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I viaggiatori della sera

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I viaggiatori della sera
Paese di produzioneItalia, Spagna
Anno1979
Durata107 min
Generedrammatico, fantascienza
RegiaUgo Tognazzi
SoggettoUmberto Simonetta (romanzo), Sandro Parenzo
SceneggiaturaUgo Tognazzi, Sandro Parenzo
ProduttoreFranco Committeri
Casa di produzioneJuppiter Generale Cinematografica (Roma)
Brujula Film (Madrid)
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaEnnio Guarnieri
MontaggioNino Baragli
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

I viaggiatori della sera è un film del 1979 scritto, diretto e interpretato da Ugo Tognazzi, tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Simonetta.

È l'ultimo dei cinque film diretti da Tognazzi; coprodotto con la Spagna, venne girato nelle Canarie. Fu distribuito in Spagna con il titolo Los viajeros del atardecer.

In un futuro imprecisato, per fronteggiare il problema del sovrappopolamento, una recente legge ha stabilito che ogni cittadino, al raggiungimento del quarantanovesimo anno di età deve, sotto la sorveglianza del cosiddetto Esercito della Salute Pubblica (ESP), trasferirsi in un villaggio-resort, per trascorrervi quella che è definita una vacanza. Orso e Nichi, coniugi e coetanei, pur controvoglia, devono raggiungere il villaggio a cui sono stati assegnati, accompagnati nel viaggio dai figli, che invece, perfettamente aderenti al nuovo sistema politico, ritengono assolutamente giusta la nuova legge.

Il lungo viaggio verso il villaggio si dimostra carico di tensione e rancore tra i genitori ed i figli; durante una sosta in un autogrill Orso tira un pugno al figlio e abbozza un tentativo di fuga con l'auto, salvo essere fermato dagli agenti dell'ESP e rimandato all'autogrill, dove nel frattempo la figlia è stata costretta a concedersi al barista affinché non denunci il padre all'ESP. Poco prima di arrivare a destinazione, Orso e Nichi vengono invitati da un amico incontrato per caso in una tenuta boscosa dove si sta tenendo un'allegra festa con altri destinati ai villaggi. Alla fine della festa i proprietari della tenuta, pure loro costretti ad andarsene, si suicidano davanti a tutti con del vino avvelenato.

Arrivati a destinazione, il villaggio si rivela essere una dorata prigione, la cui vita è dominata da periodiche riunioni in cui è obbligatorio partecipare al Grande Gioco, una sorta di Mercante in fiera, con in premio la partenza per una crociera: nessuno dei vincitori di queste crociere ha mai fatto ritorno al villaggio, dal che gli ospiti del villaggio deducono che i vincitori in realtà vengano soppressi. Il fatto è accettato con rassegnazione dagli ospiti, che preferiscono svagarsi dedicandosi a smodate attività sessuali, vissute da tutti in piena libertà e che vedono pure la partecipazione dei giovani dipendenti del villaggio (infermieri, camerieri, segretarie, addette alla lavanderia, giardinieri etc) in cambio di piccoli regali degli ospiti.

Tra i pochi ospiti disincantati c'è Bertani, ex compagno di scuola di Orso che cerca invano di risvegliare le coscienze scrivendo di nascosto frasi di protesta sui muri del villaggio; egli prova pure a coinvolgere Orso in un possibile tentativo di fuga rivelandogli la verità sulla sorte di chi vince al Grande Gioco e dimostrandogli la concreta possibilità di fuga dal villaggio (i fuggitivi vengono annunciati dagli altoparlanti come decessi naturali o per imperizia degli ospiti) ma Orso, poco convinto, non dà seguito alla conversazione.

Anche Orso e Nichi, dopo alcune iniziali perplessità sull'andazzo della vita nel villaggio, hanno relazioni extraconiugali. La prima è Nichi che, forse per allentare il rapporto di amore che la lega a Orso, prefigurando già una dolorosa separazione, si concede a un suo vecchio spasimante che poco dopo "vincerà" al Grande Gioco e poi cercherà di avere un rapporto sessuale con un giovane giardiniere, pagandolo con alcuni maglioni, salvo poi rinunciare all'ultimo momento. Orso, ferito, si lascia andare anche lui a una relazione con una giovane e avvenente addetta al campo, Ortensia, la quale gli rivela di far parte di un'organizzazione segreta che vuole aiutare gli anziani intenzionati a scappare.

Sia Orso che Nichi, riconciliatisi, decidono di fuggire, ma, visto che il piano di fuga non può scattare prima che si tenga un'altra sessione del gioco, devono assolutamente sopravvivere alla tornata successiva. Perciò si rivolgono a Simoncini, uno stravagante ospite del villaggio che è riuscito a sopravvivere alla lotteria per anni, grazie ad un complicato sistema per perdere sempre la selezione. Nonostante l'aiuto dell'uomo, Nichi vince la cosiddetta crociera. Sul pontile per l'imbarco marito e moglie, consapevoli che non si vedranno mai più, si salutano con un ultimo bacio, confessandosi il loro amore.

