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Conchiglia

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Alcune varietà di conchiglie
Conchiglie sulla battigia di una spiaggia

La conchiglia è una struttura biologica rigida e dura che protegge esternamente e sostiene gli animali dal corpo molle e senza scheletro, appartenenti ai phyla dei molluschi, dei brachiopodi e degli ostracodi.

La parola italiana "conchiglie" condivide la stessa radice greca nella forma di κοχύλι (traslitterato kochýli), che significa, appunto, "conchiglia".[1]

Struttura della conchiglia nei molluschi

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Talvolta le conchiglie sono anche oggetto di collezione

Nei Molluschi la conchiglia si presenta con diverse forme a seconda della classe a cui appartiene l'animale. È composta da costituenti inorganici come il carbonato di calcio (CaCO3) o il fosfato di calcio (Ca3(PO4)2) che gli animali estraggono dall'acqua di mare e che vengono integrati con sostanze organiche (solitamente un insieme di proteine complesse secrete dal mantello). Nelle specie bentoniche, che vivono nelle sabbie o nei fanghi del fondo, oppure fissate a dei supporti, e che quindi non hanno mobilità o ne hanno pochissima, la conchiglia contiene il corpo dell'animale come una sorta di scatola durissima che lo protegge; nelle specie che hanno riacquistato una certa mobilità o che sono invece passate alla vita pelagica, la conchiglia è una struttura della quale, evolutivamente parlando, gli animali tendono a liberarsi e spesso in questi animali essa si presenta ridotta o scomparsa.

Ad esempio, nei gasteropodi eterobranchi,

Quando il mantello si riduce, essa scompare, quando la conchiglia è interna il mantello è ripiegato su sé stesso e l'avvolge.

La conchiglia compare già nella larva (veliger) e si accresce per la regolare e periodica aggiunta di nuovi tratti in corrispondenza del suo margine libero dove si osservano numerose strie di accrescimento. La struttura della conchiglia varia notevolmente dai Poliplacofori a quella delle altre classi e, insieme ad altri caratteri, consente di definire nei Molluschi due linee evolutive a cui si fanno corrispondere due subphylum:

Anfineuri (Poliplacofori e Solenogastri)

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Nei quali la conchiglia è costituita da 2 strati, quello superiore fatto di conchiolina calcificata e quello interno di solo carbonato di calcio.

Conchiferi (tutte le altre classi)

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Nei Conchiferi, la conchiglia è costituita da 3 strati fondamentali:

  • periostraco, strato esterno, di aspetto corneo costituito da conchiolina (un complesso di proteine che è diverso dal collagene e dalla cheratina) secreta da ghiandole situate ai margini del mantello e che viene deposta al margine via via che la conchiglia si accresce

I due strati sottostanti formano l'ostraco, costituito a sua volta da:

  • strato prismatico, intermedio e spesso formato da più strati secondari, anch'esso secreto dal margine del mantello. È costituito da prismi di carbonato di calcio circondati da una membranucola di conchiolina;
  • strato interno o madreperlaceo, che viene secreto da tutta la superficie del mantello ed è formato da lamelle parallele di carbonato di calcio.

Questo schema, però, può presentare numerose varianti ed il materiale calcareo può essere, a seconda della specie, aragonite o calcite o entrambi. Alcuni molluschi possono presentare anche chitina.

La conchiglia nelle varie classi di molluschi

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conchiglia metamerica, dorsale, di forma ovale, costituita da 8 piastre embricate ed articolate tra loro sono incluse nel mantello, il quale si estende fino al margine dell'animale formando il perinoto, un lembo cuticolarizzato che circonda e collega le piastre e ne permette l'articolazione data la sua flessibilità.

conchiglia di un solo pezzo a scudo conico con l'apice (umbone) leggermente incurvato, inizialmente a scudo conico e successivamente avvolto a spirale su sé stesso; alcuni hanno perduto la conchiglia

conchiglia di scafopode: Antalis entalis
conchiglia di scafopode: Antalis entalis
  • Classe Solenogastri: scomparsa della conchiglia e aspetto vermiforme
  • Classe Scafopodi: conchiglia a zanna di elefante

Evoluzione della conchiglia nei gasteropodi

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Questi animali possiedono una conchiglia costituita da un solo pezzo, inizialmente a forma di scudo conico e successivamente avvolto a spirale su sé stesso; alcune forme hanno perduto la conchiglia o questa rimane in forma vestigiale.

Conchiglia di Gasteropode sezionata normalmente alla columella in cui si vede l'avvolgimento a spirale logaritmica.

