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Angelo Clareno

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Angelo Clareno, al secolo Pietro, detto anche Pietro da Fossombrone o Pietro da Chiarino[1] ma noto anche come fra' Angelo da Cingoli, o Angelo da Fossombrone[2] (Chiarino, 1255 circa – Marsicovetere, 15 giugno 1337), è stato un francescano italiano, è stato un leader spirituale del movimento degli Spirituali e figura di riferimento per i gruppi detti dei Fraticelli o dei fratres de paupere vita.[1][3][4][5].

La sua vicenda personale e intellettuale — caratterizzata da rigorosa adesione all'ideale di povertà evangelica, plurime peregrinazioni, processi e scontri con la gerarchia ecclesiastica — lo ha reso figura controversa nella storia del francescanesimo medievale.[1][3][5] Negli studi moderni è spesso definito come un «ribelle tranquillo»: un riformatore rigorista che rifiutò la violenza ma non rinunciò a denunciare quello che riteneva un abbandono dell’ideale francescano.[5]

Pietro nacque probabilmente in una località chiamata Chiarino, nei pressi di Loreto e Recanati, intorno al 1255; le fonti concordano nell’indicare la regione marchigiana come luogo d’origine.[1][3][5] Entrò nell’Ordine dei Frati Minori da giovane, tra il 1270 e il 1274, e ricevette il diaconato, senza essere mai ordinato sacerdote.[1][4] Fin dai primi anni si legò alla corrente rigorista detta degli Spirituali, che sosteneva una lettura strettamente pauperistica della Regola francescana e della povertà come segno di fedeltà all’esempio di Francesco d'Assisi.[1][3][5]

La radicalità delle sue posizioni attirò presto l’ostilità della corrente maggioritaria dei conventuali e del vertice dell’Ordine, con conseguenti punizioni e prigionie.[1][3] Nel 1289 fu tra i frati inviati in missione in Armenia, dove ebbe contatti con il re Hethum II; la missione, osteggiata dai francescani locali, si concluse con un rientro forzato in Italia.[1][3][5] Durante la permanenza in Oriente, Angelo approfondì lo studio dei Padri della Chiesa e della letteratura ascetica, che influenzeranno la sua produzione successiva.[1][5] In Grecia acquisì una discreta conoscenza del greco e si dedicò alla traduzione in latino di varie opere patristiche come La scala del Paradiso di Giovanni Climaco.[6]

Con l’elezione di Celestino V si aprì uno spazio di tolleranza per i pauperisti: il papa autorizzò la formazione di una nuova congregazione di pauperes eremitae, nella quale Pietro assunse il nome di fra' Angelo e il suo compagno Pietro da Macerata quello di fra' Liberato.[1][3][5] La rinuncia di Celestino V e la revoca delle sue concessioni da parte di Bonifacio VIII segnarono la ripresa della persecuzione, costringendo Angelo e i suoi seguaci all’esilio in varie regioni del Mediterraneo.[1][3] Negli anni successivi Angelo trovò protezione presso il cardinale Giacomo Colonna, ma lo scontro con la Curia e la crescente repressione dei movimenti pauperisti lo spinsero nuovamente alla fuga.[1][5]

All’inizio del XIV secolo, Angelo esercitò un ruolo di primo piano nella guida degli Spirituali italiani e partecipò al Concilio di Vienne (1311), dove fu discussa la questione della povertà evangelica.[1][3] Tra il 1311 e il 1313 soggiornò ad Avignone e a Maiorca, dove ottenne il sostegno del principe Filippo di Maiorca e di altri simpatizzanti del movimento.[1][5] Nonostante tali appoggi, le posizioni pauperistiche restarono condannate, e il movimento fu nuovamente perseguitato.[1]

Nel 1317 Papa Giovanni XXII emise la bolla Sancta Romana, seguita nel 1323 dalla Cum inter nonnullos, che condannava la dottrina della povertà di Cristo come eretica.[1][3] Angelo trovò rifugio presso il monastero di Subiaco, dove l’abate Bartolomeo si rifiutò di consegnarlo all’Inquisizione.[1][5] Nel 1334, ormai ottuagenario, si rifugiò nell’eremo di Santa Maria dell’Aspro presso Marsicovetere, dove trascorse gli ultimi anni in preghiera e dove morì nel 1337.[1][4][5] Clareno fu venerato dai suoi seguaci che lo consideravano beato e crearono, ispirandosi al suo insegnamento, la Congregazione dei Clareni, riconosciuta dalla Chiesa[7] e unita definitivamente ai francescani osservanti da Pio V con la bolla Beatus Christus salvatoris del 23 gennaio 1568.

