Diplodus cervinus
| Sarago faraone | |
|---|---|
| Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Animalia |
| Phylum | Chordata |
| Classe | Actinopterygii |
| Ordine | Perciformes |
| Famiglia | Sparidae |
| Genere | Diplodus |
| Specie | D. cervinus |
| Nomenclatura binomiale | |
| Diplodus cervinus (Lowe, 1838) | |
| Sinonimi | |
|
Charax cervinus Lowe, 1838 | |


Il sarago faraone[4] (Diplodus cervinus Lowe, 1838) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Sparidae[3].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]È una specie diffusa nell'oceano Atlantico nord-orientale, tra il golfo di Guascogna e le isole di Capo Verde, e nel mar Mediterraneo; è presente anche alle Canarie e a Madera. Pur essendo distribuito in tutto il Mediterraneo (eccettuato il mar Adriatico), è assai più frequente lungo le coste nordafricane che lungo quelle europee[1]. In Italia è raro, sebbene segnalato nel mar Ligure, nel mar Tirreno e nel mar Ionio; è leggermente più comune in Sicilia[5]. Nel Mediterraneo occidentale la sua frequenza è aumentata sensibilmente, anche nei mari settentrionali, a partire dagli anni 2000[1].
Vive su fondi rocciosi fino a circa 300 m di profondità, ma più comunemente entro i 50-100 m[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]D. cervinus ha corpo ovale e compresso lateralmente. La bocca, piccola[6], è posta su un muso appuntito e presenta labbra carnose[7]. La dentatura comprende una serie di denti incisiviformi anteriori (10-12 sulla mascella superiore e 3 sulla inferiore), seguiti da una o due serie di denti molariformi superiori e da 2-3 serie sulla mascella inferiore. La pinna dorsale, unica, ha 11-12 raggi spinosi e 12-14 molli; la pinna anale conta 3 raggi spinosi e 12-13 molli[5].
La colorazione è molto caratteristica: su fondo argenteo si stagliano cinque larghe fasce scure, più ampie degli spazi chiari intermedi[5], che non raggiungono il ventre, il quale rimane sempre chiaro[7]. Il colore di fondo può variare presentando riflessi violacei, dorati o plumbei[6], mentre le fasce assumono tonalità dal nero al bruno chiaro. Le pinne ventrali sono di colore marrone[7].
È il più grande tra i saraghi mediterranei: raggiunge 55 cm di lunghezza e 2,7 kg di peso, mentre la taglia più comune è attorno ai 35 cm[2].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Può vivere fino a 17 anni[1].
Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Si incontra di frequente solitario, ma talvolta forma piccoli banchi composti anche da decine di individui. È considerata una specie relativamente poco diffidente[7].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]È una specie ermafrodita proterogina: gli individui nascono femmine e diventano maschi in età più avanzata. La riproduzione avviene in primavera-estate, con un picco nei mesi di maggio e giugno. È specie poligama: nel periodo riproduttivo forma piccoli gruppi di 3-8 individui costituiti da un maschio e più femmine[7].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]È onnivora: si nutre di alghe, piante acquatiche e piccoli invertebrati bentonici, in particolare crostacei[8].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]In passato, oltre alla sottospecie nominale, venivano riconosciute due altre sottospecie: Diplodus cervinus hottentotus (dell'oceano Atlantico sud-orientale) e D. c. omanensis (dell'oceano Indiano). Oggi sono considerate specie distinte: rispettivamente Diplodus hottentotus e Diplodus omanensis[1].
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]È oggetto di cattura occasionale, con reti da posta, palamiti, reti a strascico e lenze. Le carni sono meno apprezzate rispetto a quelle degli altri saraghi, anche a causa del forte odore sgradevole che talvolta emettono[6].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene in alcune aree (ad esempio le Canarie) sia soggetto a forte sovrapesca, che coinvolge anche numerosi individui immaturi, nel complesso le popolazioni non appaiono in grave declino. La lunga vita e il ciclo riptoduttivo relativamente lento rendono comunque la specie sensibile allo sfruttamento. La IUCN classifica Diplodus cervinus come "a rischio minimo"[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g IUCN
- ^ a b FishBase
- ^ a b WoRMS
- ^ Decreto Ministeriale n° 175216 del 16 aprile 2025 - Modalità di attribuzione delle denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su masaf.gov.it. URL consultato il 14 luglio 2025.
- ^ a b c Tortonese, 1975, pp. 110-112
- ^ a b c Costa, 1991, pp. 281-282
- ^ a b c d e Louisy, 2006, p. 115
- ^ Food items reported for Diplodus cervinus - FishBase
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, 1991, ISBN 8842510033.
- Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
- Tortonese E., Osteichthyes: pesci ossei. Vol. 1, collana Fauna d'Italia, Bologna, Calderini, 1975, ISBN 9788870190977.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Diplodus cervinus, su FishBase. URL consultato il 29/08/2025.
- (EN) Russell, Buxton, Carpenter e Pollard, Diplodus cervinus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 29 agosto 2025.
- (EN) Diplodus cervinus, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 29 agosto 2025.
- (EN) Food items reported for Diplodus cervinus, su fishbase.us. URL consultato il 26 agosto 2025.
- (EN) Organisms preying on Diplodus cervinus, su fishbase.us. URL consultato il 26 agosto 2025.