Si pensa che Gasteropodi e Monoplacofori derivino da una comune forma ancestrale, e che, nei Gasteropodi, in seguito all'accrescimento verso l'alto della massa corporea, si sia prodotta una conchiglia conica sempre più alta (come di nota nei Protogasteropodi fossili). Divenendo troppo alta la conchiglia (e la parte terminale dei visceri) tende a flettersi e ad avvolgersi su sé stessa a forma di spirale piana; se la flessione è laterale la spira tende a turbare la simmetria bilaterale ed a squilibrare l'animale che, per compensare questo inconveniente, tende a torcersi con tutta la parte del corpo in via di accrescimento; di conseguenza, si forma una spirale conica, più efficiente, che ha sostituito la spirale piana. La spirale conica dà origine a conchiglie più compatte perché la spira porta al formarsi di un asse interno detto columella intorno al quale si sviluppa la stessa conchiglia.

Evoluzione della conchiglia nei Lamellibranchi

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Sono detti anche Bivalvi o Pelecipodi. La conchiglia è bivalve e deriva dalla divisione longitudinale della primitiva conchiglia a scudo. Le due valve si sono sviluppate verso il basso in modo da racchiudere completamente il corpo dell'animale. Le due valve, una destra e l'altra sinistra, sono mantenute chiuse da muscoli adduttori e si articolano mediante una cerniera dorsale.

Le valve sono mantenute dal periostraco della linea dorsale mediana che, non essendo stato coinvolto nella separazione in due valve, si è ispessito e modificato divenendo un legamento elastico dorsalmente alla cerniera. Il legamento elastico tende a mantenere aperte le valve e quindi funge da antagonista dei muscoli adduttori. L'evoluzione della conchiglia interessa soprattutto la cerniera, molto rudimentale in alcuni Protobranchi e Filibranchi, in altre specie di questi gruppi si presenta costituita da una fila di dentelli eguali (cerniera tassodonte) o, negli Eulamellibranchi, da pochi dentelli e fossette di varia forma (cerniera eterodonte). Anche i muscoli adduttori hanno subito evoluzione, come si vede dalle loro impronte sulla superficie interna delle valve: nei Filibranchi la conchiglia è con un solo muscolo adduttore (monomiaria) oppure con due muscoli adduttori di grandezza diseguale (anisomiaria); negli Eulamellibranchi la conchiglia ha due muscoli adduttori eguali (isomiaria).

Sulla superficie interna delle valve vi è anche un'altra impronta (linea palleale) che corrisponde al margine ventrale del mantello. La parte apicale di ogni valva è detta umbone e rappresenta la parte della conchiglia presente fin dal veliger; l'umbone è spostato di più verso il margine anteriore della valva permettendo di distinguere la valva destra da quella sinistra.

Nei Lamellibranche che vivono profondamente infossati nei fondi sabbiosi o fangosi, i lobi del mantello vanano a formare sifoni molto lunghi che si scostano dalle valve della conchiglia; per questa ragione il margine del mantello non lascia una linea palliale intera sulle valve come avviene quando i sifoni sono brevi o quasi assenti (valve integripalliate), ma presenta una sinuosità posteriore (seno palliale) e la conchiglia è detta sinupalliata.

Evoluzione della conchiglia nei Cefalopodi

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Conchiglia esterna fossile di cefalopode estinto (ammonite)
Conchiglia esterna di cefalopode (Nautilus macromphalus)
Conchiglia esterna di cefalopode (Nautilus macromphalus) in sezione; notare le camere che, riempite di gas, regolano il galleggiamento dell'animale
Esemplare vivente di Nautilus vanuatuensis
Conchiglia interna (fragmocono) di cefalopode (Spirula spirula)
Conchiglia interna di cefalopode (Sepia officinalis), detta impropriamente "osso di seppia"

I cefalopodi, che includono animali marini molto noti come calamari, seppie e polpi, sono il gruppo più evoluto tra i molluschi. Tuttavia, pensando a questi animali, difficilmente si pensa alle conchiglie. Eppure, studiando la storia evolutiva di questa classe, si evince che questi molluschi hanno subito una progressiva riduzione della conchiglia, in risposta ai loro adattamenti all'ambiente.