Lo stesso argomento in dettaglio: Clareni.

I Clareni furono una congregazione francescana sorta alla fine del XIII secolo attorno alla figura di Angelo Clareno (1247-1337), nata dal desiderio di vivere la Regola di san Francesco in modo più rigoroso e povero.[8] Originatisi dai Poveri Eremiti approvati da Celestino V nel 1294, i Clareni si diffusero nelle Marche e in Umbria, mantenendo una vita di preghiera, lavoro e povertà.[9] Durante il pontificato di Giovanni XXII subirono persecuzioni e accuse di eresia per la loro radicalità spirituale, ma furono poi riabilitati con la bolla Decet Sanctam di Bonifacio IX (1391).[9] La loro presenza è documentata in eremi e piccoli ospedali nel territorio di Fermo, Spoleto e Narni.[10][11] Nel 1568 papa Pio V decretò la loro unione con i Frati Minori Osservanti, ponendo fine alla loro autonomia.[8][9] Nonostante la soppressione, il movimento dei Clareni lasciò un’eredità duratura nel francescanesimo spirituale e nella tradizione eremitica dell’Italia centrale.[10][11][9]

Pensiero e opere

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Angelo Clareno sostenne una rigorosa interpretazione della povertà francescana, affermando che Gesù Cristo e gli apostoli non possedettero beni propri.[1][5] Pur non cercando la rottura con la Chiesa cattolica, egli e i suoi seguaci rifiutarono ogni compromesso con i conventuali e si organizzarono in comunità eremitiche.[1][3] La sua opera più nota è il Liber septem tribulationum, in cui narra le persecuzioni subite dagli spirituali; a questa si affiancano l’Expositio Regulae fratrum minorum, le Epistolae (excusatoria e responsiva) e varie traduzioni dal greco, tra cui la Scala Paradisi di Giovanni Climaco.[1]

Sotto la guida di Angelo nacque una rete di eremi e comunità che vivevano in povertà estrema, note come fratres de paupere vita.[1] Questi gruppi sopravvissero per secoli in varie regioni dell’Italia centrale, pur subendo nel tempo repressioni, scioglimenti e tentativi di reintegrazione da parte dell’Ordine dei Minori.[1][3]

Durante il soggiorno a Santa Maria dell’Aspro, a Marsicovetere, le cronache locali riferiscono di numerosi miracoli attribuiti al frate: guarigioni di malati agli occhi, alle gambe e alla gola, e la liberazione di un eremita di Grumento da tormenti spirituali.[4][5] La sua fama di santità si diffuse in tutta la Val d'Agri, dove il suo eremo divenne luogo di pellegrinaggio.[4] Nel tempo la memoria del Beato Angelo è rimasta viva nella devozione popolare lucana e marchigiana.[4][5]

Gli studi moderni riconoscono in Angelo Clareno una figura chiave per comprendere la crisi del francescanesimo tra XIII e XIV secolo, espressione di una riforma interiore e non violenta della Chiesa.[1][3][5] La sua vita mostra i limiti delle riforme spirituali nel medioevo e l’inevitabile conflitto tra carisma evangelico e potere istituzionale.[1][3]

