De casibus virorum illustrium
| De casibus virorum illustrium | |
|---|---|
| Autore | Giovanni Boccaccio |
| 1ª ed. originale | 1373 |
| Genere | saggio |
| Sottogenere | biografico, storiografico, morale |
| Lingua originale | latino |
Il De casibus virorum illustrium è un'opera latina di Giovanni Boccaccio, composta nel corso degli anni '50 e '60 del XIV secolo e dedicata a Mainardo Cavalcanti.[1]
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Con il De casibus virorum illustrium, opera in prosa composta da 174 capitoli,[2] raggruppati in 9 libri,[3] Boccaccio intende proporre figure celebri per le sventure loro capitate, ripercorrendo la storia dell'umanità dalla creazione al XIV secolo.[4] I protagonisti sono uomini e donne, virtuosi e viziosi,[5] tratti da Antico Testamento, mitologia e antichità classica, medioevo: si ricordino, a titolo d'esempio, Adamo ed Eva,[6] Saul,[7] Agamennone,[8] Didone,[9] Tarquinio il Superbo,[10] Odoacre,[11] per giungere infine ai tempi dell'autore; il più recente personaggio citato è infatti Giovanni II di Francia.[12] Degni di nota anche i casi di personaggi che Boccaccio conobbe tramite fonti orali a lui vicine (ad esempio Jacques de Molay, ultimo gran maestro templare, del cui rogo nel 1314 era stato testimone oculare suo padre)[13] o addirittura di persona (Gualtieri VI di Brienne e Filippa da Catania).[1]
La tecnica della "visione"
[modifica | modifica wikitesto]Per mettere in scena questa raccolta, Boccaccio usa l'espediente della "visione", ripreso già anni prima nell'Amorosa visione e che ritornerà nel Corbaccio. L'autore/protagonista, nell'opera, è infatti contorniato da una moltitudine di infelici, trascegliendone alcuni sulla base delle loro richieste di essere ricordati presso i posteri.[1]
Biografie contenute
[modifica | modifica wikitesto]Nell'opera Boccaccio elenca moltissime figure; qui di seguito verranno elencati soltanto i personaggi i cui nomi danno il titolo (qui tradotto dal latino) al relativo capitolo, dei quali l'autore tratta più distesamente (mentre di svariati altri fornisce informazioni più cursorie all'interno di capitoli cumulativi).
- Libro I
- Adamo ed Eva, i progenitori
- Nembroth
- Saturno
- Cadmo, re di Tebe
- Giocasta, regina di Tebe
- Tieste e Atreo
- Teseo, re di Atene
- Priamo, re di Troia, ed Ecuba
- Agamennone, re di Micene
- Sansone
- Libro II
- Saul, re d'Israele
- Roboamo, re di Giuda
- Atalia, regina di Gerusalemme
- Didone, regina di Cartagine
- Sardanapalo, re d'Assiria
- Sedecia, re di Gerusalemme
- Astiage, re di Media
- Creso, re di Lidia
- Mezio Fufezio, re di Alba Longa
- Libro III
- Tarquinio il Superbo, re di Roma
- Serse, re di Persia
- Appio Claudio decemviro
- Alcibiade ateniese
- Annone figlio di Amilcare, cartaginese
- Artaserse, re di Persia
- Libro IV
- Marco Manlio Capitolino
- Dionisio di Siracusa
- Policrate di Samo
- Callistene filosofo
- Alessandro, re d'Epiro
- Dario, re di Persia
- Eumene, governante di Cappadocia e Paflagonia
- Olimpiade, regina di Macedonia
- Agatocle, re di Sicilia
- Arsinoe, regina di Macedonia
- Pirro, re d'Epiro
- Arsinoe, regina di Cirene
- Libro V
- Seleuco e Antioco, re di Asia e Siria
- Marco Atilio Regolo
- Siface, re di Numidia
- Antioco il Grande, re di Asia e Siria
- Annibale, comandante cartaginese
- Prusia, re di Bitinia
- Perseo, re di Macedonia
- Pseudo-Filippo, re di Macedonia
- Alessandro Balas, re di Siria
- Demetrio, re di Siria
- Alessandro Zabina, re di Siria
- Giugurta, re di Numidia
- Libro VI
- Gaio Mario arpinate
- Cleopatra
- Mitridate, re del Ponto
- Orode, re di Partia
- Gneo Pompeo Magno
- Marco Tullio Cicerone
- Marco Antonio triumviro
- Libro VII
- Erode, re di Giudea
- Tiberio Cesare, Gaio Caligola e Valeria Messalina
- Nerone Claudio Cesare
- Aulo Vitellio Cesare
- Libro VIII
- Valeriano, imperatore romano
- Zenobia, regina di Palmira
