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Baleniera

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Una moderna baleniera giapponese.

La baleniera è una nave, in passato a vela e oggi a propulsione meccanica, specializzata nella cattura delle balene[1].

In origine le baleniere erano velieri equipaggiati con imbarcazioni più piccole, chiamate anch'esse baleniere[2] o lance baleniere[3], dalle quali individui muniti di fiocina colpivano direttamente i cetacei. Con l'avanzamento tecnologico esse divennero navi officina, sulle quali avveniva direttamente la lavorazione della carcassa della preda, supportate da altre baleniere specializzate nell'attività di caccia, equipaggiate con cannoni spara-arpioni[2].

Le prime imbarcazioni concepite specificamente per la caccia e l'uccisione delle balene furono le lance baleniere, la cui origine risale all’attività dei balenieri baschi nel golfo di Biscaglia nel XIII secolo[4]. Si trattava di barche leggere e veloci, a remi e a vela, progettate per garantire un’ottima manovrabilità e tenuta al mare, con la loro caratteristica forma a doppia prua e una discreta larghezza di baglio, che richiamava le antiche imbarcazioni vichinghe. Con il progresso tecnico questo tipo di imbarcazione smise di essere impiegato nella caccia alla balena, ma continuò a essere utilizzato come barca ausiliaria, ad esempio come cutter[5].

L'Hvalfangstmonumentet di Sandefjord rappresenta un gruppo di cacciatori di balene a bordo di una lancia baleniera mentre cercano di predare un cetaceo.

Con il progressivo depauperamento delle coste dovuto all’eccessiva caccia, nel corso dei secoli si dovettero adottare soluzioni che permettessero la cattura anche in mare aperto: le lance baleniere continuarono a essere utilizzate, ma venivano trasportate, insieme a uomini e attrezzature, su navi mercantili, spesso brigantini e, a partire dagli anni cinquanta dell’Ottocento, clipper, che fungevano da baleniere madri. Una volta individuata la preda, l’equipaggio, con le lance, la colpiva con un arpione facendola sfogare fino allo sfinimento per poi finirla; successivamente la carcassa veniva portata alla baleniera madre e da lì condotta a una stazione baleniera a terra per la lavorazione[6].

Nel 1863 Svend Foyn fece costruire la prima baleniera a vapore in acciaio, la Spes et Fides, che, unita all’altra sua innovazione, ovvero il cannone spara-arpioni, rivoluzionò la caccia alla balena della sua epoca[7]. La nave non era progettata per eguagliare in velocità le balene in mare aperto, ma per avvicinarvisi in modo silenzioso; era inoltre dotata di un sistema che permetteva di cazzare il cavo dell’argano seguendo i movimenti dell’animale, contribuendo a stancarlo prima di finirlo e di trainarlo verso una stazione baleniera a terra per la lavorazione della carcassa[8].

Modellino della Spes et Fides.

L’ultima evoluzione, che portò alla caccia alla balena moderna, fu lo sviluppo delle navi officina, che aggiunsero alle innovazioni di Foyn lo scivolo di alaggio per il recupero delle carcasse, sperimentato da Morten Andreas Ingebrigtsen[9] e perfezionato successivamente da Petter Sørlle[10][11], e il sistema ideato dall’armatore Christen Christensen per lo stoccaggio dell’olio di balena in serbatoi fissi all’interno della stiva delle navi e per l’installazione di un bollitore per il grasso di balena direttamente nello scafo, e non più sul ponte. Questo insieme di innovazioni permise una vera e propria rivoluzione nel campo della baleneria, portando allo sviluppo, nel 1903, delle prime navi officina: baleniere che non avevano più bisogno delle stazioni a terra per la lavorazione delle carcasse[12].

Fino agli anni sessanta del Novecento le baleniere a vapore operarono insieme a quelle a motore diesel con elica a passo variabile, che nel tempo le sostituirono. Le più recenti baleniere sono navi d’acciaio lunghe tra i quaranta e i cinquanta metri, con una potenza di circa 1800 cavalli e una velocità di crociera di diciotto nodi, dotate di vedetta a prua e, nei modelli contemporanei, anche di ecoscandaglio per l’individuazione dei cetacei sotto la superficie[7].

  1. ^ Baleniera, su linguadelmare.it. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2025).
  2. ^ a b Baleniera, su treccani.it. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2022).
  3. ^ I cacciatori di balene in età moderna, su storicang.it. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2025).
  4. ^ Breene, p. 65
  5. ^ Whaleboat, su britannica.com. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2025).
  6. ^ Whaling, su britannica.com. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2025).
  7. ^ a b Hvalbåt, su snl.no. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2024).
  8. ^ Tønnesen, pp. 37-38
  9. ^ Morten Andreas Ingebrigtsen, su nbl.snl.no. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2025).
  10. ^ Petter Sørlle, su nbl.snl.no. URL consultato l'8 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2024).
  11. ^ Tønnesen, p. 264
  12. ^ Christen Christensen, su nbl.snl.no. URL consultato l'8 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2024).

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