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Atreo

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Atreo
L'Atreo Farnese. Incisione di Antonio Lafreri e Cornelis Cort che raffigura Atreo intento ad uccidere uno dei figli di Tieste.
SagaSaga degli Atridi
Nome orig.Ἀτρεύς
Caratteristiche immaginarie
Specieumana
Sessomaschio
Luogo di nascitaPisa
Professionere di Micene


Atrèo (in greco antico: Ἀτρεύς?, Atrèus) è un personaggio della mitologia greca. Fu un re di Micene ed i suoi discencdenti prendono il nome Atreidi (in greco antico: Ἀτρείδαι?, Atreidai).

Appartiene alla stirpe dei Pelopidi ed è protagonista con il fratello Tieste di una sanguinosa e macabra faida che nasce con la contesa del trono paterno e termina quando tutti avranno vendicato i torti subiti e l'ultimo di loro, Oreste (figlio di Agamennone, a sua volta figlio di Atreo) vagherà perseguitato dai rimorsi e dalle Erinni fino all'intervento di Atena[1]

Figlio di Pelope e Ippodamia,[2] sposò Erope[3] che gli diede i figli Agamennone,[4][3] Menelao[5] ed Anassibia.[6]

Secondo alcuni scholia sul Catalogo delle donne Atreo fu anche il padre di Plistene.[7]

Alcuni autori moderni sostengono l'esistenza di altri scholia presenti nell'Oreste di Euripide che parlano di un'altra moglie dal nome Cleola.[8]

Il nome potrebbe derivare dalle parole greche ateirés = "indomabile", àtreston = "intrepido", o ateròn = "accecato dal male". Il personaggio compare nell'Iliade.

Atreo, insieme a suo fratello Tieste, uccise il fratellastro Crisippo, attirandosi la maledizione paterna. Atreo e Tieste si rifugiarono presso i Danaidi che regnarono a Micene (Stenelo e poi Euristeo) e succedettero a essi dopo che furono sterminati dagli Eraclidi.

Una versione vuole che Euristeo, re di Micene e nipote di Atreo, delegasse a quest'ultimo la reggenza durante la sua spedizione contro gli Eraclidi. Euristeo però morì in battaglia, e Atreo venne nominato re dai notabili della città. Un'altra versione racconta invece di un oracolo che avrebbe invitato i Micenei a scegliere un nuovo sovrano, dopo che Stenelo - il quale aveva fatto chiamare i cognati Atreo e Tieste - ed Euristeo erano morti.[9]

A questo punto Atreo dovette rispettare la promessa fatta ad Artemide di sacrificarle « il più bel capo del suo gregge ». Tuttavia, dopo aver ucciso l'agnello, ne nascose il vello dorato, vantandone pubblicamente il possesso. Erope, la moglie di Atreo, era segretamente innamorata di Tieste, e gli promise il vello per commettere adulterio con lui. Questi approfittò dell'occasione e così, quando nella Sala del Concilio Atreo era ormai sicuro di sedere sul trono, poiché il regno spettava al possessore del prezioso oggetto, si scoprì ingannato e perse la corona.[10]

Siccome Zeus nutriva una predilezione nei confronti del fratello defraudato, imbastì un nuovo trabocchetto per permettere ad Atreo di recuperare il trono. Gli mandò infatti Ermes per consigliargli di chiamare Tieste e farsi promettere il trono qualora il sole avesse mutato il proprio corso. Convinto di non dovere temere nulla, il sovrano accettò la proposta, ma quando Eris aiutò Apollo ad operare il prodigio, Tieste fu costretto a cedere lo scettro.[11] Divenuto finalmente re di Micene, Atreo prima bandì Tieste, poi venne a sapere dell'adulterio e si infuriò. Fece richiamare il fratello fingendo una riconciliazione, ma durante una cena gli offrì in pasto Aglao, Callileonte e Orcomeno, i tre figli che Tieste aveva avuto con una ninfa. Poi lo esiliò nuovamente.[12]

Fuggito a Sicione, Tieste seguì il consiglio dell'oracolo, secondo cui doveva concepire un figlio con sua figlia Pelopia. Dalla loro unione nacque Egisto.[13] In seguito Pelopia sposò lo zio Atreo, che allevò anche Egisto (credendo fosse figlio suo) finché non lo inviò a uccidere Tieste; il giovane, scoperto che la vittima designata era suo padre, uccise lo zio, prozio e patrigno.[14]

Tomba di Atreo (Micene, 1250 a.C. circa)
  1. ^ Eschilo, Orestea, Le Eumenidi.
  2. ^ Apollodoro, 2.5.1
  3. ^ a b (EN) Igino, 'Fabulae', 97, su topostext.org. URL consultato il 13 agosto 2025.
  4. ^ (EN) Omero, 'Iliade', libro 3 191, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2025.
  5. ^ (EN) Omero, 'Iliade', libro 3 340, su theoi.com. URL consultato il 22 agosto 2025.
  6. ^ Euripide, Elena, 390-392
  7. ^ (EN) Giovanni Tzetzes, scholia su Esiodo 'Catalogo delle donne', frammento 69 Agamennone, su theoi.com. URL consultato il 22 agosto 2025.
  8. ^ Gantz, p. 553; Fowler, p. 435; Hard, p. 508; Brill's New Pauly, s.v. Pleisthenes.
  9. ^ R. Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, 1955, pp. 505-507; per la prima versione confrontare lo scolio a Euripide, Oreste, 813, per la seconda Pseudo-Apollodoro, Epitome, II, 11.
  10. ^ R. Graves, cit., pp. 506-507; Pseudo-Apollodoro, Epitome, II, 11.
  11. ^ Pseudo-Apollodoro, Epitome, II, 12; scolio ad Euripide, Oreste, 812.
  12. ^ Pseudo-Apollodoro, Epitome, II, 13; in Igino, Fabulae, 88, i figli si chiamano Tantalo e Plistene e non si specifica chi ne sia la madre; nel Tieste senecano abbiamo ugualmente Tantalo e Plistene, più un terzo innominato.
  13. ^ Pseudo-Apollodoro, Epitome, II, 14.
  14. ^ Igino, Fabulae, 88; nello Pseudo-Apollodoro (Epitome, II, 14) non si dice che Egisto fu cresciuto da Atreo. Nell'Epitome, inoltre, il solo Tieste viene rimesso sul trono, mentre secondo Igino Tieste regnò assieme al figlio, concepito in seguito a uno stupro.

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