Cantalupa
| Cantalupa comune | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Città metropolitana | |
| Amministrazione | |
| Sindaco | Francesco Brizio Falletti Di Castellazzo (lista civica Cantalupa verso il 2030) dal 10-6-2024 |
| Territorio | |
| Coordinate | 44°56′45.39″N 7°19′49.14″E |
| Altitudine | 459 m s.l.m. |
| Superficie | 11,2 km² |
| Abitanti | 2 556[1] (31-7-2025) |
| Densità | 228,21 ab./km² |
| Comuni confinanti | Cumiana, Frossasco, Roletto |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 10060 |
| Prefisso | 0121 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Codice ISTAT | 001053 |
| Cod. catastale | B628 |
| Targa | TO |
| Cl. sismica | zona 3s (sismicità bassa)[2] |
| Cl. climatica | zona E, 2 936 GG[3] |
| Nome abitanti | cantalupesi |
| Patrono | san Biagio |
| Giorno festivo | 3 febbraio |
| Cartografia | |
| Sito istituzionale | |
Cantalupa (Cantaluva in piemontese, Chantoloubo in occitano) è un comune italiano di 2 556 abitanti[1] della città metropolitana di Torino in Piemonte.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Si trova nella valle del torrente Noce, nella fascia pedemontana non lontano da Pinerolo, ai piedi del monte Freidour e del massiccio dei Tre Denti. Geograficamente fa parte della Val Noce.
Storia
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I primi insediamenti in valle risalgono all’Età del Bronzo, come i recenti ritrovamenti archeologici nella grotta “Ciumera” hanno confermato. E comunque da ritenersi che i primi abitanti stanziali siano stati i Taurini, rifugiatisi sui contrafforti pedemontani per sfuggire all’annientamento da parte di Annibale (218 a.C.).
Così anche nella parte più vasta dell’alta Val Noce, si svilupparono, sia pure più lentamente, gli insediamenti umani. Uomini dediti alla pastorizia e cura dei campi occuparono, i siti più ameni e fertili e si costruirono le abitazioni: nacquero così le borgate, spesso contraddistinte dal nome delle famiglie ivi accasate (Bianciotti, Coassoli, Druetti, Rossi, Martina).
Un ruolo centrale nella storia di Cantalupa è stato svolto dal monastero di Santa Maria sopra Frossasco. Secondo alcuni storici il primo insediamento in valle dei monaci benedettini è avvenuto nel 739, anno in cui Abbone lasciava in eredità al monastero della Novalesa una “cella” (piccolo monastero) in questi paraggi. Altri ritengono l’evento posteriore all’anno 1029, quando Olderico Manfredi fondò l’abbazia di Susa, alla quale donò parte dei terreni da loro posseduti in Frossasco. In ogni caso nacque un monastero, diretto da un Prevosto (proveniente dalle famiglie signorili del tempo: i Rossi di Piossasco, i De Malingri di Bagnolo, i Della Rovere di Vinovo, i Signori di Revigliasco) che incrementò poco a poco il suo patrimonio, fino al 1649. I Prevosti del Monastero dal 1649 vennero nominati dall’Abbazia di Susa, dal 1749 sino al 1817 dall’Arcidiocesi di Torino e successivamente dal Vescovo di Pinerolo.
Attorno al monastero di Santa Maria sorse l’abitato, che fu soggetto all’autorità dei feudatari di Frossasco sino al 1560 i Conti Mombello, successivamente i Conti Provana che la esercitavano mediante luogotenenti di loro fiducia, chiamati “Castellani”, dotati di poteri assoluti in ogni campo. Per rendere più immediati e facili i rapporti con i sudditi, venne favorita la costituzione, di organi rappresentativi: i primi documenti attestanti la partecipazione popolare alla vita amministrativa appaiono soltanto agli inizi del 1600. Però il coinvolgimento della popolazione nella gestione della cosa pubblica suscitò fermenti libertari, aspirazioni di autogoverno ed autonomia.