- Diocleziano, imperatore romano
- Massimiano, imperatore romano
- Galerio, imperatore romano
- Giuliano l'apostata
- Radagaiso, re dei goti
- Odoacre, re d'Italia
- Artù, re dei britanni
- Rosmunda, regina dei longobardi
- Libro IX
- Brunechilde, regina dei franchi
- Romilda, duchessa del Friuli
- Desiderio, re dei longobardi
- Papa Giovanni XII
- Diogene, imperatore di Costantinopoli
- Andronico, imperatore di Costantinopoli
- Guglielmo III di Sicilia
- Enrico, re dei romani
- Carlo, re di Sicilia
- Giacomo, maestro dei templari
- Gualtieri, duca d'Atene
- Filippa da Catania
Finalità
[modifica | modifica wikitesto]Il De casibus ha una finalità educativa. Boccaccio, infatti, dichiara di voler giovare alla patria,[14] di ammorbidire i cuori di pietra dei suoi lettori (saxea corda[15]) con la forza degli esempi di coloro che in ogni età, dopo aver raggiunto lo splendore, hanno abbandonato la via giusta e sono miseramente caduti. In sostanza, nel De casibus Boccaccio cerca di delineare un modello etico retto ed onesto, volto a conformare lo spirito civile degli uomini per la costruzione di una società migliore.[3][14] Inoltre, Boccaccio riflette ancora sulla volubilità della Fortuna, tema a lui particolarmente caro, che scandisce l'intero susseguirsi degli eventi che mutano le sorti degli uomini e anche delle donne.[16]
Giudizi morali
[modifica | modifica wikitesto]Tra i personaggi citati, si ricordano Cicerone, aspramente criticato dall'autore per la sua mancanza di coerenza tra l'oratio (cioè quanto si è predicato a parole) e la vita (intesa come esplicazione della dottrina morale esplicata nell'oratio),[17] e Dante Alighieri, forse l'unico degli autori del passato che Boccaccio tratta con stima e lode.
All'inizio dell'VIII libro all'autore appare poi Petrarca, che rimprovera Boccaccio per la condotta licenziosa di vita[18] e lo esorta a concludere l'opera, che ha accantonato per pigrizia.
Composizione
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Come per l'analogo De mulieribus claris, anche il De casis fu composto da Boccaccio dopo la sua "conversione all'umanesimo", successiva all'incontro con Francesco Petrarca.
La composizione si data in due fasi redazionali distinte, di cui la prima risale agli anni tra il 1355 e il 1360.[1] Boccaccio riprese in mano l'opera nei suoi ultimi anni di vita, ampliandola quando fu presentata al gran siniscalco del Regno di Napoli, il fiorentino Mainardo Cavalcanti.[1][3]
Fonti e modelli
[modifica | modifica wikitesto]- Valerio Massimo, i cui Factorum et dictorum memorabilium libri IX sono il modello di riferimento principale.[19]
- Il Chronicon di Girolamo-Eusebio.[20]
- Divina Commedia, per il rimando alla tecnica della visione.[3]
- De viris illustribus di Petrarca.
Ricezione
[modifica | modifica wikitesto]Tradizione manoscritta
[modifica | modifica wikitesto]Del De Casibus è testimoniato un solo codice nella "Parva Libreria"[21] di Santo Spirito.[22] Non è stato tramandato alcun autografo. In generale, abbiamo 137 codici.
Fortuna
[modifica | modifica wikitesto]L'opera, in maniera analoga al simile De mulieribus claris, godette di buona diffusione e fortuna.[23] Tramite sue traduzioni dal latino al francese, influenzò autori della letteratura inglese quali Geoffrey Chaucer (in particolare,[24] ma non solo,[25] per Il racconto del monaco all'interno dei Racconti di Canterbury) e John Lydgate (The Fall of Princes, 1438).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Branca, 1977, p. 107.
- ^ Si consulti l'opera su Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ a b c d Teresa Nocita, De casibus virorum illustrium, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Branca, 1977, p. 107«È un'opera volta a dimostrare, con esempi di tutte le età, da Adamo fino a quelli del Duca d'Atene e di Sancia de' Cabanni...»
- ^ Bruni, p. 463.