Orso, distrutto dal dolore, rinuncia ai propositi di fuga e aspetta solo il momento in cui anche lui verrà sorteggiato e soppresso. Ma durante la periodica visita dei figli, venuti a recuperare i vestiti della madre e che forse ora iniziano ad avere perplessità sulla legge e del nipotino, si accorge che l'ESP sta per scoprire due fuggitivi (uno di essi è Bertani) nascosti in un furgone guidato da Ortensia. Per creare un diversivo prende una pistola a una delle guardie e minaccia di uccidere Antonluca, il nipotino, al quale fa credere si tratti di un gioco. Salito col bambino-ostaggio sul furgone di Ortensia, riesce a uscire dal villaggio, quindi si separa dai fuggiaschi distogliendo tutta l'attenzione su di sé. Inseguito dall'ESP, senza più alcun interesse né a scappare né a vivere, Orso si rifugia temporaneamente in un vecchio museo galleggiante, pieno di animali imbalsamati ormai estinti, Il nipotino gli chiede insistentemente il permesso di sparargli; Orso muore per un colpo di pistola.

«[…] Ugo Tognazzi gioca la carta della regia cinematografica con l'intenzione di imbastire una commedia amara e grottesca proiettando nel futuribile "Esercito della Salute Pubblica" l'insensibilità e il disinteresse della società di oggi verso i problemi della terza età. A giudizio della critica, il film è diseguale, indulgendo su una comicità a volte grossolana che mortifica il drammatico spunto di partenza. Note positive sono la fotografia di Ennio Guarnieri e la prova della versatile Ornella Vanoni
«Buono lo spunto iniziale, ma la seconda parte [...] vanifica gli intenti crepuscolari dell'impostazione.»

La lavorazione del film non fu facile ed impegnó Tognazzi per quasi quattro anni; oltre a problemi con i produttori, ci furono notevoli difficoltà per il cast. In un primo momento il regista/attore offrì la parte di Nichi ad Audrey Hepburn , che all'epoca viveva a Roma, ma questa rifiutò in maniera sgarbata tirandogli in testa il libro del copione; successivamente la parte fu proposta ad Annie Girardot assieme a quella di Bertani a Nino Manfredi ma alla fine anche questi due attori si tirarono indietro (Tognazzi visse come un tradimento la rinuncia dell'amico Manfredi) ed alla fine furono scelti Ornella Vanoni e Leo Benvenuti.

Al momento dell'uscita, il film fu in un primissimo tempo vietato ai minori di 18 anni dalla censura per la tematica, il linguaggio scurrile, i nudi integrali e le scene erotiche: Tognazzi, in una polemica intervista con Pippo Baudo durante una puntata di Domenica In, disse di essere molto scontento del fatto che il film fosse stato indicato dalla censura come non adatto ai minori di 18 anni, in quanto egli aveva realizzato questo film proprio per un pubblico di giovani. Dopo l'appello in commissione cinematografica, il limite fu portato a 14 anni; il film è stato classificato "per tutti" solo nel luglio 2008.

Differenze con il romanzo

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Il film risulta piuttosto fedele nella trama e nel messaggio all'omonimo romanzo da cui è tratto, tuttavia alcuni particolari divergono:

- nel romanzo i due protagonisti si chiamano Alvaro e Anna Maria (il cognome non viene mai esplicitato) e sono titolari di due negozi di tessuti, Nichi è il nome della figlia maggiore (che risulta quindi scambiato con quello della madre rispetto al film) mentre Francesco, come nel film, è il secondogenito.

- nel libro la vicenda ha una precisa collocazione geografica: i due coniugi vivono a Milano e vengono assegnati al villaggio di Arenzano mentre la scena del suicidio della coppia di fratelli avviene in un ristorante di Tortona. Si specifica inoltre che altri villaggi sono presenti a Ischia, sul Gargano e in Costa Smeralda

- nel romanzo non vi è alcun cenno al Grande Contatore né all'ESP tanto che Alvaro, dopo aver colpito con un pugno il figlio durante la sosta all'autogrill ed essere fuggito con il minivan, decide di tornare indietro dalla famiglia di propria spontanea volontà, senza essere stato fermato dalla polizia. Il libro specifica però come la decisione di creare i villaggi e sopprimere i cinquantenni sia stata il risultato di un referendum nel quale era stato concesso il voto anche ai tredicenni e come l'ipotesi alternativa fosse la castrazione universale. In uno dei capitoli iniziali Alvaro narra inoltre come l'opinione pubblica sia a conoscenza di frequenti casi di suicidi tra i cinquantenni finalizzati ad evitare il soggiorno nei villaggi malgrado i giornali e la televisione ignorino sistematicamente queste notizie.

- il legame sentimentale tra i due coniugi è molto più tenue e sbiadito nel romanzo rispetto al film: Anna Maria dichiara infatti di aver amato il marito solo fino al primo anno di matrimonio. Il personaggio di Alvaro, inoltre, non si concede alcuna avventura extraconiugale al villaggio (a differenza dell'Orso protagonista del film) malgrado la moglie lo inviti ripetutamente a farlo.

- nel romanzo il gioco che decide il destino degli ospiti è una semplice tombola con le sue consuete regole, si specifica inoltre come i "vincitori" siano in media il dieci per cento dei residenti del villaggio ma in talune occasioni i selezionati siano stati solo il cinque per cento e in altre addirittura il venticinque per cento.

- nel romanzo non sono presenti né il personaggio del "cabalista" Simoncini né quello di Bertani con il suo manipolo di contestatori; la ribellione finale di Alvaro che fugge armato con il nipotino Antonluca è dunque una mera scelta individuale e non è dettata dall'esigenza di coprire la fuga di Bertani e la complicità di Ortensia, altro personaggio che non compare nel libro, ove però si nomina una fuga capitanata addirittura dal padre del direttore del villaggio e da questi stroncata uccidendo i fuggiaschi, compreso il proprio genitore, a colpi di fucile.

  1. ^ Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), I viaggiatori della sera, in Fantafilm.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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