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Laico

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Il termine laico nell'accezione moderna del termine ha assunto significato di "aconfessionale", ossia dislegato da qualsiasi autorità confessionale e quindi da qualsiasi confessione religiosa (o non religiosa).

Negli ultimi anni il termine "laico" viene invece utilizzato per indicare un generico agnostico o ateo; tale uso è semanticamente scorretto, in quanto laico ha significato di svincolo dall'autorità confessionale, ma non inficia la fede religiosa, per cui si possono distinguere "laici credenti" da "laici non credenti".[1]

Nel linguaggio politico il laico è chi propende per una netta separazione della vita delle istituzioni dall'influenza delle confessioni religiose, ossia per indicare chi si ispira ai valori della laicità; per estensione laico è anche chi desidera una minore influenza delle confessioni religiose nella società. L'abuso del termine in sede politica, in funzione di sinonimo perfettamente sovrapponibile ad "anticlericale" o "ateo", ha generato l'utilizzo del termine dispregiativo "laicista", con un significato simile e opposto all'uso del termine dispregiativo "clericale" per indicare persone che si autodefiniscono "laiche" e si comportano come anticlericali, ma "laicista" è anche colui che si professa laico senza esserlo.

Il termine laico viene usato nel contesto di professioni specializzate per riferirsi a chi non pratica la stessa professione: laico è un membro del Consiglio Superiore della Magistratura che non appartiene all'ordine dei magistrati, normalmente un politico; laico è anche il magistrato onorario, non togato, ossia il magistrato non professionale, che non è stato selezionato nell'ambito della magistratura con ordinario concorso.

La parola laico viene dal greco λαϊκός (laikós, "uno del popolo"), dalla radice λαός (laós, "popolo"): quindi che vive tra il popolo secolare non ecclesiastico e che non possiede la conoscenza filosofico-teologica prerogativa della casta sacerdotale.[2] Infatti è proprio questa la differenza: nella società protocristiana dei primi secoli il laico veniva distinto dal presbitero ed alle cerimonie religiose i laici e i presbiteri partecipavano fisicamente separati. Nelle basiliche protocristiane esisteva un elemento architettonico divisorio, perlopiù marmoreo, chiamato iconostasi; al di là e al di qua di esso prendevano posto rispettivamente il clero e il popolo dei fedeli. L'iconostasi è ancora presente nelle chiese di rito bizantino, sia ortodosse sia cattoliche.

In ambito cristiano il termine compare per la prima volta nella Prima lettera di Clemente, ad indicare un "membro del Popolo di Dio".[3]

Nel cristianesimo

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Nel diritto canonico della Chiesa cattolica il laico è il fedele in Cristo battezzato che non è un chierico, vale a dire che non ha ricevuto l'ordine sacro. I laici possono essere anche religiosi, vale a dire gli appartenenti alle società di vita apostolica e congregazioni religiose. La suddivisione dell'universo cristiano in chierici e laici vale da san Girolamo al Decretum Gratiani.[4]

Le radici della separazione tra chierici e laici nella Chiesa cattolica si possono rinvenire in:

  • nel decreto in nomine Domini che estrometteva il potere imperiali, i laici e la nobiltà romana dalla scelta del Romano Pontefice, riservata ai soli cardinali vescovi;
  • sempre da parte di papa Niccolò II (Concilio Lateranense del 1059), il divieto di investitura laicale che proibiva la nomina di ecclesiastici e il dono delle chiese da parte dei laici, sia gratuitamente che con esborso di denaro;
  • il divieto delle investiture episcopali da parte dei laici, introdotto da papa Gregorio VII;
  • il Dictatus Papae che affermava il primato del Papa su tutti i principi del mondo, il diritto a deporre questi ultimi e sollevare i loro sudditi dall'obbligo di fedeltà.

Nella Chiesa cattolica e nelle Chiese orientali si utilizza la denominazione di fedele laico per tutti i credenti non ordinati: cioè per coloro che in forza del loro battesimo sono cattolici, ma non hanno il ministero di diacono, presbitero o vescovo. Nel Protestantesimo la parola "laico" è usata in riferimento ai membri di chiesa che non hanno funzioni particolari (pastore, anziano, etc.).

  1. ^ Io laico credente, e il Campidoglio - Politica - Repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  2. ^ Pianigiani, Vocabolario etimologico della lingua italiana, Albrighi e Segatti, 1907.
  3. ^ Udienza Generale del 7 marzo 2007: San Clemente Romano | Benedetto XVI, su www.vatican.va. URL consultato il 31 maggio 2024.
  4. ^ Claudio Fiocchi, L'ordine cristiano dei laici (PDF), in Laicità e medioevo, n. 9, 2009, p. 47, DOI:10.13130/2035-7362/475 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2024).

Voci correlate

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