Le conchiglie erano presenti soprattutto nei cefalopodi estinti, come le ammoniti. Le ammoniti sono un gruppo di molluschi cefalopodi estinti, comparsi nel Devoniano Inferiore (circa 400 milioni di anni fa) ed estintisi intorno al limite Cretaceo Superiore-Paleocene (65,5±0,3 Ma) senza lasciare discendenti noti. Le ammoniti sono caratterizzate da una conchiglia esterna composta prevalentemente di carbonato di calcio, sotto forma di aragonite, e in parte di una sostanza organica di natura proteica (conchiolina). La conchiglia era suddivisa internamente da setti in diverse camere, di cui il mollusco occupava solo l'ultima (camera d'abitazione). Le altre, che componevano il fragmocono (parte concamerata della conchiglia), erano utilizzate come "camere d'aria" (analogamente agli attuali nautili), riempite di gas e liquido camerale per controllare il galleggiamento dell'organismo. La pressione dei fluidi camerali era controllata da una sottile struttura organica tubolare riccamente vascolarizzata, in parte mineralizzata (il sifone), che attraversava tutti i setti e permetteva lo scambio di fluidi dal sangue e dai tessuti molli dell'animale alle camere tramite un processo di osmosi. L'ammonite poteva così variare la propria profondità (entro i limiti di resistenza meccanica della conchiglia) in maniera simile ai nautiloidi tuttora viventi. Verosimilmente le ammoniti, come tutti i cefalopodi conosciuti, erano organismi carnivori, e secondo gli studi disponibili svilupparono probabilmente un grande numero di adattamenti diversi, dalla predazione attiva di animali marini, alla microfagia (predazione di microorganismi), alla necrofagia (consumo di carne di organismi morti), e persino al cannibalismo (predazione di altre ammoniti, anche conspecifiche). La conchiglia delle ammoniti ha in generale la forma di una spirale avvolta su un piano (sebbene alcune specie, dette eteromorfe, abbiano un avvolgimento più complesso e tridimensionale) ed è proprio questa caratteristica ad aver determinato il loro nome. L'aspetto di questi animali, infatti, ricorda vagamente quello di un corno arrotolato, come quello di un montone (il dio egizio Amon, in epoca ellenistica e romana, era comunemente raffigurato come un uomo con corna di montone). Il celebre studioso romano Plinio il Vecchio (autore del trattato Naturalis Historia) definì i fossili di questi animali ammonis cornua, "corni di Ammone". Spesso il nome delle specie di Ammoniti termina in ceras, vocabolo greco (κέρας) il cui significato è, appunto, "corno" (p.es. Pleuroceras che etimologicamente significa corno con le coste). Le ammoniti sono considerate i fossili per eccellenza, tanto da essere spesso utilizzati come simbolo grafico della paleontologia.

Gli unici cefalopodi viventi dotati di conchiglia esterna sono i nautili. Nei nautili la conchiglia funziona come organo di galleggiamento. Fra il corpo dell'animale e l'estremità della conchiglia si viene a formare una camera colma di gas e via via che l'animale cresce e che la conchiglia si allunga e si allarga, seguendo il modello di una spirale logaritmica, si formano dei setti calcarei trasversali che separano sempre nuove camere ricolme di gas; l'animale occupa la camera più esterna, che si è formata per ultima, ma rimane collegato all'apice della conchiglia con un sottile cordone che attraversa i fori dei setti e che talvolta può essere contenuto in un tubo, il sifone.

Le spirule, i calamari e le seppie hanno una conchiglia interna. Nella spirula la conchiglia si riduce al solo fragmocono diventando spiralata. Nei calamari la conchiglia, pur rimanendo dorsale, è divenuta completamente interna e tende a ridursi perdendo gradualmente il rostro (estremità apicale della conchiglia) ed anche il fragmocono (cioè la parte cava comprendente i setti), conservando alla fine solo il proostraco (cioè la parete dorsale della conchiglia). Nei calamaro quindi il proostraco è il solo costituente della conchiglia; si presenta come un'esile lamina cornea dorsale detta gladio (o penna) e che è immersa nello spessore del mantello. Nelle seppie la conchiglia presenta il rostro e la superficie ventrale fortemente regrediti mentre il fragmocono si presenta con setti numerosissimi e fortemente addossati gli uni agli altri; la conchiglia interna delle seppie prende il nome di "osso di seppia", un nome tuttavia improprio scientificamente in quanto si tratta appunto di una conchiglia calcarea e non di un osso vero e proprio (caratteristica dei vertebrati).

I polpi, prettamente bentonici, hanno perso qualsiasi traccia della conchiglia per riuscire ad insinuarsi tra gli anfratti più stretti dei fondali. Nelle specie di Argonauta dei mari temperati la sola femmina secerne una struttura simile ad una conchiglia, grande 8–9 cm, che serve soltanto da involucro per proteggere le uova (viene detta conchiglia nidimentale).

Il guscio dei brachiopodi

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La conchiglia dei Brachiopodi detta guscio è una struttura bivalve. Va però specificato che, nonostante la somiglianza, la conchiglia dei Molluschi Bivalvi è formata da due valve laterali (dx e sx), mentre in quella dei Brachiopodi le due valve sono una dorsale e l'altra ventrale. Le due valve sono secrete dall'epiderma del mantello con quale restano in intimo contatto; possono essere uguali o disuguali (la più ampia è quella ventrale) e possono essere unite da muscoli che si estendono dall'un'all'altra valva (classi Linguliformea/Craniformea o Inarticolati) o da un sistema di denti e fossette alla loro estremità posteriore (classe Rhynchonelliformea o Articolati)[2][3]. Nei Rhynchonelliformea la valva dorsale presenta all'interno una complicata struttura scheletrica, il brachidio che serve a sostenere le braccia del lofoforo. Lo strato esterno (periostraco) è di sostanza organica, mentre il resto può essere costituito da chitina e fosfato di calcio (Linguliformea) o carbonato di calcio (Craniformea e Rhynchonelliformea)[2][3].

