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Giangrisostomo Luigi Marinoni

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Giangrisostomo Luigi Marinoni, O.F.M.Cap.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nascita11 settembre 1882 a Clusone
Ordinazione sacerdotale28 ottobre 1906
Nomina a vescovo27 luglio 1936 da papa Pio XI
Morte5 agosto 1970 a Bergamo

Giangrisostomo Luigi Marinoni (Clusone, 5 febbraio 1882Bergamo, 5 agosto 1970) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Giovinezza e formazione

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Figlio di Pietro, selciatore,[1] e Teresa Bellini nacque e fu battezzato il 5 febbraio 1882 come risulta dai registri dell'archivio della chiesa della Beata Vergine del Paradiso con il nome di Luigi.[2] Dei numerosi fratelli due scelsero la vita religiosa: il fratello minore Giovanni, poi padre Virgilio cappuccino, e Bartolomea suora canossiana.[3][4] Il 5 aprile 1895 lasciò la casa paterna per entrare nel collegio o seminario serafico di Sovere accompagnato dal frate cappuccino Cristoforo Giudici, malgrado il dispiacere della madre.[5] Seguì poi i corsi ginnasiali a Bergamo, e successivamente a Cremona dove seguì i corsi di letteratura e filosofia e dove ebbe come insegnante fra Camillo Francesco Carrara di Albino.[6]

La prima guerra e la formazione come padre cappuccino

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Nel 1902 venne chiamato al servizio militare con istanza a Firenze fino al 1904, periodo in cui ebbe una crisi vocazionale superata grazie all'assistenza spirituale di padre Remigio da Firenze che gli fu vicino. Continuò gli studi e fu ordinato presbitero il 28 ottobre 1906 a Pontremoli da monsignor Angelo Antonio Fiorini cappuccino vescovo di Pontremoli.[7] Fece così ritorno nel convento e seminario di Sovere con l'incarico di precettore dei giovani seminaristi. Fu poi spostato nel seminario di Bergamo a insegnare retorica su incarico di fra Carrara allora padre provinciale, con il compito di predicare nelle varie parrocchie cittadine e della diocesi.

«Pur tornando stando dalla predicazione, era puntuale e assiduo all'osservanza e ci teneva regolarmente le conferenze, assai sostanziose. In fondo noi, se pure lo si conosceva esigente e serio, preferivamo la sua presenza perché ci sentivamo, con essa, più protetti e sicuri»

Fu poi mandato a insegnare nel convento cremonese (1911-1914), milenese durante la prima guerra mondiale come cappellano militare presso l'ospedale, e poi nuovamente a Bergamo cappellano agli ospedai Riuniti dove rimase per 11 anni, venendo nel 1931 nominato guardiano del convento di Monforte fece ritorno a Milano. Nel 1934 fu eletto ministro provinciale nel capitolo provinciale celebrato nel convento della chiesa di Sant'Angelo.[8][9][10] La vicinanza con i giovani e gli ammalati lo portò ad avere particolare attenzione per le missioni istituendo l'opera missionaria. Alcuni parrocchiani si riunivano per raccogliere indumenti e materiale per i missionari bergamaschi all'estero in particolare in Brasile. Tra il 1935 e il 1936 compì uno degli atti più importanti del suo provincialato, andando in Brasile nella regione del Maranhão, che da venticinque anni non aveva avuto superiori in visita, andando anche in visita nella missione dove era morto, dopo aver contratto la lebbra in un lebbrosario il venerabile padre Daniele da Samarate.[11] Scriverà:

«Considero questa s. visita da voi a lungo desiderata e dal rev.mo P. Generale benedetta e incoraggiata, come un obbligo grave del mio ufficio che porta con sé molta responsabilità e perciò fin d'ora vi prego di essermi larghi del vostro compatimento e della vostra confidenza. Nell'incontro che avrò con ciascuno di voi nell'ascolta, l'animo nostro potrà vicendevolmente trasfonderci quella piena d'affetti[non chiaro] che nulla nasconde nulla tace e prepara così la rifioritura d'una nuova vita.»