  • Liber chronicarum sive tribulationum ordinis Minorum: Opera autobiografica e storica scritta probabilmente a Subiaco tra il 1323 e il 1330. Descrive le “sette tribolazioni” (persecuzioni) subite dagli Spirituali francescani, denunciando le deviazioni dell’Ordine e difendendo la purezza della Regola di san Francesco.[1][3]
  • Expositio Regulae Fratrum Minorum: Commento alla Regola francescana, in cui Clareno sostiene l’interpretazione letterale e rigorosa della povertà assoluta di Cristo e degli Apostoli.[1]
  • Epistola excusatoria: Lettera indirizzata ai superiori dell’Ordine e ad alcuni cardinali, nella quale Clareno si difende dalle accuse di eresia e illustra la propria posizione spirituale.[1]
  • Epistola responsiva: Testo di risposta ad altri frati e sostenitori del movimento pauperista, in cui ribadisce l’importanza dell’obbedienza a Dio prima che alle autorità ecclesiastiche.[1]
  • Traduzioni dal greco: Durante il suo soggiorno in Grecia, Clareno tradusse testi spirituali e ascetici, tra cui la Scala Paradisi (Κλίμαξ τοῦ παραδείσου) di Giovanni Climaco e altri scritti patristici.[1][5]
  • Lettere e testi minori: Raccolta di epistole indirizzate a discepoli e sostenitori, tra cui Filippo di Maiorca e altri frati eremiti; in esse Clareno esprime la propria visione profetica e apocalittica della storia della Chiesa.[5][4][12]
  • Apologia ad Alvarum Pelagium[senza fonte]
  • Miracula beati Angeli, raccolta postuma di scritti degli ultimi anni della sua vita in Basilicata.[senza fonte]
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad (IT) Arsenio Frugoni, Angelo Clareno, su Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  2. ^ Al nome del frate si accosta Fossombrone perché è la cittadina dove nacque. N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., p. 50.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (IT) Redazione Malamente, Eretici e santi. Angelo Clareno e i Fraticelli marchigiani, su Rivista Malamente, 20 gennaio 2021. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  4. ^ a b c d e f g (IT) Angelo Clareno, l’eretico taumaturgo, su Cuore Basilicata. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (IT) Antonio Rubino, Angelo Clareno: la vita straordinaria di "un ribelle tranquillo", su Minuti di Storia, 23 aprile 2020. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  6. ^ DBI.
  7. ^ C. Schmitt, DIP, vol. II (1975), col. 1114.
  8. ^ a b clareno (vocabolario Treccani), su Treccani.
  9. ^ a b c d Clareni, su Narnia.
  10. ^ a b Riccardo Renzi, Francescani, Clareni, Fermo e il Sud della Marca, su Vivere Fermo, 9 aprile 2025.
  11. ^ a b Riccardo Renzi, I Clareni e le Marche: alcuni esempi dal sud della regione, su Italia Medievale, 2 gennaio 2024.
  12. ^ Epistole, Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo, 1980.
  • Lydia von Auw, Angelo Clareno et les spirituels italiens, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1979. ISBN 978-88-6372-247-5
  • Angelo Clareno Francescano. Atti del XXXIV Convegno Internazionale della Società Internazionale di Studi Francescani e del Centro Interuniversitario di Studi Francescani (Assisi, 5-7 ottobre 2006), Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo, Spoleto 2007. ISBN 978-88-7988-053-4
  • Felice Accrocca, Un ribelle tranquillo. Angelo Clareno e gli Spirituali francescani tra Due e Trecento, Assisi 2009. ISBN 978-88-270-0651-1
  • Gian Luca Potestà, Angelo Clareno: dai poveri eremiti ai fraticelli, Istituto storico italiano per il medio evo, Roma 1990. ISBN 0-00-391847-5
  • Arnaldo Sancricca, La definitiva incorporazione dei “Fratres” di Angelo Clareno nell'Osservanza Cismontana con riferimenti attinenti allo stato dei conventi nella Marca, in “Studi Maceratesi", 43 (2009), pp. 230–309.
  • Arnaldo Sancricca, L'Eremo di s. Maria di Capodarco alla Foresta. La presenza dei frati della "Societas" di Angelo Clareno nella documentazione apostolica del XIV e del XV secolo, R&V Territorio Capodarco di Fermo 2013.
  • Arnaldo Sancricca, I "fratres" di Angelo Clareno. Da Poveri eremiti di papa Clestino a frati Minori della provincia di s. Girolamo "de Urbe" attraverso la genesi del Terz'ordine Regolare di s. Francesco in Italia, in Collana Studi Storico Critici della Provincia Picena s. Giacomo della Marca, n.s. vol. 2, Edizioni Simple Macerata 2015. (612 + XXII pp.) ISBN 978-88-6924-076-8
  • Arnaldo Sancricca, Da Poveri eremiti a Frati Minori della custodia di s. Girolamo de Urbe: il complesso iter intrapreso dai frati di Angelo Clareno e gli spazi di autonomia conquistati a margine della Ire vos (1517), in atti 45 ° conv. Internazionale, Identità Francescane agli inizi del Cinquecento, Società Internazionale di Studi Francescani, Fondazione Centro Italiano di studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2018. ISBN 978-88-6809-180-4
  • David Burr: The Spiritual Franciscans: From Protest to Persecution in the Century after Saint Francis. Pennsylvania State University Press, University Park 2001, ISBN 0-271-02128-4.
  • Helmut Feld: Die Franziskaner. UTB, Stuttgart 2008, ISBN 978-3-8252-3011-1.
  • Angelo Clareno: A Chronicle or History of the Seven Tribulations of the Order of Brothers Minor, Franciscan Institute Publications, 2005. ISBN 978-1-57659-198-7
  • Flaminia De Luca, Angelo Clareno. Storia di un francescano del Duecento, 101 Edizioni, ISBN 9788894345568.
  • Arnaldo Sancricca, Il processo di regolarizzazione dei "Pauperes eremitae domini Coelestini", Franciscana, XXI, 2019, Bollettino Società Internazionale di studi Francescani, Cisam, Spoleto, 2020. ISBN 978-88-6809-287-0.

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