Esemplare di Monetaria

Le conchiglie sono state impiegate per molti scopi: gli uomini hanno usato le conchiglie come strumenti, strumenti musicali, contenitori, armi, soldi, decorazione, ecc.

Le popolazioni africane da circa 5.000 anni usano le conchiglie di Cypraea e Monetaria come moneta.

In Indonesia, i locali usano i bivalvi giganti (Tridacna gigas) come vasche da bagno per i bambini. Le stesse conchiglie sono anche utilizzate come fonti battesimali e acquasantiere in alcune chiese. Le conchiglie possono essere utilizzate anche come decoro per acquari oppure in una vetrina decorata. Spesso non viene utilizzata l'intera conchiglia ma da essa viene estratta la madreperla, utilizzata per fabbricare monili, gioielli, per intarsi. Vi sono poi lavorazioni raffinatissime di conchiglie per farne cammei di costo elevato.

Per mantenere il numero degli organismi viventi che nelle conchiglie vivono ed evitare un incremento dell’erosione delle spiagge molti luoghi marittimi vietano di raccogliere le conchiglie sulla spiaggia e portarle via, come anche sabbia, ghiaia, alghe e altri materiali[4][5][6][7].

Tridacna usata come acquasantiera

La conchiglia nell'arte è stata molto usata nei secoli, soprattutto a livello simbolico e metaforico[8][9], e sta ad indicare un processo di nascita e/o inizio.[10][11] La conchiglia detta capasanta è un simbolo fondamentale del Cammino di Santiago di Compostela.

Sono anche da ricordare le decorazioni della "sala delle conchiglie" nella Villa Contarini- Camerini a Piazzola sul Brenta in Veneto e le "grotte" costruite con conchiglie, marmi e ciottoli nel Palazzo Borromeo sull'Isola Bella del Lago Maggiore. Su quest'isola sono presenti grandi conchiglie anche nel Teatro Massimo che fa parte dei giardini del Palazzo Borromeo.

Un tempo era adornata di conchiglie anche la grotta del "Giardino segreto" di Palazzo Te a Mantova. A Siena la Piazza del Campo ha la particolare forma di una valva di conchiglia a nove spicchi.

La Venere di Sandro Botticelli
La Nascita di Venere di Sandro Botticelli
  1. ^ (EN) How to say shell in Greek, su wordhippo.com. URL consultato il 9 settembre 2019.
  2. ^ a b (EN) Rupper, E.E, Fox R.S., Barnes R.D, Invertebrate Zoology, 7ª ed., Brooks / Cole, 2004, pp. 821–829, ISBN 0-03-025982-7.
  3. ^ a b (EN) Ax, P., Multicellular Animals: Order in Nature - System Made by Man, in Multicellular Animals: A New Approach to the Phylogenetic Order in Nature, vol. 3, Springer, 2003, pp. 87-93, ISBN 3-540-00146-8. URL consultato il novembre 2009.
  4. ^ È vietato raccogliere le conchiglie, ecco perché, su timgate.it. URL consultato il 25 agosto 2021.
  5. ^ Al mare non raccogliete le conchiglie, è illegale!, su greenMe, 18 giugno 2021. URL consultato il 25 agosto 2021.
  6. ^ I motivi per cui non si dovrebbero raccogliere e portare a casa le conchiglie, su newsvarie.net. URL consultato il 25 agosto 2021.
  7. ^ Raccogliere conchiglie: un reato salato, su Metropolitano.it, 11 agosto 2021. URL consultato il 25 agosto 2021.
  8. ^ La conchiglia nell'arte e nella storia del mondo, su RestaurArs, 20 novembre 2014. URL consultato il 25 agosto 2021.
  9. ^ ilariasabbatini, Conchiglia, storia e simbolo, su medievista.it, 13 maggio 2014. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  10. ^ Le acquasantiere contenenti acqua benedetta con cui bagnarsi e fare il segno della croce, poste all'ingresso delle chiese, hanno spesso una forma a conchiglia, quale segno di un rito di passaggio purificatorio da compiere prima di entrare nello spazio sacro.
  11. ^ La Pala di Brera a Milano ha una conchiglia sullo sfondo. Nel Duomo di Verona varie cappelle delle navate hanno un catino absidale a forma di conchiglia.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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