Vicario apostolico

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Al suo rientro dalla visita missionaria in Brasile, il 27 luglio 1936, fu eletto vescovo titolare di Pisita da papa Pio XI che lo ricevette in udienza nel Vaticano l'8 agosto, con la consacrazione il 23 del medesimo mese nella chiesa del convento di Monforte alla presenza dell'ex vicario apostolico dell'Eritrea Celestino Cattaneo e il vescovo di Bergamo Adriano Bernareggi.[12] Fece il suo ingresso ad Asmara l'8 dicembre del 1936. La situazione della diocesi non era certo delle più facili con la presenza di circa 150.000 italiani e nativi, e per risolvere la criticità del territorio anche sotto l'aspetto religioso, divise la diocesi in tre settori seguiti dalle provincie religiose di Milano, Alessandria e Forlì, incrementando da subito l'aumento di religiosi e religiose missionarie, con la conseguente costruzione di nuovi edifici di culto e luoghi di assistenza educativa come asili e scuole.[13] Importanti sono i suoi contatti e le sue iniziative a favore dei poveri e degli operai e anche i prigionieri tra il 1941 e il 1945 durante la seconda guerra mondiale, compiendo numerosi viaggi sul territorio che gli causano anche una malattia costringendolo al riposo con un lungo periodo di convalescenza.[14]

Dal gennaio a giugno del 1939 compì una visita pastorale in tutte le missioni compiendo poi un viaggio a Roma dal 26 giugno per la sua prima visita ad limina. Proseguì poi la sua visita nei vari monasteri incontrando diversi frati e tra questi anche padre Pio da Pietrelcina.[15] La seconda visita ad limina la compì subito dopo la guerra il 4 e 5 giugno 1946.

Con l'entrata in guerra dell'Italia l'11 giugno 1940, il vescovo espresse la sua grande preoccupazione per i luoghi di missione e già nel 1940 Asmara subì un grande bombardamento con la distruzione di molti edifici di culto obbligando i frati a un periodo di inattività religiosa, anche a causa dei pericoli causati dalle scorribande di briganti, fenomeno che durò anche dopo la fine della guerra con l'occupazione britannica.[16] Testimoniata in questo periodo la carità e la disponibilità che il vescovo e i missionari diedero verso la popolazione che viveva in estrema povertà. Nei suoi scritti indicò la finalità del missionario nella forma apostolica, ma anche di conforto e incoraggiamento a chi era stato colpito da gravi disgrazie, e tanti furono gli abitanti che trovarono accoglienza presso i missionari.

«Ma da primo aprile 1941, data dell'occupazione inglese, l'attività assistenziale del vicariato per evidenti ragioni si intensificò e prese forme più concrete per le nuove necessità createsi con l'assenza di molti capifamiglia, caduti, dispersi o prigionieri; essa fiancheggiò da prima l'opera intrapresa dal reggente dell Governo, Eccellenza Basile, e puntò in particolare su quelle situazioni non catalogabili che nascondono più profonde miserie. Così in ore tanto dolorose, la missione fu presente ovunque esisteva un bisogno morale, spirituale e materiale e sempre porse lamano quando gli fu segnalata una necessitò astraendo dal passato di quelli che chiedevano, come pure dalla loro fede.»

Nel 1946 fece ritorno in Italia per la sua seconda visita on limina, dopo sette anni di assenza venendo intervistato da alcuni giornali sulla situazione Eritrea, e visitando Clusone, la sua città natale. Viaggio che gli ridiede entusiasmo come indicato nella lettera che scrisse a padre Virgilio.[17]

Con la fine dell'occupazione inglese il territorio dell'Eritrea ebbe un risveglio dell'attività missionaria ma la salute del Marinoni iniziava a essere cagionevole, e malgrado questo fece visita pastorale in tutte le sedi diocesane venendo ovunque calorosamente accolto.[18] L'arrivo di nuovi missionari portò il vescovo a riorganizzare le diverse sedi missionarie portandolo a visitare le località, cosa non sempre agevole, ma dove poté rinnovare chiese e scuole, consapevole delle sue condizioni fisiche.