Così nel 1626 le comunità di Cantalupa e di Roletto concordarono uno strumento di divisione dei rispettivi territori da quello di Frossasco. L’iniziativa non trovò il gradimento della comunità di Frossasco che, tuttavia, la accettò firmando il 12 gennaio 1629 in Torino, a casa del Conte Provana, lo “Instromento di transatione e separatione dell’ingionte comunità di Frozasco con le comunità di Roletto e Cantaluppa”. Nonostante quest’atto le controversie tra i comuni non si placarono.
Quando Vittorio Amedeo II diventò Re di Sardegna, il governo sabaudo cercò di estendere il dominio su tutti i territori entrati a far parte del Regno di Sardegna. Così nel 1721 il feudo di Frossasco venne smembrato nei tre comuni di Frossasco, Cantalupa e Roletto: nel 1725 veniva anche a cessare ogni potere civile dei Prevosti del monastero il cui territorio passava sotto l’amministrazione del neonato comune di Cantalupa.
Nell’organizzazione del nuovo Stato, Pinerolo diventava Provincia governata da un Intendente Regio che, per la gestione dei comuni, nominava un Sindaco e due Consiglieri. Nel 1859 gli organi amministrativi assumono praticamente la forma attuale: con un Consiglio di quindici componenti, un Sindaco e una Giunta.
La vita grama del paese si è dipanata senza fatti storici degni di nota, proprio per la sua marginalità. Agli inizi del ’900 Cantalupa si è progressivamente svuotato per effetto dell’emigrazione: dai 1800 abitanti del 1890 si è passati ai 940 abitanti del 1949.
Il comune di Cantalupa, soppresso nel 1928[4] per essere inglobato nel comune di Frossasco, venne ricostituito come comune indipendente nel 1954.[5]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune di Cantalupa sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 febbraio 1986.[6]
Monumenti e luoghi di interesse
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa Parrocchiale dell’Assunta
L’attuale chiesa, intitolata nel 1626 alla Beata Vergine Assunta in cielo, venne costruita dal 1738 al 1745 su commissione dell’Abate Prato. Di notevole rilevanza è il portale d’ingresso in stile barocco e di rara bellezza architettonica è il campanile, costruito nel XII secolo dichiarato monumento nazionale ed esempio d’arte romanica. Il campanile è quindi l’unica testimonianza dell’antica origine della chiesa, edificata sui terreni del monastero di Santa Maria. Alla fine del XIX secolo risalgono invece le decorazioni delle pareti interne della chiesa, la costruzione del soppalco per la cantoria e della nuova sacrestia. Cappelle campestri sorgono accanto alla Parrocchiale; Una, dalla tipica forma ottagonale con porticato esterno, è intitolata alla Maddalena e risale al 1727. Quella dedicata a Sant’Antonio Abate venne ricostruita intorno al 1811; l’ultima infine, dedicata a San Martino, è stata restaurata ed arricchita dallo scultore Michele Privileggi.
Mulino
Nel centro del paese è da segnalare la presenza della ruota di un mulino in ferro di otto metri di diametro collocato presso il ponte sul torrente Noce.
Sulla piazza è stato inoltre collocato un ulivo ultracentenario, simbolo della mitezza del clima.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[7]

Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Cantalupa sono 82[8], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[9]:
- Romania, 21
Amministrazione
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| Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
|---|---|---|---|---|---|
| 2004 | 2009 | Giovanni Picco | lista civica | Sindaco | |
| 2009 | 2014 | Giustino Bello | lista civica | Sindaco | |
| 2014 | 2019 | Giustino Bello | lista civica | Sindaco | II mandato |
| 2019 | 2024 | Giustino Bello | lista civica | Sindaco | III mandato |
| 2024 | in carica | Francesco Brizio Falletti Di Castellazzo | lista civica | Sindaco | |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Il comune faceva parte della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n° 100 28 aprile 1928, p. 1842.
- ^ Gazzetta uffiziale della Repubblica italiana n° 146 30 giugno 1954, p. 2029.
- ^ Cantalupa, su araldicacivica.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Dato Istat al 31 dicembre 2017, su demo.istat.it. URL consultato il 27 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
- ^ Dati superiori alle 20 unità
Altri progetti
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cantalupa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.cantalupa.to.it.
- Cantalupa, su sapere.it, De Agostini.
| Controllo di autorità | SBN LZ1L000107 |
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