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - De Adam et Eva parentibus primis, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - De Saule rege Israel., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - De Agamenone Micenarum rege., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - De Didone regina Cartaginensium., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni Boccaccio, De Tarquinio Superbo, Romanorum rege., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - De Odoacre rutheno Ytalorum rege., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Giovanni II di Valois fu catturato dagli inglesi nella battaglia di Crécy del 1347 dagli inglesi guidati da Edoardo III. Si veda: Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium - Pauci flentes et libri conclusio., su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).«Sic et Iohannes, Francorum rex, execrabile infortunium suum damnabat, quod ab Anglis, inertissimis atque pavidis et nullius valoris hominibus, regnum suum rapinis exhaustum, occupationibus deminutum, incendiis atque cedibus passim fedatum sit; postremo, infausto certamine, fusis fractis consternatisque viribus suis cesisque nobilibus multis, ipse, Eduardi regis hostis sui captivus effectus et vinctus, in Angliam deportatus sit?»
- ^ Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).«...ut aiebat Boccaccius, genitor meus, qui tunc forte Parisius negotiator honesto cum labore rem curabat augere domesticam et se his testabatur interfuisse rebus...»
- ^ a b Copia archiviata, su ww2.bibliotecaitaliana.it. URL consultato il 4 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).(latino)«Exquirenti michi quid ex labore studiorum meorum possem forsan rei publice utilitatis addere»(italiano)«A me che mi domandavo che cosa potessi, dalle fatiche dei miei studi, donare di utile allo Stato...»
- ^ Copia archiviata, su ww2.bibliotecaitaliana.it. URL consultato il 4 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).(latino)«Bona igitur pace talium, quo inpellit dicendi impetus tendam, si forsan saxea hec corda tenui spiritu oris mei in salutem suam mollire saltem paululum queam.»
- ^ Tateo, p. 225.
- ^ Copia archiviata, su ww2.bibliotecaitaliana.it. URL consultato il 4 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).(latino)«Quid multis habundo? Tantum lingua potuit quantum ad flectendam quo velis mentem cuiuscunque etiam obstinati sufficeret. Quod quidem non satis posteritati possunt relicta monstrare. Nam, ut alienis utar verbis, in Tullio magna pars Tullii abest quod legitur potius quam audiatur.»(italiano)«Perché abbondo con molti dettagli? Tanto la lingua ha potuto quanto poté bastare per far distogliere la mente ove tu voglia, anche di qualunque testardo. Le testimonianze non possono abbastanza mostrare questa cosa ai posteri. Infatti, per usare altre parole, in Tullio manca gran parte di sé stesso, poiché è nascosto piuttosto che essere ascoltato.»
- ^ Giovanni Boccaccio, De Casibus - Et primo viri clarissimi Francisci Petrarce in auctorem obiurgatio, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- ^ Maldina, p. 80.
- ^ Tateo, p. 226.
- ^ Italia medioevale e umanistica., in Speculum, vol. 38, n. 4, 1963-10, pp. 676-677, DOI:10.2307/2851695. URL consultato il 24 marzo 2021.
- ^ Branca, 1991, p. 183.
- ^ Larry Scanlon, Narrative, Authority, and Power: The Medieval Exemplum and the Chaucerian, p. 119, Cambridge University Press (1994), ISBN 0-521-04425-1.
- ^ R. W. Babcock, The Mediæval Setting of Chaucer's Monk's Tale, in PMLA, vol. 46, n. 1, 1931, pp. 205-213, DOI:10.2307/458006. URL consultato il 14 febbraio 2025.
- ^ Chaucer's influences, su www.gla.ac.uk. URL consultato il 14 febbraio 2025.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN SBL0148727.
- Vittore Branca, Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio, vol. 1, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1991, SBN LO10362097. URL consultato il 23 giugno 2015.
- Francesco Bruni, Boccaccio. L'invenzione della letteratura mezzana, Bologna, Il Mulino, 1990, SBN CFI0172056.
- Nicolò Maldina, Dante, Petrarca e la cornice visionaria del De casibus (PDF), in Heliotropia, vol. 11, n. 1-2, 2014, pp. 79-104. URL consultato il 23 giugno 2015.
- Francesco Tateo, Boccaccio, 2ª ed., Roma, Editori Laterza, 1998, ISBN 88-420-5406-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) De casibus virorum illustrium, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Bibliografia su De casibus virorum illustrium, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
- Giovanni Boccaccio, De casibus virorum illustrium, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015)., per la consultazione dell'opera
- Teresa Nocita, De casibus virorum illustrium, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 22 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
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