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Aristide

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Aristide

Arconte eponimo di Atene
Durata mandato489 a.C. –
488 a.C.
PredecessoreFenippo
SuccessoreAnchise

Dati generali
Professionepolitico

Aristide, figlio di Lisimaco, detto "il Giusto" (in greco antico: Ἀριστείδης?, Aristèides, in latino Aristides; Atene, 530 a.C. circa – Atene, 462 a.C. circa), è stato un politico e militare ateniese, celebre avversario di Temistocle.

Fu uno dei dieci strateghi che, pur comandando un esercito inferiore di numero, vinse in maniera esemplare le armate della Persia guidate dal re Dario I nella battaglia di Maratona del 490 a.C.[1]

Fu arconte nel 489 e nel 488 a.C.[2].

In seguito alla morte di Milziade Temistocle, con la sua base del potere stabilmente costruita sui poveri, era diventato il più influente politico di Atene.[3] Tuttavia, la nobiltà iniziò a coalizzarsi per supportare l'uomo che sarebbe diventato il suo più grande rivale, Aristide.[4] Questo si presentò come l'"opposto di Temistocle", dicendosi virtuoso, onesto ed incorruttibile, e i suoi sostenitori lo chiamavano "il giusto".[4] Plutarco suggerisce che la rivalità tra i due avesse inizi più sordidi, quando entrambi competevano per l'amore dello stesso ragazzo: "... erano rivali per l'amore del bellissimo Stesilao di Ceo, e lo amavano oltre ogni moderazione."[5]

Negli anni successivi Temistocle continuò a sostenere la necessità di un'espansione navale ateniese. Il popolo era sicuramente consapevole che gli interessi persiani nei confronti della Grecia non si erano conclusi: il figlio di Dario e suo successore, Serse, aveva continuato i preparativi per l'invasione.[6] Sembra che Temistocle avesse capito che per far sopravvivere Atene all'imminente invasione persiana fosse necessaria una potente forza marittima che affrontasse quella persiana, e perciò persuase gli Ateniesi a costruire una grande flotta[3]; Aristide si oppose vigorosamente ad una tale politica.[4]

Nel 483 a.C. venne scoperta una nuova vena di argento nelle Miniere del Laurio,[7] Temistocle propose quindi di utilizzare l'argento per costruire una nuova flotta di 200 triremi, mentre Aristide suggerì di distribuirlo ai cittadini.[8] La proposta di Temistocle fu portata avanti con facilità, anche se furono costruite solo 100 navi contro le 200 volute Aristide si rifiutò di appoggiarlo e la tensione tra le due fazioni fermentò durante l'inverno, facendo in modo che l'ostracismo del 482 a.C. diventasse una contesa diretta tra Temistocle e Aristide.[8]

In quello che è stato definito "il primo referendum al mondo", Aristide venne ostracizzato e la politica di Temistocle fu approvata.[8]. Presa coscienza dei preparativi persiani per l'imminente invasione, gli Ateniesi votarono per la costruzione di un numero di navi maggiore di quello inizialmente chiesto.[8].

Plutarco, nelle Vite parallele, riferisce di una disavventura relativa alla condanna che coinvolse Aristide in prima persona: un ateniese si rivolse a lui per scrivere sull'ostrakon (il pezzo di coccio usato per segnalare gli indesiderati) perché l'uomo era analfabeta; Aristide chiese il nome da scrivere, e il suo interlocutore fece il suo nome; Aristide, resosi conto di non essere stato riconosciuto, chiese perché volesse condannarlo all'ostracismo; questi rispose che non aveva un vero motivo, ma era solo stanco di sentir nominare Aristide "il Giusto"; al che, Aristide scrisse il suo nome e non fece commenti[9].

Graziato dall'amnistia indetta alla vigilia della minaccia persiana contro la Grecia nel 480 a.C. guidata dal re Serse, partecipò nel settembre dello stesso anno alla battaglia di Salamina. Fu autore di una manovra sull'isoletta di Psittalia, che portò all'uccisione dei Persiani lì appostati.[10]

Ostrakon con inciso il nome di Aristide.

Nel 479 a.C. guidò per l'ennesima volta alla vittoria l'esercito ateniese contro i Persiani nella battaglia di Platea. L'anno seguente svolse un ruolo dominante nella formazione della confederazione di città-stato greche conosciuta come lega delio-attica: ormai famoso in tutta Atene e non solo per la sua probità e la sua rettitudine, da cui il suo soprannome "il giusto", fu incaricato di assicurare e raccogliere il contributo che ogni città facente parte della lega doveva versare ogni anno alla cassa federale[11].

  1. ^ Plutarco, Vite Parallele, Aristide, 5, 3.
  2. ^ Anna Lang, Aristeides der ‚Gerechte‘ – sein Archontat und seine Rolle bei Marathon, in R. Lafer & K. Strobel (eds.) Antike Lebenswelten. Althistorische und papyrologische Studien (Berlin/Boston 2015), pp. 212–222
  3. ^ a b Holland, p. 214-219
  4. ^ a b c Holland, pp. 217-219.
  5. ^ Plutarco, Temistocle, 3.
  6. ^ Holland, pp. 208-211.
  7. ^ Plutarco, Temistocle, 4.
  8. ^ a b c d Holland, pp. 217-222.
  9. ^ Plutarco, Vite parallele, Aristide 7, 7.
  10. ^ Erodoto, Storie, VIII, 95.
  11. ^ Lega delio-attica, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Fonti primarie

Cornelio Nepote, De Viris Illustribus

Fonti secondarie

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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