Casone Spena
| Casone Spena | |
|---|---|
| Stato | Regno d'Italia |
| Stato attuale | |
| Regione | Campania |
| Città | contrada Arcopinto (tra Afragola e Casoria) |
| Coordinate | 40°55′36.07″N 14°17′37.8″E |
| Informazioni generali | |
| Tipo | luogo di prigionia |
| Costruzione | 1943-ottobre 1943 |
| Condizione attuale | rovine |
| Informazioni militari | |
| Occupanti | soldati tedeschi |
| Fonti presenti nel testo della voce | |
| voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Il casone Spena fu un luogo di prigionia nazista allestito dall'esercito tedesco nel 1943, nei pressi della contrada Arcopinto, tra Afragola e Casoria.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio, sito in via Gran Sasso n. 6, era una masseria, forse di proprietà della nobile famiglia napoletana Spena; secondo il Gallo, infatti, il 31 agosto 1810 i conti Giovanni e Vincenzo Spena concessero in affitto l'omonima masseria di Cardito a Michelangelo Gallo, acquistata dalla famiglia il 17 novembre 1700.[1]
Tuttavia, non è certo se quest'ultima sia la stessa chiamata Casone Spena, sita a Casoria al confine con Afragola.[1]
Occupazione nazista
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'arrivo degli Alleati ad Afragola il 3 ottobre 1943, attraverso la via Sannitica, il podestà Luigi Ciaramella fu sostituito da Roberto Rosano, commissario di Caivano.[2]
I tedeschi, in seguito alla notizia dell'armistizio di Cassibile, iniziarono ad assoldare manodopera civile, tra i quali operai specializzati, con l'obiettivo di trasportare i deportati in Germania.[2]
Per far ciò, i militari, quindi, allestirono nella masseria una sorta di prigione, utilizzata come cava dai residenti; luogo nel quale erano, inoltre, raccolte acque in grandi vasche, un recinto per i capi di bestiame e le attrezzature confiscate.[2]
Tuttavia, quel luogo restò attivo soltanto un mese, a causa dell'arrivo dei militari angloamericani il 3 ottobre 1943,[2] i quali allestirono un campo di prigionia, il campo 209, nei pressi del rione San Marco e nelle Cinquevie.[2]
Anche lo scrittore e giornalista Gaetano Capasso scrivendo del Casone conferma che:[3][4]
La vita nel Casone
[modifica | modifica wikitesto]Condizioni dei prigionieri
[modifica | modifica wikitesto]Raffaele Scafuto, uno dei deportati al casone, riportò che:
Dopo un periodo di prigionia, che poteva variare da pochi giorni a intere settimane, i prigionieri venivano inviati a Maddaloni e da lì partire per il Nord.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Famiglia Spena, su nobili-napoletani.it, Nobili Napoletani. URL consultato il 9 agosto 2019.
- ^ a b c d e Maressi, pp. 28-39.
- ^ Gaetano Capasso, Casoria: panoramica storica dalle antichissime origini all'Età Moderna, collana Nuova Collana di Storia Napoletana, n. 25, Napoli, A.G.E.V., 1983.
- ^ Capasso, 1974, p. 38.
- ^ Domenico Corcione, La guerra ad Afragola - Parte I., su wordpress.com.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Capasso, Afragola: origine vicende e sviluppo di un "casale" napoletano, collana Nuova Collana di Storia Napoletana, n. 10, Napoli, Athena Mediterranea, 1974.
- Giovanni Maressi, 209: Il Casone Spena e il P.OW. 209 Camp di Afragola, in Fronti di Guerra. Rivista di storia militare 1939-1945, n. 92, Associazione Culturale Ritterkreuz, marzo-aprile 2024.