 2015.
  3. ^ a b c d e f g Paolo Giustiniani, su treccani.it. URL consultato il 13 gennaio 2015.
  • Agostino Romano Fiori, Vita del beato Paolo Giustiniani, Roma, Antonio de' Rossi, 1729.

Collegamenti esterni

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Predecessore Priore generale degli Eremiti camaldolesi di Monte Corona Successore
carica creata con l'Ordine 1524 - 1528 Agostino di Basciano
Controllo di autoritàVIAF (EN61533321 · ISNI (EN0000 0004 5893 9328 · SBN MILV160033 · BAV 495/126461 · CERL cnp01367515 · LCCN (ENnr96028421 · GND (DE119352680 · BNE (ESXX4755206 (data) · BNF (FRcb13184675x (data) · J9U (ENHE987007443945805171