«Le mie forze vengono meno con l'accrescersi degli anni, ma mi consolo nel costatare quanto siano operosi i missionari. Essi non risparmiano fatiche per dare alla missione un alto grado di sviluppo. Grazie a Dio in questi anni varie residenze sono rifiorite a nuova vita e, almeno nei centri più importanti, hanno acquistato quell'attrezzatura ed anche quel decoroso aspetto esterno che fa i esse punti d'attrazione per le novelle generazioni. La morte di Pio XII, il grande Papa dei cruciali anni della guerra e del dopoguerra, ci aveva gettato nell'orgasmo; ma l'elezione di Papa Giovanni XIII ci ha ridato fiducia e sicurezza.[…] Io spero che avrò presto un successore, più fresco d'energie, che farà camminare più spedita la missione.»

Il 13 gennaio 1961 monsignor Marinoni, in occasione del cinquantenario del vicariato, presenta presenta una relazione dove considera giunto al termine del suo mandato. Le sue dimissioni da vicario apostolico di Asmara furono del 12 agosto 1961.

Tornato in Italia continuò la sua missione visitando le varie comunità dei frati cappuccini, partecipando al concilio Vaticano II, dove risulta essere il più anziano dei vescovi bergamaschi e anche del suo ordine.[19] L'infezione bronchiale che lo aveva colpito fin da giovane ritornò a colpirlo in tarda età e dopo alcuni giorni di ricovero ospedaliero morì il 5 agosto 1970.

Incarichi ricoperti

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Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Carobbio, p. 20.
  2. ^ Carobbio, p.5
  3. ^ Carobbio, p. 22.
  4. ^ Si consideri che il convento dei cappuccini di Sovere, aveva un questuante che girava nella cittadina clusonese entrando a chiedere un'offerta, avvicinando così ogni famiglia.
  5. ^ Carobbio, p. 28
  6. ^ Andemariam Tesfamichael, Mons. Camillo Carrara Primo Vicario Apostolico dell'Eritrea, Editrice Velar, ISBN 979-12-5508-163-0..
  7. ^ Carobbio, p. 33.
  8. ^ Carobbio, p. 80.
  9. ^ Fra Marinoni nominò segretario padre Alipio Maria da Origgio che lo seguì in tutta la sua attività pastorale anche in terra di missione
  10. ^ Alipio.
  11. ^ Venerabile Daniele da Samarate (Felice Rossini), su santiebeati.it. URL consultato il 9 ottobre 2025..
  12. ^ Carobbio, p. 95-96.
  13. ^ Carobbio, p.105.
  14. ^ Carobbio.
  15. ^ Carobbio, citazione: Non contar molto sulle costruzioni umane. Codesti “imperi” degli uomini non hanno a che fare col Regno di Dio
  16. ^ Carobbio, pp 129-130.
  17. ^ Lettera conservata negli atti della Provincia dei Fr. Min. Cappuccini di s. Carlo in Lombardia
  18. ^ Carobbio, p. 176-177.
  19. ^ Carobbio, p. 201.

Pubblicazioni

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  • Lettera pastorale di sua Eccellenza Mons. G. Luigi Marinoni vicario apostolico dell'Eritrea- Testi di sermoni per la quaresima e la settimana santa, SBN BVE0332049.
  • Alipio da Origgio, Mons. Marinoni come io lo conobbi, in A Mons. G.L. Marinoni, p. 33, SBN CUB0012050.
  • Mario Carobbio, Un apostolo dell'Eritrea, Brescia, Continenti Milano, 1972, SBN SBL0450687.

Collegamenti esterni

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Predecessore Arcivescovo titolare di Amorio Successore
Pietro Capizzi 7 luglio 1961 - 5 agosto 1970