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Silvano Trevisani, Il poeta scomparso e altre storie
Puntoacapo, Pasturana (AL) 2023
di Pasquale Vitagliano
Pochi poeti si sono identificati con una città e un luogo, la fabbrica, come è avvenuto con Pasquale Pinto. È avvenuta una sorta di ibridazione che nello stesso momento toglie umanità alla carne e l’aggiunge all’acciaio. Il poeta dell’Italsider ha vissuto su di sé il passaggio dall’operaio-massa all’operaio-sociale. Lo sconfinamento della fabbrica di là dal proprio perimetro, così da diventare protesi vascolarizzata della città, ha involontariamente fornito anche un potenziale di resistenza e di emancipazione. L’energia è stata fornita dalla poesia. Ecco che Pasquale Pinto, più che poeta-operaio (o viceversa), è stato un operaio-comunità che con la poesia è riuscito a mettere in comunicazione i forni infuocati con i fuochi civili. Uomo-città lo definisce lo stesso Silvano Trevisani, inadatto come tutti i poeti rispetto alla vita, e proprio per questo impaziente di (ri)scriverla e, dunque, reinventarla. Ha continuato a essere operaio, dunque, egli è stato un poeta-comunità. Leggi il seguito di questo post »
